«Bisogna essere consapevoli di cosa si sta facendo quando si racconta una storia.»
«Quindi secondo te bisognerebbe già conoscere la storia che si vuole scrivere.»
«Non sto dicendo questo, non è solo una questione drammaturgica.»
«E di cosa, di stile allora?»
«Anche, ma non è ancora sufficiente.»
«Parli di talento?»
«Nemmeno quello è sufficiente.»
«Allora cos’è che distingue un vero scrittore?»
«Te l’ho detto, la consapevolezza. Uno scrittore, quando narra, non può prescindere dal fatto di possedere una propria grammatica del mondo, una grammatica che non è detto coincida sempre con quella degli altri.»
«Può essere, ma l’importante è che si capisca.»
«No, l’importante è che la storia sia universale. Quindi le domande da porsi quando si scrive, considerata la soggettività del linguaggio, sarebbero: Come posso ri-raccontare la mia storia, la mia versione dei fatti, in modo tale che ognuno trovi dentro il suo senso? Qual è il punto in comune tra la mia storia e le vite degli altri? E come posso trovare me negli altri?»
Questa settimana i nostri allievi indossano i vestiti dei propri personaggi…
Stefanelli passa la sciolina sulle lamine degli sci. Uno dopo l’altro, a flusso continuo. Dallo scafandro di vestiti in cui è immerso esce soltanto la testa, quadrata, come i capelli bianchi che ha in testa. I ragazzi si alternano sotto la sua capannetta di legno accompagnati dai genitori che ostentano confidenza nei suoi confronti. Lui risponde, concede qualche sorriso di circostanza, ma non distoglie mai lo sguardo dagli sci… Simone Clemente osserva da un’angolatura privilegiata il mondo interiore di un uomo rude quanto autentico.
«Alexa, verifica il riempimento dello scomparto polimeri della stampante 3d.» «Scomparto-polimeri-100%» rispose il dispositivo con tono secco. «Grazie, Alexa. Sei l’unica donna che sopporto»… Andrea Zappalaglio si proietta in un mondo prossimo in cui il confine tra tecnologia e autonomia si fa sempre più labile.
Morto Bebo, Jessie smise di parlarmi. Bebo era il nostro cane – o meglio, il suo cane. Non che io provassi meno affetto e non che l’affetto si possa misurare, ma fu lei ad acquistarlo in un allevamento di bull-terrier di campagna, come si faceva ai vecchi tempi. Uno del tipo piccolo, detto miniatura, che all’atto pratico è un nano, e io lo amavo proprio in quanto tale, privo di chance di sopravvivenza… Tommaso Beccarini dà piena voce a un dolore esule da qualsiasi banalità.
Ai bambini si racconta di non toccare le ali di una farfalla, altrimenti non potrà più volare e resterà per sempre a terra. Qualcosa di simile succede alle anime gemelle, spiriti affini. Così, se due persone legate da una forza innaturale si toccano, non potranno più vivere come prima… Sarah Stikans traccia la rotta di due anime segnate da un destino inevitabile.
Ha gli occhi marroni. Nocciola, caramello, castagna. Non saprei. Un marrone caldo, dolce, accogliente. Non saprei dire che esatta tonalità di marrone sia. Ricambia il mio sguardo. Ha gli occhi marroni. Sono caldi, caldi come il suo appartamento… Michelangelo Marzouki s’inabissa in una visione così ravvicinata da riuscire a toccare anche il lettore.