– Siete disposti, seguendo la via del matrimonio, ad amarvi l’un l’altro finchè morte non vi separi?
A quella domanda del prete seguì un forte brontolio dei presenti in sala, e i volti dei due futuri coniugi e dei rispettivi testimoni si fecero subito confusi. Il prete inizialmente non capì, ma fu un attimo, perché poi rammentò che la chiesetta nella quale si trovava era quello di un piccolo cimitero, e che tutti lì dentro, chi da molto chi da poco, lui compreso, erano passati a miglior vita. Guardò oltre la finestra alla sua destra, e scorse senza difficoltà, tra le decine e decine di tombe perfettamente allineate su di un prato d’erba ben curato, la sua, quelle dei due sposi (un ragazzo e una ragazza sulla trentina deceduti entrambi qualche anno prima e conosciutisi proprio in quel camposanto), dei due testimoni (un uomo e una donna presenti lì da più di trent’anni e vicini di tomba dei due ragazzi) e di alcuni presenti.
Il prete rigirò gli occhi verso la sala, e sorridendo disse a tutti:
– Perdonate il lapsus signori, ma come sapete sono arrivato qui da pochi giorni e… probabilmente devo ancora abituarmi alla mia nuova condizione.
E detto questo si rivolse di nuovo agli sposi, riformulando la domanda:
– Allora, cari ragazzi, siete disposti, seguendo la via del matrimonio, ad amarvi l’un l’altro finchè vita non vi separi?
Questa volta non ci fu nessun brontolio e sguardo di stupore, e la funzione poté volgere al termine senza ulteriori intoppi.