No, basta, io non ci sto più. Non ce la faccio, questa non è più vita.
Sono tutto arrossato e mi si sta screpolando tutta la pelle. La mia testa è tutta gonfia. Sentirmi sempre le tue mani addosso che su e giù e su e giù e su e giù e schizza e rischizza e schizza un mare, un mare di liquido appiccicoso e poi ti fermi e passa un’ora e ancora e non ti stanchi. Questa vita è diventata impossibile per me.
Ecco, io sono il membro virile di un masturbatore compulsivo che tutti i giorni e tante volte al giorno ha l’urgenza di farsi le pippe. Cinque contro uno e fuori la guardia. Io non ce la faccio più, questa è l’ora di andare a farti curare. E vai da uno bravo!
Bene, voglio esporre questa problematica al cervello che qualcosa sicuramente mi dirà e potrà essermi d’aiuto. Voglio una spiegazione ma voglio soprattutto essere tranquillizzato finché finisca questo ménage, che per me è diventato una tragedia. In passato l’orgasmo era l’avvenimento clou che poteva capitarmi. Quegli orgasmi bellissimi su un corpo bellissimo, caldo che mi facevano sentire un re. Non aspettavo che il fine settimana per dormire con lei: un cinema, una buona cena e la serata finiva in bellezza. Facevamo l’amore con gusto, piacere e grande coinvolgimento. Ero molto ricercato dalle femmine in quegli anni. «Marco è quello bravo, quello che fa bene all’amore. Dicono che ha un pisello enorme! Chissà se un giorno me lo farà provare».
Che bei tempi, beata gioventù.
Oggi mi sento un uomo-oggetto, mi sento usato è strausato. «Ma tu cervello cosa ne pensi dall’alto delle tue capacità?» «Mio caro membro, caro membro virile, il tuo padrone non sta bene, ha un problema serio. Lo hanno chiamato masturbatore compulsivo. Tutto ‘sto nome complicato e scientifico solo per non dire segaiolo. Ma adesso è stanco, si vergogna non ce la fa più. Ma resisterà.
Tu, d’altronde, te vai in erezione a ogni tre per due. Vedi un uomo e vai in erezione, vedi una donna idem, senti “patata” e stessa cosa. Tutto ti eccita. Anche una vibrazione del sedile del motorino.
Non può continuare così, stai buono, e calmo. Fatti una doccia fredda» «E no, caro cervello, tu non puoi liquidarmi in questo modo. Per anni mi hai detto che dovevo essere reattivo, sempre in guardia e pronto per ogni evenienza. Ti ho sempre fatto fare una bella figura, io. Il mio nemico numero uno era fare cilecca, ma per fortuna non è mai successo, il mio membro virile non mi ha mai fatto fare brutte figure. Anche quando non ero proprio in piena forma. Ma ora, vedi, io ho bisogno di riposo, voglio dormire. Fatemi riposare perché non ce la faccio più. E che cazzo!»