C’era una volta una bellissima villa che tutte le volte che il suo abbiente proprietario (un potente imprenditore televisivo molto impegnato anche in politica) apriva la porta e le entrava dentro, e dentro di lei iniziava a muoversi, cominciava a godere come una pazza: orgasmi su orgasmi, sconquassanti brividi di piacere a invadergli il tetto, le pareti e il pavimento di ogni stanza, ogni corridoio, ogni balcone e ogni scala che aveva al suo interno, non certo poche. I momenti più strazianti per la casa, naturalmente, erano quelli che coincidevano con le assenze del proprietario, assenze spesso anche molto lunghe; infatti, fu proprio durante una di queste che la povera villa andò incontro alla propria tragica fine. Erano mesi ormai che il politico imprenditore non rientrava, e la crisi d’astinenza da sesso della casa cresceva ogni giorno di più. La tristezza e la più nera afflizione non ci misero molto a impadronirsi di lei e ad annidarsi in ogni suo fessura, ogni suo angolo, ogni suo anfratto, ogni suo mobile. La nostra casa comunque cercò in tutti i modi di resistere e reagire, aggrappandosi disperata a quegli ultimi scampoli di speranza e positività che riusciva ancora a trovare dentro di sé. Tornerà il mio proprietario, ripeteva sempre a se stessa, sì sì tornerà da me e riprenderà a rientrarmi dentro come suo solito, e io tornerò finalmente a godere come prima! Ma alla fine, per la nostra villa non ci fu niente da fare e da godere, e il suo inevitabile e tragico destino si consumò una notte, sul tardi, in modo molto semplice e rapido: le sue fondamenta si lasciarono vincere definitivamente dall’angoscia, e lei si lasciò cadere giù, così, come fosse di cartapesta. Fine della storiell… ah che diavolo! Ma quale fine! E che schifo di narratore sono! Ho scordato di raccontarvi una cosa importantissima, fondamentale e di certo la più tragica! Vabbè lo faccio ora in poche righe, e scusatemi: praticamente quella notte, proprio mentre la casa veniva giù, destino volle che il proprietario tornasse, e che si trovasse in quel preciso istante (con al seguito il direttore di un noto tg di una delle sue reti televisive, qualche manager e talent scout del mondo dello spettacolo e molte, belle ragazze tra i diciassette e i vent’anni) davanti la porta di casa, con la chiave già infilata dentro la serratura. Fu una strage. I pompieri li ritrovarono tutti, tutti, sotto un cumulo di macerie e senza vita. Ecco, ora lo posso dire: fine della storiella.