Storia di una zanzara

di

Data

E se una zanzara affamata di sangue si trasformasse in un ragazzino?

Mi svegliai in uno strano posto, che mi sembrava famigliare. Era, però, tutto così piccolo e non capivo dove fosse la mia famiglia. Mi ritrovai sdraiato sulla schiena con il capo lievemente appoggiato alla parete. Ero sveglio ma privo di forze, mi sentivo inerte, non riuscivo a muovermi, eppure ero vivo.
Sentivo che il mio corpo era più pesante, goffo e le mie ali erano… non c’erano proprio… ero stato privato persino delle mie ali! Ero spaesato, ma cercai di reagire, non potevo più stare lì fermo, coricato a terra, dovevo alzarmi: cercai innanzitutto di sollevare lo testa, una, due, tre volte, ma senza risultati. Allora provai con quella specie di lungo ramo alla mia sinistra e con i ramoscelli attaccati all’estremità.
Sembrava essercene anche un altro identico alla mia destra. Riuscii così vagamente a muovere i cinque rametti in fondo a quello che presumibilmente doveva essere il mio braccio, che brutto che era! Ci provai e riprovai, mi resi conto che le forze in realtà non mi mancavano, erano solo amplificate e frazionate in tutte le parti del corpo. Continuai e continuai a cercare di muovere qualsiasi singola parte del mio corpo fino allo sfinimento.
Alla fine però, dopo sforzi su sforzi, ce lo feci, sì, riuscii ad alzarmi in piedi e finalmente capii dove mi trovavo. Era un posto meraviglioso, l’aria era impregnata di questo odore buonissimo e così intenso. Mi trovavo all’interno di una latrina di un bagno pubblico.
Cercai di aprire lo maniglia, ma chiaramente essendo riuscito solo a fare i primi elementari movimenti, poggiavo lo mano su quell’aggeggio di metallo, freddo e duro, ma scivolava via. Non mi davo per vinto e al sesto tentativo la porta si aprì di scatto e vidi un altro essere umano proprio lì, di fronte a me e per questo mi spaventai molto, perché indossavo vestiti umani, avevo sembianze umane ma io non ero umano! Non sapevo parlare! Prima che potessi fare qualsiasi gesto per riuscire a comunicare, questa persona iniziò a gridare indicando un disegno sulla porta. All’inizio non capivo ma poi ricordai: non ero finito nel bagno delle donne! Che imbarazzo! Un’emozione che non avevo mai sentito.
Nel momento in cui lei gridò, iniziai a sentire un odore appetitoso e immediatamente ricordai di non aver ancora mangiato. Così mi avvicinai alla ragazza e lei smise subito di urlare, indietreggiando lentamente, ritrovandosi però con le spalle al muro. Arrivato a circa mezzo metro da lei, vidi che aveva una spalla scoperta, quindi avvicinai la testa, tirando leggermente indietro il capo e con rapidità sbattei violentemente il naso sulla sua spalla. Mi accorsi così che neanche il mio pungiglione c’era più! Come avevo potuto non accorgermene prima? Mentre mi ponevo queste domande, lei scappò via di corsa, non potevo certo biasimarla.
Mi avvicinai alla porta d’uscita prima che un’altra ragazza entrasse. Ma poco dopo sentii un strano formicolio sul braccio con cui stavo per spingere la porta e in seguito percepii uno strano prurito come se qualcosa mi avesse appena punto. Mi guardai il braccio e… ecco dov’ era lo mia famiglia! Be’, perlomeno mia moglie. La guardai stranito: non capii perché mi avesse punto, ma era comunque così graziosa e allo stesso tempo così piccola. Lei mi osservava come una sposa guarda il futuro marito per lo prima volta. Mi sentivo felice come non mai. Ma poi, dietro di lei, vidi un’altra zanzara maschio. Le si mise davanti come per mettermi in guardia che lui ora era suo marito e non più io. Credo, e soprattutto spero, con tutto il cuore, che lei avesse pensato che io fossi morto.
Mi sentivo come se tutto il mondo, ma proprio tutto, mi fosse improvvisamente crollato addosso, ero disperato al punto tale da arrivare persino a pensare di volerli schiacciare. Il mio amore per lei era così forte, non potevo, eh no, no, non potevo. Si fece però spazio nella mia testa un piccolo pensiero, tremendo, che pian piano divenne così potente da sovrastare tutti gli altri, quasi non lo riesco neanche a raccontare, ad alta voce… pensai che, forse, lei con lui, sarebbe stata meglio, perché ormai io, io ero diventato un uomo.
Questo sarebbe il finale perfetto per lo mia storia, però purtroppo i fatti andarono diversamente: nei giorni seguenti mi accorsi che nonostante le mie sembianze umane conservavo ancora una qualità da zanzara, il mio potente olfatto. Infatti, potevo ancora odorare il sangue delle persone pure a lunga distanza, fino a quando iniziai a sentire anche l’odore del mio di sangue. Inizialmente lo trovavo divertente, ma poco dopo divenne insopportabile, pensavo e immaginavo 24 ore su 24 quel profumo irresistibile, ma anche inaccessibile. Il trentesimo giorno scoprii che oltre all’olfatto, possedevo ancora quell’istinto tremendo che non si concilia con l’essere uomo, ovvero lo soppressione di una specie più grande pur di soddisfare lo sete di sangue. Quel giorno stesso, dissi basta! Non potevo più sopportare lo fame! Il mio istinto animale prese il sopravvento, improvvisamente mi ritrovai, quasi inconsapevolmente, con i miei denti conficcati nella carne, all’altezza del polso, nella parte interna del braccio. Continuai a bere finché non fui sazio e a quel punto mi sentii così debole che caddi a terra, e lì rimasi, fermo, immobile con una strana luce negli occhi, come quella di una zanzara che per lo prima volta schiude le ali e spicca il volo nel cielo blu infinito.

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