Panta Rei – con una fotovignetta di Alessandro Torrelli

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Roma, 12 dicembre 2008. La bionda intervistatrice domanda a una signora fra la folla se ha paura. “Ma figuriamoci!” risponde lei stupita al microfono piantatole in faccia.

Roma, 12 dicembre 2008. La bionda intervistatrice domanda a una signora fra la folla se ha paura. “Ma figuriamoci!” risponde lei stupita al microfono piantatole in faccia. Fra i curiosi di Ponte Milvio nessuno è spaventato: chi ha qualche timore è rimasto chiuso in casa (ed effettivamente, rispetto a un qualunque venerdì romano, la gente in strada è proprio poca). Coppie di ogni età, genitori con bambini, gruppi di ragazzi, tutti col telefonino in mano osservano eccitati il fluire del fiume sotto gli archi del ponte dei lucchetti. Un cane randagio, lo sguardo torvo, cammina a passo svelto per viale Tor di Quinto, scacciato da un suo qualche rifugio lungo gli argini del Tevere: non sa dove andare e l’unico ad essere terrorizzato al momento è solo lui.

Mentre telecamere e giornalisti presidiano i ponti più scenografici, gli elicotteri sorvolano le aree a rischio esondazione. Vigili del fuoco, protezione civile, poliziotti e sommozzatori, ciascuno al proprio posto, sono pronti ad intervenire. Paiono sicuri e trasmettono ai cittadini un senso di fiducia. Con un’esaltazione tranquilla, gli spettatori attendono uniti che arrivi l’annunciata onda di piena. In fondo è un evento e, potendo, in tanti vogliono partecipare.

Sullo sfondo, la Città che pensa di essere Eterna, placida come sempre, aspetta che passi anche questa emergenza.
Sono secoli che la Capitale è abituata a qualsiasi evenienza e i romani, di nascita o acquisiti, ormai lo sanno bene: nella metropoli le vere battaglie sono quelle quotidiane, quando la gente è attiva e in strada. I litigi nel traffico, l’autobus che non passa, il parcheggio che non si trova, le code agli sportelli, le buche nell’asfalto, l’arroganza degli uni e la maleducazione degli altri: eccoli qui i reali incubi cittadini. Tutto il resto, per fortuna, non è che un grandioso spettacolo gratuito.
Se non fosse per i mille sfollati, la donna morta a Monterotondo, il ragazzo irlandese disperso tra le acque, in fondo saremmo ben lieti di scendere dalle macchine, sporgerci dai ponti e, finalmente, riscoprirti, fiume Tevere. Panta rei. Per ora, finisce qui. Domani si ricomincia.

Ed ecco una fotovignetta di Alessandro Torrelli,
dove l’onda di piena se la prende con un noto ministro e il suo ministero che proprio a Trastevere ha la sede

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