Ci son dei giorni smègi e lombidiosi, scriveva Fosco Maraini. E a ragione. Già, perché pur servendosi di parole inventate riusciva meglio nel suo intento di comunicare il sentimento di un parlato, di una visione cristallina senza orpelli. E come non riconoscersi immediatamente nell’atmosfera creata dalle sue parole? Come non pensare a quelle mattine, a quei pomeriggi, a quella frazione di secondo in cui il coperchio del mondo sembra premere sulle nostre vite? Ma poi ecco che il giorno si fa tutto a zìmpani e zirlecchi, un giorno tutto gnacchi e timparlini e le nuvole buzzìllano, finalmente, liberandoci da quel peso che gravava sulle nostre teste.
Questa settimana i nostri autori ci proiettano in nuovi mondi e ci lasciano le loro impressioni sull’incontro con Giampaolo Simi nella nostra Scuola…
Continuo a girarmi e rigirarmi nel letto in cerca della posizione perfetta, quella a cui potermi abbandonare. Fausto Tarsitano sviluppa un sito geniale in grado di dare una risposta concreta all’insonnia e alle paure.
Quando ti ho comprata avevo bisogno di organizzare la mia vita al meglio, ma tu sei andata oltre. E ho sorriso. Cesare Gigli mette mano ai circuiti di un’intelligenza artificiale.
Guardo le stalattiti sul soffitto e vedo il tuo vestito azzurro. Dove sei? Elvira Pizzoli intona il suo flusso di pensieri a una canzone indimenticabile.
Sono al civico 102 di via Fonteiana, e un autore straordinario è qui con me. Gabriella Bosco racconta il suo stupore per l’incontro con Giampaolo Simi.
Continuano a girarmi per la testa le parole-materia di Simenon, la suor Lynette di Saunders e ho bisogno di scrivere. Lavinia Benincampi ripercorre e introietta i motivi per non perdere la gioia di scrivere offerti da Giampaolo Simi.