Specchio d’acqua

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Oggi, mentre passeggiavo al lago ho sentito una musica proveniente da lontano, probabilmente da un’auto in sosta. Era una canzone di fine anni ’60 che non ascoltavo da tempo. Ho avvertito, sin da subito, una strana sensazione. Quel brano musicale…

Oggi, mentre passeggiavo al lago, ho sentito una musica proveniente da lontano, probabilmente da un’auto in sosta. Era una canzone di fine anni ’60 che non ascoltavo da tempo.
Ho avvertito, sin da subito, una strana sensazione.
Quel brano musicale, che all’epoca era stato un successo estivo, mi ha ispirato naturalmente pensieri legati al mare. E non perché fossi assorta a guardare il sole che si specchiava nelle acque del lago, ma per quella inaspettata sensazione provata per un attimo, ovvero di sentire l’odore di salsedine tipico del mare.
Mi sono seduta s’una panchina e ho continuato a osservare il lago: mite, assolato, un po’ triste, ma non più di quanto accade sulle rive dei laghi all’inizio di ogni autunno.
Di solito, al lago, resto avvolge da quell’odore sgradevole di acqua stagnante, di alghe essiccate, tentacolari; dalla mia paura di annegare.
Ma oggi c’è qualcosa di diverso nell’aria, un odore di salsedine che gradualmente si insinua in ogni intercapedine del mio corpo pervadendo lo spazio che mi circonda fino a che, prepotenti i ricordi invadono ogni cosa.
Il mare. Il mormorio delle onde provenire da lontano. Lo sciabordio del mare sulle pietre bianche. Il grido dei gabbiani. Quell’odore di pietre e conchiglie e i retini dei bambini. Il brontolio delle barche ormeggiate. Una voce maschile che mi raccomanda di muovere contemporaneamente le braccia e le gambe. La voce di mio padre, e l’odore della sua pelle: per un attimo rivedo i suoi occhi azzurri, confusi nel colore del mare.

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