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Riccardo Scafati

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Il crollo di Edvard Munch

Apro con apprensione l’anta dell’armadio della camera da letto degli ospiti. È l’ultimo posto che mi rimane da controllare, nella speranza di trovare il papillon verde con i pallini beige che da sempre indosso nelle occasioni importanti. Lo considero quasi un heldig sjarm, un portafortuna. E oggi, proprio oggi, non posso uscire senza… Riccardo Scafati s’inabissa con furore nell’universo di Edvard Munch.

Cani finti sui cruscotti

Cinque squilli prima della risposta. Poi una voce concitata che cerca di ergersi tra i rumori di una cucina affollata. «Ristorante l’Ancora, dica al volo.» Nessun saluto, nessuna presentazione… Riccardo Scafati partecipa a una cena esistenziale.

Giove capitolino

So’ Zeus, mica ‘n semplice coatto come voi artri che nun avete ancora capito che i piedi mica li poggiate solo sui sampietrini, ma soprattutto nelle buche de sta Roma sgretolata. Vabbè. Riccardo Scafati scatena Zeus nella capitale.

Frantisek

Frantisek aveva sempre un sorriso. Non so se si trattasse di una paralisi o altro, perché come si poteva sorridere in questo buio? Riccardo Scafati anela un nuovo sentore di libertà.

Ultimo tramonto

La luce si dirada, non lo vedi? È il tramonto o una nuova alba? Manca poco ormai. Riccardo Scafati illumina una piega del tempo.

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