Come cominciare un racconto? Ipotizziamo. Lasci andare un pallone da basket sul parquet rigido. Resti a guardarlo. Il pallone rimbalza su sé stesso una due tre volte: la distanza dal suo punto di partenza si riduce rapidamente, poi si ferma. Il rimbombo causato dalla sua caduta nella stanza ti ipnotizza. Guardi il foglio bianco sulla scrivania. Riprendi il pallone e ricrei quella vibrazione calante una seconda volta. Sembra suggerirti qualcosa. Sembra che in quell’intervallo che si assottiglia sempre più tra un riverbero e l’altro si nasconda qualcosa. Il pallone non si è mosso, nemmeno la penna, ma la tua mente sì. Infilandoti nell’ultimo intervallo sonoro sei di nuovo lì, sulla neve. I tuoi piedi che affondano a ogni passo si fanno più lenti, più pensanti. Manca ancora un po’ di strada al rifugio prima che tramonti il sole, adesso accecante, arancione intenso, rotondo. Ora guardi nuovamente il pallone ai tuoi piedi, lo sollevi. Lo poggi sulla scrivania, e cominci a scrivere, mentre il freddo avvolge gradualmente i tuoi piedi stanchi.
Questa settimana i nostri allievi si addentrano nelle strade della creatività…
Sono riuscita per un soffio a chiudere la porta a chiave, ma lui è già qui fuori che urla e mi dice di aprire. Dà calci e pugni alla porta che spero sia abbastanza solida, ma so che presto toccherà a me. Se solo avessi fatto più attenzione con la minestra, se solo non avessi sempre la testa tra le nuvole… Natascia Palamà veste i panni di un’esistenza pronta a sorprendere.
Dovevo chiudere il cimitero, io. Ero custode al servizio del Comune di Casarsa della Delizia. E la sera di ogni santo giorno dovevo assicurarmi che Pier Paolo Pasolini fosse tornato alla sua tomba… Stefano Mariantoni ci catapulta in una storia immaginaria e fedele alla realtà.
Perché far credere ogni volta a mia figlia di comprarle un cane per Natale o per il compleanno, rendendola così un’insicura passiva aggressiva e ledendo nelle fondamenta il nostro rapporto costruito con estrema fatica? Semplicemente perché io odio i cani in modo viscerale… Danilo Mengoni si lancia in un soliloquio ironico quanto risolutivo.
Sono single, mai sposata né accompagnata. Non ho figli. Sono di statura normale, né magra né grassa, castana di capelli, e di solito vesto di nero per non dare nell’occhio: sono una borseggiatrice… Maria Teresa D’Agostino dà voce a una storia ben lontana dagli stereotipi comuni.
Ciao Angela, ce l’hai un momento? Lo so che mi dici sempre che ti tengo ore sui vocali, ma oggi davvero ne ho bisogno. Che giornata… non ci capisco niente, mi manca il respiro… non so che mi è successo in testa, da dove viene tutta questa fame. Sono a casa di Mauro, lui però non c’è più… Irene Amore si lascia andare a un delirio incalzante tra fame e amore.