La fiction: Il RomaFictionFest, bilancio tra luci ed ombre

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Oltre 36mila presenze, 1.500 ospiti e 5000 tra giornalisti e operatori accreditati. Questi i numeri della quarta edizione del RomaFictionFest che ha chiuso la sua quarta edizione sabato scorso.

Oltre 36mila presenze, 1.500 ospiti e 5000 tra giornalisti e operatori accreditati. Questi i numeri della quarta edizione del RomaFictionFest che ha chiuso la sua quarta edizione sabato scorso. Un bilancio senza dubbio straordinario per una rassegna che ha portato nella capitale una selezione di alto livello, titoli di recentissima produzione inediti in Italia e in molti casi in Europa, che stanno riscuotendo prestigiosi e straordinari consensi. Nella sezione dedicata al mercato, la “Industry Week 2010”, sono stati presenti 100 ospiti internazionali, provenienti da circa 40 Paesi, sono state avviate trattative sia da parte di Rai Trade che di Mediaset e hanno partecipato numerosi broadcaster (tra i quali ARD, BBC, CBC, France Televisions, NHK, RAI, RTVE, SBS, ZDF, Bavaria Film, Canal Plus, Disney, Fox, HBO, M6, RTI-Mediaset, Sky, Turner Broadcasting e TV Globo); 20 nuovi progetti proposti al RomaTvPitching usciti da una rosa di più di cento prodotti; 200 incontri allo Speed Dating tra produttori, registi, sceneggiatori ed esperti di fiction.

Come ha dichiarato Michele Misuraca, direttore generale del RomaFictionFest, è stato “un lavoro intenso, difficile ma che ci dà ogni anno sempre più soddisfazioni”. “È stato un enorme successo di pubblico, ben al di là delle aspettative, che premia la qualità dei prodotti che abbiamo presentato” ha commentato Francesco Gesualdi, presidente della Fondazione Rossellini, che organizza l’evento. Per Antony Root, direttore dell’Industry week, è stata una settimana di ”grandissimo successo” e, ha sottolineato, ”sono soddisfatto che la sezione industria ha permesso di attirare tanti ospiti stranieri interessati a collaborare e acquistare le produzioni italiane”. Per Steve della Casa, direttore artistico del Festival, hanno vinto ”il pubblico, gli organizzatori e la giuria, i cui giudizi incontrano sempre più i gusti delle persone”. E così l’obiettivo del festival è stato ancora una volta raggiunto: far incontrare gli amanti della fiction con chi la fa e la realizza. Anche l’idea del villaggio della fiction ha permesso a tutti di vedere cosa accade dietro la macchina da presa.

Nella superba ed elegante cornice dell’Auditorium Conciliazione si è sfiorato così il tutto esaurito, merito anche dei molti ospiti internazionali e della genuina simpatia di Veronica Pivetti, madrina e conduttrice di quella che è stata definita la Cannes della fiction. L’orange carpet è stato calcato dai protagonisti delle più importanti serie televisive internazionali come Lost, CSI, Criminal Minds, The Prisoner e molte altre.

Vero protagonista della serata di gala è stato Andy Garcia che, ritirando il “RomaFictionFest Award for Artistic Execellence”, ha ammesso che ormai ”non c’e differenza per me a fare l’attore per il cinema o per la tv. Anche perché negli Stati Uniti questa linea di demarcazione non c’è più e molti registi, sceneggiatori e attori, per raccontare determinate storie, lo fanno attraverso la televisione. E credo che in futuro, personalmente, concentrerò le mie produzioni molto più per il piccolo schermo”. In effetti, se si pensa alla qualità elevata di molte serie televisive, ci si rende conto che chi oggi vuole realizzare storie innovative e coraggiose lo fa più sul piccolo che sul grande schermo.

Venendo allo scacchiere delle premiazioni,dove Mediaset ha primeggiato per la qualità e la Rai per la quantità, dobbiamo segnalare il successo della miniserie “C’era una volta la città dei matti” che si è aggiudicata il premio come miglior prodotto edito e per il miglior protagonista Fabrizio Gifuni. Antonello Grimaldi è stato proclamato miglior regista per “Il mostro di Firenze” e Marina Rocco ha ottenuto il riconoscimento come migliore attrice per “Tutti pazzi per amore 2”. E ancora, Giancarlo De Cataldo, Monica Zapellim e Luciano Manuzzi per “Gli ultimi del Paradiso” hanno vinto per la migliore sceneggiatura, e la miglior musica ha premiato Stefano Reali per “Lo scandalo della Banca Romana”. Per la prima volta nella storia del festival è andato all’Italia il premio come migliore attrice protagonista per la sezione “Tv Comedy” al concorso internazionale: ex aequo a Angela Finocchiaro e Lunetta Savino per la fiction Mediaset “Due mamme di troppo”. Sul palco dell’Auditorium è salito Simone Morandi che ha vinto il premio per il miglior Pitch della Industry Week con “The Eves – Life without Adam”. Jason Priestley, il Brandon di “Beverly Hills 90210”, è stato premiato come miglior attore protagonista nella sezione Tv comedy per la serie “Call me Fitz”. Claire Danes, protagonista di “Temple Grandin” – la vera storia di una donna oggi sessantenne che ha rivoluzionato l’approccio ai malati di autismo come lei, fiction che vedremo su Sky – è stata insignita del premio come miglior attrice protagonista per la sezione Tv drama. Tra un riconoscimento e l’altro si sono alternati i brani orchestrati dal vivo tratti dalle colonne sonore di fiction vecchie e nuove come Alfred Hitchcock, The Addams Family, Starsky e Hutch, Vita da Strega e molti altri.

L’unica nota stonata della serata si è avuta durante la presentazione del Presidente Renata Polverini la quale è stata accompagnata da una lunga sequenza di fischi da parte del pubblico presente e da una polemica da parte di Claudia Mori sui tagli alla cultura messi in atto dal Governo. Peccato che la Presidente fosse andata via dopo la premiazione ad Andy Garcia!

Anche perché il rovescio della medaglia vede, purtroppo, un settore che, nonostante i prodotti di qualità e i successi in termini di audience, versa in una grave crisi. In primo luogo, il budget della Rai riservato alla produzione è sceso del 33%; in secondo luogo è forte una crisi nella normativa, con il decreto Romani che ha eliminato il laborioso lavoro regolamentare svolto nell’ultimo decennio. E la stessa Claudia Mori ha inquadrato la propria protesta nell’ambito dei contenuti e della qualità affermando che: “realizzare fiction per un canale generalista come RaiUno va bene, ma ci sono difficoltà a far passare certi temi: perché su RaiUno devono andare solo cose consolanti? Ci vuole più coraggio…”.

Coraggio nel raccontare una storia; audacia nel produrla e autenticità creativa  in grado di narrare un mondo possibile e sperimentare nuovi linguaggi mantenendo in primis integrità creativa fatta di coerenza etica e di qualità. Luoghi aperti, realtà multiple che speriamo di poter ancora raccontare anche in un festival come questo, dove protagonista è la fiction, che ha rappresentato e rappresenta un’opportunità davvero unica nel panorama internazionale.

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