Con il Macello di Vasco Prociolini (Procyon Fiorentinus), un orsetto lavatore nativo di Firenze, entriamo nell’ambito del romanzo di formazione, quella di un maiale presuntuoso, convinto di essere degno di ben altro destino rispetto a quello spettante gli altri esemplari della sua specie, solo perché nato all’ombra del David del Maialangelo. Dopo aver tentato invano, varie volte, di sfuggire alla camera di macellazione, ha compreso solo alla fine, tra le ultime sbarre, che il suo destino in fondo era sempre stato quello: reincarnarsi in una finocchiona.
Carlo Emilio Gatta (Persianus Abbecedarius) è un gattone milanese trasferitosi a Roma, la città dei gatti per eccellenza, perché sognava segretamente di finire sulla copertina di uno dei suoi celebri calendari per gattare. A parte queste aspirazioni da fotomodello, ha segnato la narrativa del secolo scorso attraverso un impasto originalissimo di miagolii diversi, tra dialetti, termini gergali e tecnici, neoversismi, stravolgendo continuamente le strutture convenzionali del romanzo. L’intento è riuscito: è l’unico autore del quale si possono leggere pagine intere senza prestare attenzione alla storia narrata, incantati ed ipnotizzati dal solo suono dei versi impiegati. I suoi romanzi più celebri sono La Muccanica e Quer Piccionaccio brutto de Via Merulana. In quest’ultimo racconta di un fatto realmente accaduto: un omicidio per beccaggio e un furto di gioielli avvenuti entrambi all’interno dello stesso palazzo, in Via Merulana 219. Immediatamente la colpa viene data alle gazze ladre del Colosseo ma alla fine si scopre che il colpevole era un piccione di Trastevere, brutto e spelacchiato, che sperava quindi di usare i gioielli per essere ammesso a beccare tra le ville dei Parioli, dove, volava voce, ci fossero le briciole migliori.
Il Gatta ha scritto anche splendide poesie. In una di queste, dedicata a tutti gatti randagi desolati per la loro vita vagabonda, racconta quanto può essere ugualmente dolorosa la vita del gatto domestico:
Tacite immagini della tristezza
di un gatto operato
se l’anestesia Natura interrompe
e l’istinto si spezza
lui poi si risveglia castrato
che ormai più nulla sente .
Solo ricorda, rattoppato ma fiero,
e non chiede, quel vecchio micetto più nulla,
di quando era intero
e fecondava una gattina
bianca e nera alla collina
dolce e brulla.