Briciole di…

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Villa Ada è un bellissimo parco, ma per alcuni è anche una bellissima… macelleria!

Delle mie vittime mangio tutto. Tranne le ossa, naturalmente, e la pelle. La pelle non mi piace. La trovo amara, stoppacciosa. Sia quella delle donne, che quella degli uomini. Quella degli uomini poi ha anche l’aggravante di una notevole quantità di peli sopra, fastidiosissimi se ti si mettono tra i denti, o se come spine sottili ti punzecchiano il palato, o ti si incastrano in gola. Le ossa, una volta averle ben ripulite dalle fibre muscolari e dai fasci nervosi, le raccolgo tutte in una busta e le butto nei bidoni della spazzatura. La pelle, invece, prima la taglio tutta con le forbici in pezzetti piccoli piccoli, poi metto anche lei in una busta, esco di casa, attraverso la Salaria, vado a villa Ada, raggiungo piazzale Altiero Spinelli e gliela do in pasto alle tartarughine del piccolo laghetto adiacente. Proprio come sto facendo ora. E’ incredibile come queste tartarughine ne vadano pazze. Non l’avrei mai immaginato. Dovreste vederle. Saranno una decina in tutto, e se le stanno divorando come fossero briciole di pane. Lo so, voi ora vi starete chiedendo: ma a questo schifoso, psicopatico scuoiatore cannibale non gli conviene mettere la pelle insieme alle ossa, far sparire tutto nei bidoni e fine della storia? Sì, avete ragione, mi converrebbe. Sarebbe il comportamento più logico. I motivi per cui non lo faccio però, per cui mi comporto come mi comporto, sono tre, e molto semplici. Il primo, è che mi piace vedere le tartarughine mangiare le mie briciole di pelle. Il secondo, è che a prescindere da tutto io adoro villa Ada, il suo magnifico silenzio, soprattutto quello che c’è nelle mattine dei giorni infrasettimanali come questa, quando rispetto ai fine settimana ci sono molti meno frequentatori. E il terzo, il più importante, è che io qui, intorno al piccolo laghetto, trovo le mie vittime. Questo posto me ne mette a disposizione un bel po’. Purtroppo, per questioni di pura comodità e prudenza, in quanto è più facile e meno rischioso attirare in trappola e uccidere una sola persona che più persone, sono costretto a prestare interesse soltanto a chi qui ci viene da solo. Quindi escludo i bambini, i genitori o le baby-sitter che ce li portano, i gruppi di amici che vengono a fare i picnic o giocare a pallone, e tutte le persone che in un modo o in un altro si trovano in compagnia. Chi resta? Bé, l’ho già detto. Quelli che qui ci vengono da soli. Magari a correre, o per andare in bicicletta, o più semplicemente per sedersi sulle panchine o stendersi sul prato a leggere un giornale, un libro, a scrivere, a disegnare, a studiare o soltanto per rilassarsi un po’. Loro sono i miei obiettivi. Attirarli a me poi è così facile. Uso sempre lo stesso stratagemma. Dopo aver lanciato abbastanza briciole alle tartarughine, richiudo la busta e comincio a passeggiare per questi viali intorno al laghetto, viale Luigi Pintor, Jiri Pelikan, Ugo Coccia, e ad un certo punto, quando vedo passarmi vicino qualcuno che risponde ai requisiti che vi ho appena descritto, mi piego un po’ sulle gambe, fingo un lieve malore e chiedo aiuto. Ora, a onor del vero, anche se capita molto raramente, non sempre i miei bersagli mi prestano soccorso, e ogni tanto torno a casa anche a mani vuote. (Fortuna che il mio frigo è sempre ben rifornito!). Ma quando lo fanno però, lo fanno fino in fondo, senza farsi prendere neanche per un secondo dal dubbio. Dopo qualche minuto gli chiedo di accompagnarmi a casa, e loro puntualmente lo fanno. A quel punto, il mio piano può considerarsi tutto in discesa. Arrivati davanti al portone gli chiedo di accompagnarmi fino in casa, che ancora non mi sento tanto bene, li faccio accomodare sul divano, gli offro il mio caffè con un po’ di zucchero e cianuro e… il pranzo è servito. Devo dire che a volte, nelle giornate più fortunate, capita anche che i miei pasti si avvicinino di loro spontanea volontà, quasi sempre attirati dal gruppetto di tartarughine sotto ai miei piedi, e comincino a chiacchierare con me. In questo caso mi diventa tutto più facile e rapido, dovendo solo decidere il momento giusto per fingere il malore e dare il via alla messinsce…

– Salve, lo sa, non credevo che alle tartarughe piacessero così tanto le briciole di pane. Certo che ne ha tante in quella busta eh!

Ecco, queste incredibili coincidenze sono una delle cose che amo di più della vita. Uno sta raccontando una cosa, e questa cosa accade. Non è magnifico? La voce che è appena arrivata dalle mie spalle è una voce giovane, maschile, un po’ affannata. Sicuramente il proprietario è un ragazzo sui vent’anni che sta facendo jogging, e forse si tratta proprio del ragazzo che già da qualche minuto stavo puntando. Se ho indovinato, se girandomi vedessi proprio lui, sarei molto contento. Sì perchè vedete, ho notato che i muscoli degli sportivi, di quelli che corrono e che vanno in bicicletta, sono sempre molto più saporiti rispetto agli altri. E poi, più sono giovani e più la carne è ricca di proteine e altre importantissime sostanze nutritive. Che per un vecchietto sessantacinquenne come me, piccolino e dall’aspetto fragile, sono davvero fondamentali.

Bene signori! A questo punto credo di non avere nient’altro da dirvi, perciò, se permettete, io ora mi girerei per rispondere a questo giovanotto. Buona giornata, e buon pranzo a tutti.

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