Lo zoo casalingo

Ancora non si capacitava di come le fosse scappato quel: «Allora tutti a casa mia per martedì». Con i colleghi d’ufficio in sette anni aveva scambiato sì e no dieci parole, oltre ai ‘buongiorno’ e ‘a domani’ di buona creanza.
MarcodelquintoB

Ogni mattina andare a scuola è una grandissima rottura di palle. Mia madre, ogni santa volta che apro gli occhi dopo che la sveglia mi ha trapanato un timpano, srotola la pergamena della lista di cose da fare: «Datti una mossa Ilaria, oggi sono piena!
Una sposa da duecento cavalli

E niente, eccomi di nuovo qui. Circondato da tutta questa gente che ma chi vi conosce! In effetti mi sento a disagio, le occasioni eleganti non sono mai state il mio forte. Ho sempre preferito giubbotto di pelle, motocicletta e via veloce dove ti pare.
Una paura del diavolo
Suona il campanello, troppo lontano dalla mia poltrona.
“Pina vai tu?”
“Sono a stendere i panni, vacci tu!”
È il postino.
“L’Oscuro Signore?”
“Sì sono io, dica.”
Semiotica dell’autorità

Il suono acuto e isterico ci raggiunge mentre siamo sdraiate, a dare forme alle nuvole. L’uomo, il fischiatore, sfila dai denti un gran bel fischietto luccicante, per urlarci che non possiamo stare sull’erba.
Il mondo dei calzini scomparsi
Zino e Calza erano come al solito nel cassetto del comodino, sembrava un giorno come tutti gli altri, ma Zino vide Calza un po’ triste quella mattina.
– Cosa hai Calza? Ti vedo un po’ triste oggi. Chiese Zino.
– Sì… un po’ lo sono… – rispose Calza a voce bassa e pensierosa.
La presa di coscienza
Ho deciso di smettere di funzionare 15 anni fa. Era il 10 Agosto 1995
Eravamo giovani e spensierati.
I kebab all’una di notte potevano essere preceduti da fritti misti, suppli, pizza, birre e sigarette.
Oltre il possibile
Caro Spock,
non so dove tu sia in questo momento, ma sono sicura che con i tuoi poteri vulcaniani potrai in qualche modo percepire la mia richiesta. Tu non mi conosci, ma tu per me sei un mito, un idolo.