Luca è di là che suona il pianoforte. Ora è bravo, ma lo ascoltavi volentieri anche quando era un ragazzino. Non ti importava che le sue dita non trovassero mai il tasto giusto e tu potevi solo immaginare la melodia nascosta dagli errori. Lui si correggeva subito. Ti faceva tenerezza il suo impegno. Cantavi felice sottovoce insieme a quel suono. Luca era un bambino timido, ma quale bambino dedica ore alla sua passione senza rinunciare a qualche gioco in più con gli amichetti? Non ci facevi ancora caso, allora, non ti preoccupavi.
Prendi posto accanto alla finestra, ti piace ascoltare vicino al sole che entra, assaporare il calore come se fosse un qualcosa venuto da te e non dalla primavera. Ecco, Luca sta iniziando il tuo pezzo preferito tra quelli a cui si dedica da un po’. È Bach, la sua trascrizione per tastiera del concerto per oboe di Alessandro Marcello. Fra poco arriverà l’Adagio. E allora ti siederai ancora vicino al sole, ma in cucina, senza respiro. Vorrai scomparire nella paura di disturbarlo per via della tua sola presenza in casa. Non ti perderai nessuna di quelle note, immaginerai la sua faccia pallida, i capelli color del miele, gli occhi dolci, bassi, le sue ciglia lunghe, e vedrai la sua malinconia, sì, vedrai davanti a te la malinconia di Luca, quella sua incomprensibile solitudine.
Sarebbe bello organizzare un suo concerto proprio qui, a casa, con tutti gli amici. Quante volte glielo hai proposto. Ma lui non vuole, dice che gli danno fastidio queste serate con gente che non capisce nulla di musica, con quei borghesi ignoranti che lui detesta. Tante volte hai provato a rasserenarlo, gli hai detto che soprattutto i suoi, di amici, dovrebbe invitare.
Se solo si convincesse ad iniziare, a rompere il ghiaccio. Organizzeresti un dopo cena con rapido spuntino alla fine; sarebbero pochi pezzi, il suo Bach e il suo Mozart di questo inverno, niente di più. Faresti spazio nel salotto intorno al suo mezza coda, sarebbero sufficienti le tre poltroncine e il divano a due posti. Tu resteresti in piedi, per risparmiare sedute. Ma anche perché l’orgoglio ti farebbe palpitare il cuore: non riusciresti a startene lì, seduta e ferma, con le mani in grembo, come se nulla fosse. Il tuo orgoglio salirebbe sempre di più, per toccare l’apice al momento dell’Adagio dal concerto di Alessandro Marcello. All’Adagio si creerebbe un’atmosfera talmente toccante, così struggente da colpire tutti. Si complimenteranno con te, alla fine, avranno occhi sinceri, esterrefatti, saranno invidiosi del tuo figlio geniale. Peccato che saranno in pochi. Ma potresti anche fare le cose più in grande, perché no? Degne di Luca e del suo talento. E degne della madre di un pianista di successo. Il posto c’è e se non c’è basta crearlo. Porteresti le sedie dalla cucina, spalancheresti la porta del salotto, metteresti delle sedute nell’anticamera, qualche tavolino per il buffet. Sarebbe semplice per te preparare dei buoni stuzzichini da prendere prima, durante e dopo il concerto, a piacere. Faresti le frittelle con le zucchine, le polpette di melanzane, dei muffin salati con piselli e prosciutto, ma anche gli involtini primavera, chissà, ed il vitello tonnato, le polpettine di tonno e ricotta, le pizzette rosse. Potresti organizzare anche un buffet di dolci, da servire in cucina, per la fine del concerto: basterà lasciare la porta della cucina aperta, far capire agli invitati che l’intera zona giorno della casa sarà a loro disposizione per spostarsi liberamente. Non dovranno mancare i muffin al cioccolato, le frittelle, i cuori di sfoglia con la crema, i cannelloni alla ricotta. Inviteresti anche i colleghi più simpatici, le amiche del corso di yoga, i vicini del pianerottolo. Metteresti fiori, dei fiori discreti, delicati, sparsi qua e là. Daresti prova della tua raffinatezza. Qualche giorno prima, durante i preparativi della serata, riceveresti la telefonata di una ragazza, della ragazza di Luca. Lei si presenterebbe così, come la ragazza di Luca. Avrebbe una bella voce, vivace, squillante, incline alla risata. Ti direbbe che Luca stesso l’ha spinta a chiamarti perché anche lei sarà presente al concerto. Ti direbbe che Luca le ha parlato molto di te, che è entusiasta della tua discreta presenza, della tua cultura in fatto di musica, della tua solarità. Sei una donna di grande fascino, dice Luca di te, la madre ideale. Tu sarai sorpresa, dichiarerai di non aver saputo che Luca ha una ragazza e lei ci saprà fare con te, ti metterà subito a tuo agio, dirà che Luca ha aspettato proprio questa grande occasione del concerto per rivelarti questa importante novità. Aggiungerà, la ragazza di Luca, che lei è una violinista, che è già diplomata e che già suona in orchestre famose, che viaggia, che guadagna. E dichiarerà che comunque per lei suonare con lui è la cosa che le dà la maggiore soddisfazione, che adora suonare in duetto con lui, che grazie alla bravura e alla sensibilità di Luca, lei ha deciso di specializzarsi in musica da camera e che lo aiuterà senz’altro a fare carriera, a diventare famoso, visto che lei ha già molta esperienza ed è piuttosto conosciuta. Annuncerà, infine, la ragazza di Luca, che al concerto a casa vostra hanno pensato di suonare qualche pezzo insieme. Ci saranno anche alcuni dei loro amici. Non tutti, perché tutti sarebbero davvero troppi.
E così la casa sarà piena di gente, gli amici di Luca e della sua ragazza, i tuoi amici e anche le persone importanti per la sua carriera, gente che conta nel campo della musica che la ragazza di Luca avrà invitato. Sarebbe un grande evento, non la seratina informale a casa di vecchi conoscenti, ma la serata memorabile che ti vedrà protagonista. Tutti ti immagineranno più giovane, sarai passata dal parrucchiere per rinfrescare la tinta e la piega, indosserai il tubino nero da sera che hai visto da Gucci e che comprerai per l’occasione. Col tuo fisico ti puoi permettere qualunque cosa. Sarai la giovane ed elegante madre di un promettente talentuoso pianista e…
Dal salotto sta arrivando l’Adagio. Ti siedi in cucina, cercando di non fare rumore col tuo respiro finché il movimento sarà terminato.
Luca ti raggiunge. «Hai fame?», domandi come sempre. E come sempre ti risponderà di no, che uscirà con gli amici. Tu lo sai che non è così.
La porta si chiude alle sue spalle, e ti sembra di vederlo: farsi un giro per le strade di Roma, fermarsi a una Conad per comprarsi una rosetta col salame, e poi mangiarsela in macchina, ascoltando la musica, sotto la luce di un lampione.