Una notte, c’era una notte un infinito inizio
e in punta di lingua una, mille e mille e più
idee, sì, ma come nuvole, senza piovere,
già, senza goccia di parola alcuna. Un buco bianco –
ora – quella lì, quella pagina immaginata,
suonata, cucita di frasi – dopo – che arrivarci,
dopo! E farla di parole, di parole nuove
un’altra notte, sì, un’altra notte… sì che c’era
una volta, e una volta ancora, proprio uno scrittore,
un tuffatore, la sua penna come trampolino
per arrivare più vicino a quel record del mare
(che è tutto dire). O ancora, lanciare lontano
un amore da non rincorrere mai per non farlo
finire. L’espressione tonda, allora, della tua
felicità, sì, la leggevo rotolare lungo
la linea nettamente retta del sole, i capricci
non tornare più e invece, intanto, nel frattempo,
spendere un attimo di vento per i nostri fiori
lasciati accesi… non guardarmi, dai, ora, però,
con gli occhi perplési, che questo leggevo alle cose,
già, questo, caro Snoopy, caro mio, infine Lassie.
Se non hai capito: battuta, silenzio, risata!