Stare bene, boh, ma chi se lo ricorda che significa? Vai avanti vai indietro prendi il treno sei invisibile vai dove ti pare mi fa male l’anca chissà saranno le scarpe strette i passi sbagliati guarda quella lì davanti, tacco 12 perde l’equilibrio e paf il naso per terra la borsa aperta il biglietto vola tra i piedi degli altri. Quelle col tacco 12 di mattina presto cercano qualcosa a volte la trovano, io gli orecchini persi non li ho trovati mai, per me più nessun luccichio mica come i pesci che ti strisciano addosso quando fai il bagno e li vedi solo quando il sole nell’acqua gli accende le squame, ma dove ho messo la crema per le mani devo smettere di mangiarmi le unghie guarda quella che smalto cardinale sul polpastrello a mandorla, sì mandorle amare odor di cianuro pochi secondi e paf tutto potrebbe scomparire il tacco 12 le scarpe strette il dolore all’anca e questi cazzo di pensieri. Mostrine sui polsi borsa a tracolla, biglietto! signori biglietto! e se non ce l’avessi il biglietto multa soldi attenzione sghignazzi finalmente mi vedono non più invisibile e se lei non lo trovasse più il biglietto nella borsa caduta dal tacco 12 che vergogna niente soldi verbale documenti polizia la guardo mi guarda paura clandestinità passaporti rubati troppi clienti passati addosso. Ce l’ho io il suo biglietto! sorrisi gratitudine occhi lucidi vent’anni e una vita a pezzi davanti, venti secondi alla fermata spintoni saluti mi abbraccia mi stringe tra poco ufficio facce noia panino mangiato al volo voglia di un tacco 12 di un vestito aderente di una faccia, della mia faccia quando avevo trent’anni e tutta la vita davanti, di qualcuno che mi regali un biglietto spa e mi sorrida, me lo regalo da sola, cammino mani in tasca troppe cose dentro fazzoletti sporchi caramelle appiccicose tiket scaduti, il treno andato e il mio portafoglio non c’è più.