
Quelli come noi
Quando la luce riusciva a tagliare l’aria nelle fessure del pavimento sulla nostra testa, noi finalmente giocavamo. Il buio sarebbe arrivato, ma c’era tempo. Alessia Donin illumina una botola e il suo segreto.
Quando la luce riusciva a tagliare l’aria nelle fessure del pavimento sulla nostra testa, noi finalmente giocavamo. Il buio sarebbe arrivato, ma c’era tempo. Alessia Donin illumina una botola e il suo segreto.
Tutto questo è assurdo. Tu sei assurda. Queste foto sono assurde. Noi siamo assurdi. Lorenzo De Angelis lancia in aria i pezzi di una storia per riafferrarla sotto una luce nuova.
Quell’orologio è così perfetto nella sua cornice. E in questa stanza di ospedale mi è capitato di pensare più volte a qualcosa di perfetto, provandone poi un immane dolore. Maria Cristina Peruzzini indaga la tenacia della vita.
L’umanità che scorre in questo ascensore è riassuntiva del mondo che c’è là fuori? Qual è il mio piano? Sofia Ricci mette in moto un meccanismo di difesa dal soffocamento.
Non avrei mai pensato di incontrarti qui, adesso. Quanto tempo è passato? Perché il tempo rimane sospeso? Federico Cicirata stringe il filo di una storia lunga una vita.
Dove sono finite le levette? Quali levette? Quelle che sono sparite dal tuo manubrio. Dove sono le levette, Valeria? Dove sono finite? Flaminia Chizzola ruota in una storia tra l’inizio e la fine di un anno.
Il click evidente di un accordo riuscito. La sequenza da battere. L’isolamento da cui uscire. Marta Di Nicola si mette in ascolto di un suono che ha qualcosa da rivelare.
Non era una mappa da trovare, era una mappa che si andava costruendo. E quando aprì il pesante portone… Alessandro Bottone indaga i percorsi del timore.
La luce si dirada, non lo vedi? È il tramonto o una nuova alba? Manca poco ormai. Riccardo Scafati illumina una piega del tempo.
Formiche, formiche, formiche. Ancora dannate formiche. Formiche. Federica Bracarda ruzzola tra gioco e dannazione.
Una bracciata. Ancora una. Poi un’altra. Sto arrivando, verità, anche se vorrei tornare indietro. E dormire. Anton Giulio Calenda indaga l’esistenza di un uomo che ce l’ha fatta.
Se io ho desiderato la morte d’altri? Ma quando mai. Che domande fai, signora? Per chi mi hai presa? Maria Grazia Scalas risponde a una chiamata insospettabile.
Adesso è il momento di lanciarsi, senza se e senza ma. Eppure… Gregorio Critelli trattiene il fiato prima di volare in picchiata.
A Zeus, vie’ n po’ qua che c’ho un problemino, va. Na cosuccia da niente, solo du’ corna. Roberta Patellaro invoca il sacro dio dell’Olimpo.
Sono pronta a rivederlo. Ma che mi viene mente? Sì, sono pronta a riprovarci. Devo essere impazzita. Federica Reale duella tra ragione e sentimento.
La signora Maria non sghignazza ma ridacchia, e il suo ridacchiare è così contagioso che… Eugenio Rescazzi intreccia atmosfere soffuse e palpabili intorno a una donna indimenticabile.
Non sapevo come dirlo. Non esistevano le parole giuste. Poi sono cadute così, una dietro l’altra. Michaela Diotallevi verseggia in grammelot le profonde emozioni di un vecchio.
Lo chiamano Club Kennedy, sembra essere un posto in cui poter imparare a riapprendere e compiere anche i più semplici gesti quotidiani. Ma oggi no, non mi va. Maria Giulia Biguzzi crea un luogo, un’isola, in cui permettere all’uomo di riappropriarsi di sé stesso.
Il mercoledì è il giorno dei bottoni. Anche loro stanno nel mio baule. Ieri ho diviso i colori ma era martedì. Oggi è mercoledì, il giorno dei bottoni. Oggi è mercoledì. Giulia Scorcioni aderisce perfettamente a un’esistenza possibile disegnata dall’autismo.
Oggi è la vigilia di Natale. La mia bambina aspetta il suo regalo per la vigilia di Natale. Le luci si spengono, finalmente. Lea Torrisi afferra un principio capace di accendere il Natale con luci diverse.
Il sole, il nostro ultimo sole volge al tramonto. Tic tac. Tic tac. Tic tac. E tu sei qui, anche se così distante. Luca Angeletti centellina l’ultimo istante della vita di un uomo.
Un’esplosione. Il corpo colpito. Il mio corpo lacerato. Mio fratello. Mio padre. Madrid. E tutta questa polvere. Pina Porchi dipinge un paesaggio rarefatto dal dolore e dalla sua sopportazione.
Lì, sulle Dolomiti, quel giorno non riuscivo a impedirmi una caduta senza fine mentre oggi salgo a piedi nel mio ufficio in un escalation irreversibile. Andrea Talamonti resta in bilico tra due realtà.
Si danno tante cose per scontate. Come conquistarsi un grembiulino per la scuola, la scuola stessa, i compagni, la normalità. Chiara Gramegna affronta una grande sfida per una ragazzina.
Ho deciso che per questa Missione C19 terrò un diario di bordo per capire come funziona questa navicella e magari, nell’evenienza, ricordarmelo in futuro. Barbara Vecchietti intraprende una missione che ha tanto da svelare sui tempi d’oggi.
ha pubblicato con Einaudi, Rizzoli e Sellerio
con La Dragunera, Il Saggiatore (2020)
con L’ironia delle scelte obbligate, Il ciliegio (2020)
con Radio tenebre, Il seme bianco (2020)
con Donna Francesca Savasta, intesa Ciccina, Astoria (2020)
con Ma non il vizio, La Caravella (2020)