Il film: L’esplosivo piano di Bazil. Può una banda sgangherata annientare i Signori della Guerra?

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Il fato sembra non sorridere a Bazil (Dany Boon), né quando, poco più che ragazzino, nel deserto del Maghreb una mina antiuomo lo rende orfano di padre

Il fato sembra non sorridere a Bazil (Dany Boon), né quando, poco più che ragazzino, nel deserto del Maghreb una mina antiuomo lo rende orfano di padre, né quando si trova passivamente implicato in una sparatoria che gli lascia nella testa, quale beffardo souvenir, una pallottola con cui dovrà dividere il resto della sua vita. Già nelle prime sequenze del film di Jean-Pierre Jeunet, “L’esplosivo piano di Bazil”, siamo consapevoli che l’astio per le armi innescherà nel protagonista un processo di marea montante tale da fare della vendetta la sua unica missione.

Non rinnegando mai il passato da collaboratore nei film di animazione e riconoscendo molta della sua ispirazione in registi come Tim Burton, Sergio Leone e Federico Fellini, Jeunet gode di un’innata vocazione alla trasfigurazione della realtà che rende il suo stile individuabile in un solo colpo d’occhio. Il fil rouge delle sue sei pellicole è senz’altro il punto di vista filtrato dallo sguardo di quei personaggi un po’ borderline che, inseriti in un più grande affresco corale, coniugano drammi personali e sociali. Anche al centro de “L’esplosivo piano di Bazil” c’è un essere svampito quanto empatico, un uomo che lavora in una videoteca e che è in grado di recitare a memoria tutte le battute de “Il grande sonno” di Howard Hawks. Un uomo che di punto in bianco dovrà gestire un handicap fisico (la pallottola in testa) con la sola forza del pensiero e, privato di casa e lavoro, sarà costretto a un’esistenza a metà tra l’artista di strada e il clochard. Finché non verrà accolto da una bizzarra nuova famiglia: una combriccola di rigattieri che dimora in una caverna ricavata dentro una discarica. Tra i materiali di riciclaggio attinge anche lo stesso Jaunet, pescando avidamente tra la slapstick comedy di Buster Keaton, tra i cartoon di Biancaneve e Toy Story, tra le performance circensi, tra il fumetto di Tex Avery e tra il cinema muto.

L’insolita galleria dei sette emarginati – che aiuteranno il neo-socio Bazil a escogitare una succulenta vendetta ai danni di due magnati delle armi – hanno la peculiarità di canalizzare le rispettive stramberie in singolari e surreali talenti. Così come Buster (Dominique Pinon) detiene il record di uomo cannone, così Calculator (Marie-Julie Baup) sa fornire le esatte misure degli oggetti con una sola occhiata. Ma anche i grandi mercanti di morte non sono immuni da curiose manie: dal collezionare morbosamente, sotto teche di vetro, reperti dei cadaveri di personaggi storici (come dimenticare l’occhio di Mussolini o il dito di Churchill?), allo stilare l’elenco delle cause di morte di poeti famosi. L’allegoria dell’eterna scissione tra bene e male, si traveste qui – non da war movie portatore di messaggi politici e moralistici – bensì da action movie in cui convivono comicità nera e argomenti delicati.

Il regista punta i riflettori più sulla descrizione visiva che narrativa, recuperando la mimica e l’espressività del linguaggio del corpo. Non a caso affida il ruolo di Elastic Girl alla contorsionista e acrobata Julie Ferrier e quello di Bazil a un ex mimo, definendolo addirittura uno “Chaplin involontario”. Attraverso la collaborazione con il direttore della fotografia, Tetsuo Nagata, emerge il gusto di una composizione cromatica in cui domina un pastello virato a seppia, decisamente meno dark rispetto a “La città perduta” ma anche meno garbato de “Il favoloso mondo di Amelie”, due grandi successi del regista.

Il risultato de L’esplosivo piano di Bazil è quello di una commedia carica di espedienti esilaranti in cui Jeunet resta fedele a se stesso e continua a stregare il pubblico mescolando cinismo a toni fiabeschi. Ne è un esempio lampante l’epilogo in cui foto reali di bambini mutilati dalle mine antiuomo si integrano perfettamente nel magico caleidoscopio.

Titolo originale: Mic Macs à Tire-larigot
Regia: Jean Pierre Jeunet
Genere: Commedia
Paese: Francia 2009
Durata: 105′
Produzione: Epithète Films, Tapioca Films, France 2 Cinéma
Distribuzione: Eagle Pictures
Cast: Dany Boon, André Dussollier, Nicolas Marié, Jean-Pierre Marielle, Yolande Moreau, Julie Ferrier, Omar Sy, Dominique Pinon, Michel Crémadès

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