Quando facevamo gli auguri a Muhammad Ali
Articolo originariamente uscito su MAG O il 21 gennaio 2015, a pochi giorni dal compleanno di Muhammad Ali che adesso se n’è andato a vincere incontri in Paradiso.
Articolo originariamente uscito su MAG O il 21 gennaio 2015, a pochi giorni dal compleanno di Muhammad Ali che adesso se n’è andato a vincere incontri in Paradiso.
Muhammad Ali. Saperlo in ospedale, nei giorni del suo settantatreesimo compleanno, lui che è nato il 17 gennaio del 1942, mi rattrista molto. Bello come un eroe greco, un metro e novantuno per cento chili di muscoli perfettamente allenati, da adolescente ne ammiravo le superbe qualità atletiche e l’immensa eleganza boxistica.
“Come è stata la sua vita?”, gli chiesero. “Io sono un uomo che ha sognato di essere Enzo Ferrari” rispose. E non si è mai svegliato. L’immagine che ho di…
Se sia un segno del destino, o una casuale coincidenza, non è dato saperlo, ma la presentazione della nuova Ferrari F1, la F14-T, che alcuni leggono FIAT…
Avrei voluto scrivere altre parole, lo giuro. Perché dall’89 non mi perdo un Gran Premio, ma ricordo gare dell’88, quando alla Ferrari c’erano Berger e Alboreto e morì il Drake.
E poi vedi il Giro d’Italia, l’arrivo in salita a duemilatrecento metri, tra la neve, neve vera, e freddo, temperatura sotto lo zero all’arrivo, l’arrivo, le Tre Cime…
ha pubblicato con Einaudi, Rizzoli e Sellerio
con La Dragunera, Il Saggiatore (2020)
con L’ironia delle scelte obbligate, Il ciliegio (2020)
con Radio tenebre, Il seme bianco (2020)
con Donna Francesca Savasta, intesa Ciccina, Astoria (2020)
con Ma non il vizio, La Caravella (2020)