La calunnia e il suo ritmo rossiniano

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Infamia mette in scena due duelli tra calunnia e verità e i colpi assestati dalle due litiganti alla vita dei protagonisti, investiti da scandali e accuse infondate. E’ la battaglia tra il passo da montagna di chi sale in cerca della versione autentica di una storia e il galoppo travolgente della calunnia, da sempre maestra del tempo reale.

Infamia
di Ana Maria Machado
Exòrma Edizioni, collana Narrativa, pp. 336

Infamia di Ana Maria Machado procede con il passo sostenuto, avvincente di un’indagine e a scandire questo suo ritmo interno è un duello all’ultimo sangue: quello tra calunnia e esperienza autentica, genuina verità. Il cuore della tensione drammatica consiste proprio nella disparità tra il ritmo claudicante della verità, le sofferte esitazioni di chi deve dimostrarsi innocente e il galoppo travolgente della calunnia, da sempre maestra del tempo reale. I protagonisti del romanzo, un modesto impiegato e un ambasciatore in pensione, in diverso modo colpiti da accuse infamanti, sono costretti a fare i conti con l’urgenza di riportare al precedente equilibrio vita professionale, familiare, abitudini quotidiane. Il vecchio diplomatico, Manuel Serafim Soares de Vilhena, affetto da cataratta e in attesa di intervento chirurgico, riceve un plico contente documenti di Cecília, la figlia morta qualche anno prima. Tra le carte, una lettera di Cecília che causerà un’indagine sulle circostanze della sua tragica scomparsa. L’altro protagonista, Custódio, è un impiegato ministeriale nel cui ufficio si evidenziano anomalie nella gestione delle forniture. Custódio, di fronte a un’improvvisa ostilità e diffidenza dei colleghi, decide di fare chiarezza denunciando i fatti alla stampa. L’approdo in televisione della vicenda, su cui viene aperta un’inchiesta, moltiplica le voci su presunte e non ben precisate disonestà, e rafforza l’opinione che Custódio abbia svolto un ruolo attivo nelle ruberie. L’impotenza di Custódio nel contrastare la campagna diffamatoria è totale. E’, per entrambi i personaggi, l’impatto incalzante con la difficoltà di decifrare la menzogna e distinguerla dall’esperienza vissuta. Tanto prossime eppure così diverse. La verità, nel migliore e più fortunato dei casi, si scopre, emerge, si rivela. Quale famiglia, ambiente di lavoro, storia d’amore, sono privi di sorprese, lati misteriosi, dubbi, ambiguità da esplorare? Quale realtà è priva di ombre, disparità, segreti, domande inespresse e dolori in gran parte inconsapevoli? I protagonisti, nel raccontare la propria storia, la svelano a sé stessi e affrontano scoperte dolorose. In questo romanzo Ana Maria Machado utilizza una ricchissima tavolozza di linguaggi, di registri emotivi, per ritrarre personaggi diversissimi quanto a collocazione sociale, aspirazioni, temperamenti, emozioni, abitudini quotidiane. Infamia, tra le sue pagine, cita e propone riflessioni su ben documentati fatti di cronaca dell’attualità brasiliana riguardanti la diffusione di falsi dossier.

Ana Maria Machado, nata a Rio de Janeiro nel 1941, è considerata una delle scrittrici più rappresentative del panorama letterario brasiliano contemporaneo. Presidente dell’Academia Brasileira de Letras, è autrice di numerosi romanzi e libri per l’infanzia. In epoca di dittatura militare, Ana Maria Machado ha lasciato il Brasile per auto esiliarsi in Europa. Ha vinto numerosi premi letterari, tra cui nel 1977 il prêmio João de Barro con un romanzo sugli anni di dittatura, História Meio ao Contrário .

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