Sosta taxi di via Gianicolense, ore 9:55. Mi si avvicina un tipo sui quaranta, alto, spettinato e con gli occhiali da sole.
– Ah tassinà – mi fa, appena tiro giù il vetro – che per caso c’hai da cambia ‘sti cinquanta euro?
Guardo, senza prenderla, la banconota che mi mette davanti. Come colore e grandezza è perfetta. Ha solo un dettaglio che la tradisce: il cinque del numero cinquanta è più piccolo rispetto allo zero.
– Ma sono falsi – gli dico, indicandogli con il dito l’errore – il cinque è più piccolo dello zero.
Il tipo abbassa lo sguardo verso il foglio di carta, e sospira.
– Ah…te ne sei accorto eh?
– Eh sì.
– Ma se vede tanto?
– Un po’.
– Peccato! – dice – Perché pe’ esse il primo lavoro che faccio non m’era venuta pe’ niente male vero? Vabbè, mo vado a fa ‘n secondo tentativo cor tabbaccaro sotto casa, quello è mezzo ciecato e de sicuro non sgama niente.
Il tipo si rimette i soldi in tasca, poi, correndo, raggiunge un motorino mezzo scassato poggiato ad un paletto sul marciapiede. Lo accende con la pedalina, monta e se ne va, direzione Trastevere.