Le mie cocche sono al fresco sul prato mentre io crepo dal caldo su sto treno il dottore dice che devo cambiare aria ambiente svagarmi non stare tutto il giorno con le galline dice che è una fissazione mi ha messo paura finisco in manicomio come mio cugino sandro però lui vedeva cani con la testa di gallina i manicomi li hanno chiusi io mica vedo cose strane su questo treno crepo asfissiato mi sa che si è rotta l’aria condizionata ‘sta signora mi guarda come se fossi matto io sono triste mia nonna era sempre triste ma diventava allegra quando andavamo a comprare le uova dal contadino e forse è per questo che ci tengo tanto alle galline mia nonna era contenta quando andavamo a comprare le uova per la frittata io preferisco la pastasciutta con il ragù la mamma la faceva scotta chissà se ci sono galline nelle fattorie di ‘sta cazzo di campagna dove ‘sto cazzo di treno è fermo per aspettare il transito di un altro cazzo di treno sono stufo marcio di stare qui fermo con ‘sta signora che continua a guardare la mia cravatta non capisco che ci trova di strano in una cravatta con galline su sfondo blu il vestito di mia mamma aveva ananas su sfondo blu papà l’aveva comprato a milano quando lo aspettavo il rumore del rapido che si avvicinava mi faceva venire i brividi per la schiena i signori in giacca e cravatta salutavano mio papà noi andavamo a casa in taxi quando papà ha comprato la seicento alla stazione ci andava e tornava da solo quella volta si trovava parcheggio mica come adesso di nuovo in attesa del transito di un altro treno venti minuti di ritardo dovevo comprare un panino prima di partire se solo si muovesse ‘sto treno e la piantassero di rincoglionirmi con gli annunci in inglese ma guarda tu come pronunciano i nomi delle città questo va al bagno col gatto in gabbia è più grosso di un cane roba da pazzi chissà come va la zampa di cocca agnese quello stronzo di vicino che lascia libero il pastore maremmano che ancora un poco mi mangia l’agnese siamo in arrivo nella stazione di milano centrale ho le scatole piene però forse va meglio di testa perché non mi viene da piangere quando penso alla cocca agnese e alla sua zampetta però io una telefonata alla teresa gliela faccio che il pollaio deve essere ben chiuso di notte sennò la faina se le mangia tutte la mia mamma si prendeva paura quando la faina galoppava sul tetto io ridevo mamma urlava papà le gridava di stare zitta la faina si pappava gli uccelletti povere cocche chissà se mangiano quando io non ci sono però sono cazzi loro se hanno fame mangiassero mica devo stare lì a imbeccarle sennò la fissazione non passa se n’è andata quella stronza che guardava la cravatta meglio che mi preparo anch’io sennò finisco a torino io l’albergo ce l’ho a milano a me tutte ‘ste case appiccicate alla ferrovia con quei poggioli piccoli piccoli pieni di roba mi fanno tristezza chissà se qualcuno ci tiene le galline magari hanno gli orti per pensionati se non fossi andato in pensione le galline non me le sarei messe così non mi veniva la fissazione, chissà se a milano ci sono i piccioni come a venezia in ‘sta stazione c’è troppa gente sembra un pollaio ma ti pare che sul marciapiede ci devo trovare la polizia con i cani che cercano i tossici e a quelli sì bisogna starci attenti che per le dosi ti rubano come a mia cugina che saliva sul treno le hanno fottuto mezzo milione c’erano ancora le lire quanto tempo è passato però scema anche lei con la borsa aperta che brutta faccia hanno ‘sti cani mica come la cocca claudia che mi viene incontro facendo co co co co co dio santo quanto mi mancano le galline però a loro non ci devo pensare che ‘sti cani scuri con la bava alla bocca mi stanno a fissare ma io l’erba non ce l’ho chissà se le cocche sono nel prato sti cani a uno che porta un po’ di erba lo sgamano quella volta ci sono rimasto di merda ai giardinetti giusto il tempo di pisciare con la prostata che non mi lascia vivere e i tossici mi fottono il borsello e la polizia a dirmi non bisogna lasciare roba in macchina il coglione sei tu hanno fatto bene a derubarti a quel ladro di carrozziere che gli pigliasse un colpo cento euro per il vetro gli ho dato guarda questa che suona l’organetto con il pappagallo sulle spalle mamma mia da quanto tempo non vedo uno con l’organetto ci sono anche i cagnetti di plastica che saltano facendo bau bau bau papà me li comprava quanti anni sono passati il piazzale è pieno di piccioni manco si cammina questi cagano non fanno le uova come le mie cocche le fanno sui cornicioni cascano sulle macchine sporcano i vetri bisogna grattarli con il vetril e questa città è piena di piccioni piuttosto accendo la tele qui in hotel vicino al quadro del gallo che sembra vero bravo il pittore però io preferisco le galline il gallo crede di essere chissà chi ma fa solo chi chi ri cchì manco le uova sa fare parto alla mattina presto che sennò faccio tardi che il pollaio domani sera lo voglio chiudere non mi fido di teresa però è servito ‘sto viaggio che non mi vien da piangere se penso alle cocche a casa e io qui con il gallo che mi sta proprio sul cazzo quasi quasi lo tiro giù e lo butto nel cessochi chi ri cchì che mi sta a prendere il groppo in gola papà diceva che lui a milano alla sua famiglia ci pensava anche se era lontano, la mamma però si arrabbiava per quella pubblicità di biancheria sexy che arrivava per posta diceva che lui andava agli spogliarelli con i colleghi porco cane e io sono stanco morto manco a cena vado mi è rimasto sullo stomaco quello schifo di hamburger e domani prendo il primo treno anzi no il secondo che è un regionale sennò con ‘ste frecce chi chi ri cchì spendo troppo mi fermo a quel negozio per animali prima della stazione che forse c’è qualcosa di buono per le mie cocche co co co co co sono stanco morto non mi faccio la doccia chi se ne frega co co se puzzo ‘sto viaggio non è servito a un cazzo lunedì torno dal dottore e gli dico che le mie galline non le lascio mai più non posso vivere senza di loro e che andasse a fanculo lui e la sua fissazione.