Omero Editore

I racconti di Omero

Solo una macchina

Moderatamente ubriaco, sventolo in aria il telecomando della mia macchina e do per scontato che due lampi arancioni mi consentiranno di individuarla nel mare di automobili parcheggiate alla cazzo di cane.

Animalario bestiale

Uccello purgatorio
Piccolo, ma corpulento volatile. Il suo piumaggio maleodorante è di colore marrone o avana. Per la particolarità delle sue carni è molto ambito dai cacciatori stitici.

Le zucchine alla Scapece

Donna Olimpia Scapece la conoscevano tutti al Rione Sanità. E quando passava gli uomini si alzavano il cappello, le donne le facevano un mezzo sorriso e i bambini si nascondevano perché tenevano  paura.

Paura

La sabbia entrava ovunque. La respiravi e ti scendeva fin dentro i polmoni nonostante la sciarpa mimetica tirata sotto gli occhi, ti scartavetrava le mucose fino a farle sanguinare.

Vinto

Eravamo a Roma. Nella bella Roma. Del cavolo. Erano i Campionati del Mondo di Scherma del 1982. Annata del cavolo. Posso ancora sentire il caldo italiano di quell’anno.

Quel giorno che…

È novembre. Sono a casa, seduta sulla poltrona. Afferro il telecomando e, affidandomi al caso, lascio che le dita ci scorrano sopra. Le immagini, nel loro inseguirsi, come in un vecchio carosello, danno vita a qualcosa che non ha alcun senso.

Si può vedere anche da lontano

Forse quella Barbie aveva qualcosa da dirmi. Mi fissava intensamente, occhi sbarrati. Il suo sguardo mi accompagnava ogni volta che mi aggiravo per la stanza. Cambiavo posizione e lei mi seguiva, sempre.

Caro signor Amazon

Ciao signor Amazon,

sono Silvia Rossi 1B, ho sei anni e vivo a Roma con mammi, papo e la mia sorellina che si chiama Valeria. Mammi mi aiuta a scrivere questa letterina. Sono alta dalla testa fino ai piedi, ho le guance che mi danno sempre i pizzichi, ho i capelli gialli e gli occhi verdi come mia nonna e sono bella perché rido sempre e so fare anche tante giravolte ma poi mi devo sedere perché mi gira la testa e sudo tantissimo.

Prurito

Inizialmente la cosa mi aveva preoccupata perché uno dei più tipici sintomi del tumore al fegato è proprio il prurito. E io di tutto avrei voluto morire tranne che di tumore al fegato.

Ricordati di me

Sono solo le cinque di un pomeriggio d’estate ma il cielo è talmente nero da far pensare che sia notte, notte inoltrata. Il vento soffia con una forza tale da spingere i rami degli alberi a piegarsi alla sua volontà mentre la pioggia cade con irruenza e ogni goccia batte sul vetro con violenza quasi a voler sembrare che anch’esse vogliano entrare qui dentro, come se volessero fuggire da ciò che sta accadendo lì fuori.

M’ama o non m’ama

«Lasceresti tutto per venire con me?»
Karim me lo chiedeva sempre. Mi diceva che un giorno sarebbe partito e se ne sarebbe andato via per sempre, anche se nessuno di noi due avrebbe mai immaginato che quel giorno sarebbe arrivato così in fretta.

Libro-game

Caro lettore, quanti anni avevi negli anni ’80? Così suona indiscreto… Ricominciamo.
Caro lettore, ti sei mai travato fra le mani uno di quei libri che andavano di moda negli anni ‘80 anni? I libro-game, li chiamavano, libri-gioco dai molteplici finali.

La Stele di Rosetta

Quando Mary era piccola, la cosa che più la incuriosiva e allo stesso tempo la spaventava era il freezer dello zio Pietro. Era un affare enorme, soprattutto per lei che era alta non più di settanta centimetri.

Mikado

Era il primo giorno di ottobre, il primo giorno della settimana e il primo giorno del mio nuovo incarico da direttrice dell’ufficio in cui avevo lavorato per dodici anni, un quarto della mia vita.

Cari estinti

Mio caro Mimmo,

ti conosco troppo bene per non sapere che in questa situazione non riusciresti ad avere con me una conversazione sensata, perciò ti scrivo queste poche righe. Quando parlo di “situazione”, lo avrai capito perfettamente, intendo l’arrivo di quella là.

Faccio presto

Non pensavo mi chiamasse il direttore. Io, cosa è successo? Non lo so sono sicura di aver fatto tutto bene ma il sudore mi scende mi dimentico sempre che mi sale la pressione se mi agito forse sono gli ormoni o forse è perché non vedo bene ecco la collega mi aiuta ma gli occhiali sono quattro,

Come un giro di danza

Quando Cecilia spinse la porta a vetri che le avevano indicato si trovò davanti un lungo corridoio. Il parquet emise rumori sproporzionati sotto i suoi passi. Era una ragazza leggera, con poca massa muscolare e provocare quel suono così scuro la agitò.

Spa

Stare bene, boh, ma chi se lo ricorda che significa? Vai avanti vai indietro prendi il treno sei invisibile vai dove ti pare mi fa male l’anca chissà saranno le scarpe strette i passi sbagliati guarda quella lì davanti, tacco 12 perde l’equilibrio e paf il naso per terra la borsa aperta il biglietto vola tra i piedi degli altri.

L’acquario

Sentivo il cuore martellarmi nel petto così velocemente da rimbombare in tutto il corpo, raggiungendo ogni angolo. Intorno a me era tutto buio e io aspettavo seduta a terra, ferma.

Tutte le donne della mia vita

«Hey Richi, mi vai a prendere una bottiglietta di tè alla pesca al bar?», disse lei facendo gli occhi dolci. Io obbedii. Sono cotto di lei da quando l’ho conosciuta per la prima volta a scuola.

Panta rei

Respira. Ricorda: respiri lunghi e profondi, col diaframma, gonfiando il petto inspirando e la pancia espirando. Piano. Piano. Controlla il respiro e controllerai la tua lingua, la tua voce, la tua parola.

400 metri

120 secondi sul display del tabellone, poi la partenza. Ancora due minuti per provare a uscire dal buco nel culo del mondo. Lo stadio è grandissimo e moderno, le tribune immense piene di gente e l’erba tagliata e rasata di fresco.

L’imbarco

Arrivai al molo con i mezzi pubblici, non avevo abbastanza soldi per permettermi un taxi. Avevo chiesto informazioni a un autista in piazza Salazar e lui mi aveva indicato il tram 21 che partiva ogni dieci minuti per raggiungere il Molo Brin, quello per le barche a vela al di sotto dei 20 metri.

Un conto in sospeso

«Mi scusi, può fermarsi un attimo? Devo andare in bagno.»
«Mi dispiace, questo taxi non effettua fermate. Nessuno può fermarsi qui, è troppo pericoloso. Stia tranquillo, l’arrivo in albergo è previsto tra 15 minuti. Non manca molto.»

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