Una piovra aliena e fantascientifica? O solo una mappa?

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Una rappresentazione pittorica di un fenomeno culturale vecchio di due secoli: la Mappa della Fantascienza di Ward Shelley.

Mi secca dirlo ma la Fantascienza non è solo un genere letterario, è qualcosa di più: è il modo in cui il mondo occidentale prima, ma ormai anche altri punti cardinali dell’orbe terracqueo, sta costruendo una buona parte del mito da consumare quotidianamente e da tramandare. Certo, come tutta la letteratura di genere.

La FS come la intendiamo oggi orami data da almeno due secoli, dal Frankenstein della Shelley, e in realtà secondo me da “I Viaggi di Gulliver” e su, su risalendo a “La Storia Vera” di Luciano di Samosata nel 2° secolo dopo cristo, arriviamo tranquillamente all’inventore di Atlantide, Platone, primo vero scrittore di FS, non solo secondo il mio personale delirio ma anche secondo quelli di molti altri.

Due secoli di produzione letteraria continua, costante, ricchissima, soprattutto da un secolo, dalle riviste pulp americane degli anni 20. Una produzione letteraria che ha formato, foggiato, forgiato addirittura molta parte dell’immaginario collettivo urbano del mondo occidentale prima e planetario poi.
Un materia magmatica, ostile e renitente alla codifica accademica, proprio per questa sua massiccia e poderosa produzione.
Poi, può un quadro essere chiaro ed esplicito come una mappa? Per meglio dire: si può descrivere una realtà così complessa come la storia della Fantascienza con una rappresentazione pittorica?
E’ quello che ha tentato di fare Ward Shelley, un pittore americano poco noto da noi ma molto nel suo paese. Ward Shelley ha un curriculum variegato a dir poco.

Di sé dice:
“…Ward Shelley lavora come artista a Brooklyn, New York. Si è specializzato in grandi progetti che mescolano liberamente la scultura e la performance. Utilizzando le influenze eclettiche e una varietà di mezzi di comunicazione, le installazioni di Shelley sfidano classificazione. Nel corso degli ultimi cinque anni, Shelley si è concentrato su bizzarri pezzi architettonici di funzionamento in cui vive e lavora durante la mostra monitorata con attrezzature di videosorveglianza in tempo reale.”

Potrete trovare qui il suo sito:

http://www.wardshelley.com

e qui una buona copia della sua Mappa della Storia della Fantascienza

http://www.wardshelley.com/paintings/pages/fullpics/HistSciFi2.jpg

E qui un articolo su di lui in inglese

http://www.brainpickings.org/2010/02/09/ward-shelley-oil-visualizations/

E qui una intervista:

http://www.slate.com/blogs/browbeat/2011/03/14/interview_with_history_of_science_fiction_artist_ward_shelley.html

Ma mi devo correggere. La Mappa di Shelley non è tanto chiara ed esplicita quanto molto suggestiva, nel senso letterale della parola:

“Capace di suscitare uno stato di commossa partecipazione (una scena s.) o di prospettare idee nuove, vaghe ma attraenti (una ipotesi s.).”

Ecco, sin dalla prima volta che ho visto la mappa qualche anno fa mi ha colpito il fatto che sembrava si trattasse di un mostro, di una specie di piovra aliena. L’ho scaricata, ingrandita e “letta” ed ho scoperto che era molto più interessante di quel che pensassi. Qualche settimana fa l’ho portata ad una copisteria ed ho chiesto se era possibile fare una stampa da plotter ed il risultato mi ha sorpreso. Non tanto perché è perfettamente leggibile in una dimensione di 150×80 quanto perché la lettura su schermo non permetteva di vedere l’insieme, ma in fondo nemmeno i particolari dato che li isolava dal tutto.
Me la sono studiata con attenzione e vi consiglio di fare altrettanto. In particolare notate la parte sinistra della mappa, dove il tutto inizia. Shelley disegna, descrive, rappresenta i vari filoni della FS come una sorta di flussi, tentacoli, creature vive e li fa partire, ne fa partire le primissime propagini da due parole: paura e meraviglia, fear and wonder; e subito sotto da altre due propagini, arte e filosofia.

Le “propaggini” come le ho chiamate sono piccole e da loro non parte solo la FS ma anche altri filoni culturali. Ad esempio nel mezzo di due filoni, a “cavallo” come fosse un organo di questo strano alieno appare una specie di stomaco arancione con dentro scritto “enlightenment” ossia “illuminismo” da cui nasce poco e niente di fantascientifico, nasce Darwin; mentre dalla contro-reazione irrazionale nasce lo Sturm un Drang, poi il Romanticismo, dentro il quale c’è Mary Shelley e il Frankenstein e da lì molta altra FS.
Insomma studiatevela, è molto interessante. Seguire i vari autori e i vari filoni per chi conosce i titoli è molto significativo. Dalla parte opposta alcuni filoni o i tentacoli che siano finiscono in fori e vanno in un altrove, ma la maggior parte si avvolgono su sé stessi, come accade nella realtà, a mio parere. La FS letteraria ha prodotto altro da sé, soprattutto sotto forma di film.
Non c’è tutto, è un quadro, è una “infografica” come la chiama lui, non una enciclopedia o un saggio. Ma c’è molto e soprattutto c’è una visione organica della fantascienza, come appunto si trattasse di una cosa viva, in movimento, anche un po’ ansiogena e pericolosa.
E’ “molto” interessante. E’ una visione artistica di un genere letterario, una opinione personalissima che non pretende di essere né esaustiva né esente da critiche, per nulla accademica, ma forse proprio per questi motivi potente e chiara.
La storia della FS si intreccia strettamente con tutta la cultura europea ed occidentale degli ultimi due secoli in modi spesso intricati, contaminando ed essendo contaminata, meglio, “meticciando e venendo meticciat”. Parlare di contaminazione va sempre di moda, ma in fondo la contaminazione ha a che vedere con la malattia, mentre il meticciare con l’incrocio dei DNA, ossia con il sesso. Vuoi mettere?
Questo articolo è stato già pubblicato sul Blog “Il 13° cavaliere” ma intro, un link e le conclusioni sono state modificate. Non a caso.

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