Tra tutte le città statunitensi, San Francisco è quella più “europea”, o per meglio dire “nord europea”. Qui il nazionalismo lascia il posto ad una cultura internazionale, e si può ancora respirare un anticonformismo che distingue questa città da altre grandi metropoli e che trova le sue radici nella rivoluzione giovanile; è per questo che i suoi abitanti ci sembrano decisamente “meno americani”.
San Francisco somiglia ad una gigantesca comunità in cui, malgrado la forte differenziazione sociale, è possibile osservare una certa solidarietà tra la gente.
Molto particolari risultano l’architettura e la disposizione urbanistica: l’arredo urbano si adegua alle esigenze del progresso senza stravolgere l’identità della città e l’eredità del passato.
San Francisco è stata anche culla e teatro di nuove concezioni cinematografiche: dai primi lunghi inseguimenti d’auto nel film “Bullit” (1968, regia di Peter Yates, interpretato da Steve McQueen e tratto dal romanzo “The Mute Witness” di R.L. Pike),
fino alla rocambolesca “Fuga da Alcatraz” (1979, regia di Don Siegel, con Clint Eastwood), in cui si racconta la spettacolare evasione di alcuni detenuti, episodio realmente accaduto che contribuì alla chiusura del terribile carcere oggi meta turistica prediletta per quanti desiderano ripercorrere con brivido il tragitto dei condannati a morte.
Da non dimenticare il serial televisivo “Per le strade di San Francisco”. Trasmessa a partire dal 1972, la serie vanta il merito di aver “prestato” al grande schermo un suo episodio: si tratta del film di V.W.Vogel “Giurati in ostaggio”, del 1976, con Michael Douglas (già cointerprete della serie), in cui si narra di una famiglia mafiosa americana che arriva a prendere in ostaggio un’intera giuria di tribunale.
Per finire, come non segnalare “Grosso guaio a Chinatown” (film di John Carpenter del 1986, con Kurt Russell)?
La vicenda trae inizio dal rapimento di una ragazza cinese da parte di una strampalata banda di malviventi.
Il film è stato uno dei primi a basarsi sulla mescolanza di filoni diversi – dall’esoterismo storico-spirituale all’avventura dei più classici film d’azione americani – il tutto originalmente rivisitato attraverso l’uso sapiente di una marcata vena satirica. Ad esso devono molto anche film recentissimi quali “il Monaco” ( Paul Hunter, 2003) o “Il mistero dei Templari”(John Turteltaub, 2004).
In collaborazione con Tania Russo