Entrando nei laboratori dove si producono versi…
Questo strano giro in questo strano ‘mercato’ lo iniziamo da lontano. Da Madrid, esattamente. Sì, dove Laura Pugno vive da qualche anno. Naturalmente curiosi, le chiediamo la cortesia di concederci qualche minuto per illustrare la sua opera e parlarci un po’ della poetessa. Luogo ideale, visto il tema, il mercato di San Miguel, a due passi da Plaza Mayor. Quindi, dopo i saluti e qualche preambolo, si inizia.
C’è, innanzitutto, una tua raccolta poetica che vuoi segnalare o ricordare? Per l’urgenza e le motivazioni per cui l’hai scritta, perché la ritieni la tua espressione migliore, per qualche particolare che ritieni importante?
Sì, l’ultima. La mente paesaggio. Che peraltro in autunno uscirà per le edizioni Perrone, nella collana InNumeri curata da Giancarlo Alfano. È la prima volta che nella mia ricerca affiora, anche se a intermittenza e sempre pronta a ritornare a immergersi in acque profonde, la parola io.
C’è invece un’opera che avresti voluto pubblicare e che o non è stata pubblicata o ha avuto vicissitudini editoriali particolarmente complesse e difficili?
In questo momento non ho un libro di poesia che risponda a queste caratteristiche, anche se il paesaggio dell’editoria di poesia è sempre mobile, spesso in sofferenza. Ho però una serie di racconti che non ha visto la luce come raccolta, ma solo su rivista o in antologie. Il titolo provvisorio è Islanda e altri racconti.
Passiamo al vero e proprio laboratorio. Attualmente su cosa stai lavorando?
Ho terminato la prima stesura di un romanzo nuovo, mentre è da tre anni che non scrivo poesia, se non in modo molto frammentario. Credo che debba prima concludersi il momento segnato da La mente paesaggio, e forse con la pubblicazione si concluderà. I momenti di silenzio esistono, sono fisiologici, anche se mai facili.
Ma rispetto alla precedente produzione, senti che sta cambiando il tuo modo di scrivere poesia? In sostanza, troveresti uno o più elementi ‘forti’ di distinzione tra la tua poesia di oggi e quella di ieri?
La mia è sempre poesia di ricerca, ma le forme esteriori che questa ricerca ha assunto anni fa, ad esempio le accensioni molto forti della lingua, stanno lasciando il passo a una parola più piana, più aperta. I cambiamenti della lingua corrispondono alle modifiche della mente e del corpo, dato che scriviamo nel nostro tempo.
Prova a descrivere uno scenario ‘ideale’. Chi vorresti che leggesse la tua poesia, dove e in che modo secondo te sarebbe opportuno presentarla?
Non so se ho uno scenario ideale di questo tipo. A volte sono occasioni felici i festival: ad esempio, lo è stato l’anno scorso Seneghe, in Sardegna, in provincia di Oristano per l’esattezza. Per l’idea che dietro alla manifestazione ci fosse una comunità, un intero paese partecipante.
A bruciapelo: il poeta è un ‘venditore’?
Istintivamente, dico di no. Ma se vogliamo stare al gioco dello scambio, l’economia della poesia è più simile al baratto in una società preindustriale. Quello che passa di mano è fatto a mano, irripetibile.
Al termine di questa breve chiacchierata, un gentile omaggio che accettiamo molto volentieri.
una lingua incapace di mentire
la quantità d’acqua
per fare il blu,
non di un bicchier d’acqua
ma di un iceberg?
che si sfa in bianco e superficie della lingua –
il guscio è pieno di latte
e vi cresce muschio,
tutto questo è latte
– carne e cervello –
latte con licheni,
se apri la carne e leggi i cerchi
vedi che è mantenuto nella stessa forma
e verrà coperto d’erba
o fai un foro nel ghiaccio
e aspetta,
per ore l’emergere del corpo
in parte di foca o di squalo
il ghiaccio diventa latte
con mandorle che contengono grasso
preso dal centro
la parte più intera
biancomangiare del corpo
disegna le dita, allora,
metti un corsetto di piercing
in acciaio nella carne della schiena,
in due file, legati da un nastro
che stringe e allenta
ha una dorsale
viene cucito ai lati
mantenuto nella stessa forma
e mutato in lingua –
Laura Pugno ha pubblicato i romanzi Quando verrai (Minimum Fax 2009) e Sirene (Einaudi 2007), premio Libro del Mare 2008 e premio Dedalus 2009; la raccolta di racconti Sleepwalking (Sironi 2002); due libri di poesie, Il colore oro (Le Lettere 2007) e Tennis (NEM 2002); la plaquette gilgames’ (Transeuropa 2009) e i testi teatrali di DNAct (Zona 2008). È in uscita la nuova raccolta poetica La mente paesaggio (Perrone, collana InNumeri, 2010).