Antipastino con prosecco, linguine al pesto, vino bianco, millefoglie e champagne. Mia moglie fuori per una settimana e la collega ben disposta a fare straordinari a casa mia. Quale fortuna più grande? Una notte di sesso sfrenato extraconiugale. Una meraviglia. Ma l’indomani, il dramma. Sullo strato superficiale del materasso, quello con la memoria, era rimasto impresso il calco della mia amante e non voleva saperne di tornare normale.
Avevamo comprato l’ultimo modello, quello della pubblicità in televisione. Il materasso con la memoria, lo chiamano. Lo strato superficiale è fatto di una speciale gomma che si sagoma intorno al corpo mentre si dorme e torna normale appena alzati. Ma qualcosa non aveva funzionato. Sul lato di destra, quello opposto al mio, era rimasta impressa la forma del corpo della mia collega. Gambe, sedere, schiena, spalle e persino capelli. Tutto alla perfezione. Una sagoma di donna era scavata sul letto e mia moglie sarebbe tornata nel giro di pochi giorni. Un dramma a cui dovevo porre rimedio.
Provai a sdraiarmi sullo stesso punto, cambiai le lenzuola, misi dei pesi sui bordi per un’intera notte, ma niente da fare. La mia innocua forma svaniva in un istante mentre la pericolosissima prova del mio tradimento restava ben impressa nella gommapiuma. Presi un bastone e provai a battere la superficie con forza. Ma non c’era verso. Avevo fatto un errore e non c’era modo di rimediare. L’onta della mia infedeltà se ne stava comodamente sdraiata sul mio letto.
Pensai che, essendo stato causato da una donna, solo un’altra donna avrebbe potuto risolvere il mio problema. Chiesi aiuto a una cara amica. La invitai a casa, le feci vedere il materasso e le spiegai la situazione. Lei, incuriosita dal fenomeno, volle provare a riprodurlo. Ci spogliammo, ci sdraiammo e ci abbandonammo a una notte di travolgente passione. Avrei dovuto evitarlo, forse, ma non riuscii a resistere. Il risultato, comunque, peggiorò la situazione e di molto. Alla sagoma della prima amante si era aggiunta quella della seconda, in posizione ancor più imbarazzante.
Ero rovinato. Mancavano quattro giorni al rientro di mia moglie. Avrebbe scoperto il mio duplice tradimento. Il mio matrimonio era finito. Io stesso ero finito. Stavo male. Ero depresso. C’era solo una cosa che riusciva a farmi stare bene: il sesso. Chiamai allora una terza donna e poi una quarta. A ogni tradimento mi sentivo sempre peggio. Ogni volta che venivo travolto dal senso di colpa per ciò che avevo fatto trovavo consolazione in lussuriosi incontri sullo stesso letto. Nei giorni seguenti riuscii a portarmi a casa altre sei donne. Le sagome restavano tutte lì, ben impresse nel materasso con la memoria. Passai i giorni che restavano in un pietoso e indegno stato peccaminoso.
Giunse il giorno. Il materasso era ormai il bassorilievo di una gigantesca orgia. Mi ero rassegnato. Ero persino pronto a subirne le conseguenze. Avevo già fatto le valigie per andar via di casa. Ero pronto a essere giudicato e condannato. Da mia moglie, dalla famiglia, dalla legge.
Mia moglie era vicina. Sentivo i suoi passi risalire le scale. Le chiavi del portone minacciare l’entrata con un rumore di ferraglia. Seduto sul divano mi pentivo di non averlo preferito al letto. Poi mi venne un’ idea. L’unica che avrebbe potuto evitare il peggio. La via della salvezza.
Corsi veloce in camera, buttai all’aria le coperte, presi il materasso per i manici e, con uno slancio, lo rigirai dal lato invernale.
Sulla lana del rivestimento erano sagomati corpi statuari di uomini muscolosi, nerboruti quadricipiti, petti possenti e spaventosi falli di dimensione imbarazzante.