Puntuale come tutte le notti sento la bacchetta magica che mi sbatte sulla testa e mi sveglia. Mi giro e seduta sul letto c’è sempre lei, provocante in minigonna e con una scollatura da urlo. Guardo la sveglia, sono le 3.30. “A fata, ma che voi io nun ce la faccio più. La notte voglio dormì. E poi che è quel foglio che c’hai in mano?” “Pinocchio. Senti qui. Italiano 3…” “Olè” faccio io in segno di scherno mentre tra le gambe le scorgo le mutandine turchine. “Ci credo Pinocchio che vai male in italiano, parli solo romanesco… Hai 20 anni quando finirai questa scuola?”. Mi giro sul cuscino per tornare a dormire, ma la fata non si arresta “Continuiamo Pinocchio… Matematica 4” “Olè”. Continua ancora : “Questa poi, educazione fisica 5” “Olè”. La fata è sempre più nervosa ” Ma come fai a prendere 5 in educazione fisica?” “E come faccio so’ un pezzo de legno, come me movo buco tutti i palloni” Mi rigiro, le sue tette sono talmente scoperte che mi chiedo dove siano i capezzoli. La fata però continua a fissare la mia pagella.” Ma la cosa più inspiegabile per me è il voto di Religione….9 in Religione, mi spieghi questa differenza con tutte le altre materie?” “Me voglio fa’ prete” “Ancora con questa storia che Geppetto non t’ha fatto la bacchettina in mezzo alle gambe….” ” Chiamala bacchettina te, e poi a me da lavorà nun me va, perciò me faccio prete”. ” Pinocchio, ma come fai a farti prete con quel carattere e poi non si è mai visto un prete di legno”. “Te lo sai quello che voglio!” replico scocciato. “I patti erano chiari, per diventare un uomo in carne ed ossa dovevi essere un bimbo ubbidiente e tu non lo sei mai stato.” “Sì, ma mo c’ho vent’anni, nun sarò ubbidiente, ma manco più un bambino, te lo sai quello che voglio…” La fatina sbuffa sconsolata, quasi rassegnata, stringe la sua bacchetta magica, alza le coperte e si tuffa sotto. Tac. Un colpo secco di bacchetta e sento qualcosa che cresce, ma per la prima volta non è il naso. La sua testa comincia a dondolare sotto le coperte. Ritmicamente acquista velocità, sento un forte fremito, le prendo la bacchetta magica e la poggio sulla sua testa dondolante, sembro un maestro d’orchestra. Il mio secondo naso continua a crescere. Chiudo gli occhi, una scossa elettrica di piacere intenso mi colpisce. La fatina si stacca da me ed il suo viso ricompare dalle coperte. Accarezza il mio petto ricoperto di peli, sono peli veri, non più disegnati. Faccio una prova: “A fati’, nun m’è piaciuto pe’ gnente!”. Mi tocco il viso, ma il mio naso non si allunga. Mi alzo, tutto nudo corro allo specchio. Sì, sono un uomo in carne ed ossa. Mi ammiro, mi pizzico incredulo, quindi mi volto verso la fatina che ripassa il rossetto ormai svanito sulle labbra, riprende la bacchetta e mi osserva soddisfatta :”A fata, domani notte ritorni?”. “Certo Pinocchio mio!”. ” Ma se poi nun c’avrò più 9 in religione te che me dici?”. “Olè”. Un colpo di bacchetta e sparisce.