Lunedì 5 Settembre, RaiUno ha proposto in prima serata Fortapàsc, film di Marco Risi con Libero De Rienzo nei panni di Giancarlo Siani.
Giancarlo Siani era un giovane giornalista napoletano della redazione di Torre Annunziata de “Il Mattino”. Nei suoi articoli Siani descriveva il funzionamento e le regole della mafia e del Clan camorristico di Nuvoletta, con precisione e dovizia di particolari. Giancarlo in meno di sei anni aveva analizzato e scandagliato a fondo il sistema camorra carpendone il suo segreto. Questa aveva ridotto in povertà interi paesi, rendendoli un immenso serbatoio di uomini asserviti al sistema malavitoso. Le storie di camorra sono tante a Torre Annunziata, tutte diverse ma allo stesso tempo uguali. L’indignazione di Giancarlo verso questo mondo, si nota in tutta la sua breve produzione giornalistica, ma soprattutto in un articolo del 27 Agosto 1984. Lo scontro fra le due fazioni camorristiche era sfociato in un vero e proprio massacro; la guerra è stata dichiarata a Gionta e la spedizione punitiva nei suoi confronti doveva essere delle più dure, nasce una sparatoria che porterà alla morte di otto persone; ancora oggi questo scontro è considerato uno dei più violenti fra civili dal dopoguerra a oggi. E Siani? La sera stessa è lì, la sua Mehari l’ha portato sul luogo della strage e il giorno dopo Giancarlo riempie di parole le colonne del “Mattino”. Ma non sono parole a caso, sono le sue parole; forti e decise come solo le parole di un giovane sanno essere. Nel corso delle sue inchieste, Siani presta particolare interesse sugli appalti pubblici per la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto dell’Irpinia del 1980 nei dintorni del Vesuvio.
Siani diede fastidio con il suo lavoro. Finché un summit camorrista ne decise l’esecuzione. Il giovane giornalista venne assassinato a soli 26 anni, il 23 Settembre 1985.
È sicuramente un film scomodo. Al punto che, qualche giorno fa, Giosuè Starita, sindaco di Torre Annunziata, ha chiesto alla Rai di non trasmettere la pellicola, suscitando sconcerto negli autori. A fine serata, uno Speciale Tg1 ha realizzato un approfondimento giornalistico sul tema. Lo Speciale è stato condotto da Monica Maggioni in diretta da Posillipo, trasmesso dalla terrazza di una villa bunker appartenuta a un boss della camorra.
Con Fortapàsc Marco Risi tocca un tema di grandissima attualità e accoglie una sfida molto difficile, il paragone con il pluripremiato Gomorra di Garrone è infatti inevitabile, ma il regista riesce a discostarsi dal confronto e a raccontare il suo punto di vista con genuinità ed interesse. Tutto appare molto realistico, la cinepresa è viva, si muove ed entra nella scena. Piccoli espedienti trasmettono con originalità messaggi importanti, come per esempio una scena in cui al protagonista arriva uno schiaffo dal nulla, a sottolineare la minaccia invisibile della camorra e la solitudine del giornalista nella sua “battaglia”. Il personaggio di Siani non viene mitizzato, ma presentato con rispetto per quello che è stato un ragazzo normale prima di tutto, con i suoi difetti ed i suoi pregi, un giovane con dei valori che esercitava con candore la sua professione al quale, grazie anche alla convincente interpretazione di Libero De Rienzo, è inevitabile affezionarsi. La forza di questo film sta nella semplicità con la quale viene lanciato un messaggio di speranza, nonostante la tragedia.