D’inverno per isole. La ricerca del blu

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"…La notte sogna un bel sogno e l’isola incantata, bella come una sirena illuminata dalla luna, sorge misteriosamente fuori dal mare. Una leggera brezza scorre...

“…La notte sogna un bel sogno e l’isola incantata, bella come una sirena 

illuminata dalla luna, sorge misteriosamente fuori dal mare.

Una leggera brezza scorre sopra le acque, passa fra gli aranceti in fiore, e scherza fra i teneri virgulti delle viti. Dal mare vengono voci allegre, che sembrano più alte nel silenzio della notte, e il viandante di Monte Solaro sente un fruscio d’ali

su nello spazio illuminato dalla luna”

[Axel Munthe da: ‘Napoli e Capri’ (1885)]

 

Ci vuole una discreta dose di ottimismo a partire per un’isola proprio il giorno che nevica a Roma, ma la decisione è presa da tempo e l’opportunità non è di quelle che aspettano.

La neve a Roma, il 12 febbraio 2010

Con esattezza l’appuntamento risale all’estate passata, quando la visita alla casa di un amico – anch’essa su un’isola – aveva portato ad una sequenza di pensieri sulla ricerca del luogo dei propri sogni: quello che tutti vagheggiano e solo pochissimi riescono a trovare. Era – l’innesco dell’associazione – in due piastrelle murate tra le altre, in quella strana casa di mare e di vento, da tempo frequentata e visitata l’ultima volta appunto la scorsa estate…

Due citazioni da Axel Munthe, nella casa di un amico, su un’altra isola [v. su “O”: Giardini. La porta sull’estate del 20.07.09]
Ci si era ripromessi in quella circostanza di associare, ad un viaggio per recuperare il ricordo di Axel Munthe e del suo libro ‘La storia di S. Michele’, un’altra ricerca: “…si aspetterà il prossimo febbraio per farlo, in occasione della fioritura di una essenza endemica di Capri: la Lithodora rosmarinifolia [V. su “O”: Piante rare e preziose (seconda parte) del 21.07.08]…

 

Pochi, nel corso dei secoli, hanno avuto per l’Italia la rapita venerazione dei viaggiatori stranieri del periodo pre-romantico e romantico, dalla metà del settecento in avanti. Vi contribuiva la coincidenza di numerose figure dell’immaginario del romanticismo: la ricerca di tracce di un passato glorioso nella terra mitica del sole e della luce; l’idea del viaggio come ‘altrove’; la semplicità dello stato di natura. Stereotipi in parte fallaci: ma non per nulla erano ‘romantici’!

La storia personale di Axel Munthe (1857-1949) – come è raccontata nel suo libro – è la realizzazione del sogno della sua gioventù, quando studente diciottenne giunto sull’isola tirrenica dalla Svezia natìa, rimane folgorato dalla sua bellezza, dalla cordialità degli abitanti e dal vino bianco che gli è servito dalla Bella Margherita… Fa la conoscenza di Mastro Vincenzo, che ruba lo spazio per le sue viti ad un terreno pietroso disseminato di antichi ruderi: roba di Timberio… Ha la premonizione – o la visione – che avrebbe posseduto un giorno quello spicchio di roccia affacciata sul mare; e quella lo sostiene nei lunghi anni a seguire, di studio e lavoro. Anni dopo, medico ricco e affermato e a sogno ormai realizzato, scrive un libro sulla sua esperienza, che fu uno dei successi editoriali dell’epoca e di molte successive: – “Quando persi il sonno, cominciai a scrivere questo libro, dopo aver inutilmente tentato tutti i rimedi più innocui…”

La copertina del long seller di Axel Munthe del 1929; II edizione Garzanti del 1974

La villa di S. Michele – che prima era un sogno – fu donata per testamento, nel 1948, da Axel Munthe al governo svedese, che la gestisce tuttora come Fondazione aperta al pubblico e con fini naturalistici, legati alla tutela del patrimonio ornitologico della zona del Monte Barbarossa.

ll grafico della villa di S. Michele ad Anacapri. Dalla mappa a cura della Fondazione: http://www.villasanmichele.eu/
Il pergolato affacciato sul mare, fatto di rose banksiae e glicini, che al tempo della visita non sono fioriti. In fondo al pergolato, su un terrazzo a picco sul mare, è posta la sfinge: ‘the sphinx’
La sfinge, affacciata sul mare verso la penisola sorrentina e il golfo di Napoli, con una storia misteriosa – raccontata nel libro – dietro le modalità del suo ritrovamento

La fioritura iniziale di una pianta comune a Capri, anche se non originaria del luogo: Echium fastuosum o ‘viperina di Madeira’ (Fam. Boraginaceae). Il colore va dal celeste, al viola, al porpora, nelle diverse varietà. [V. anche su “O”: Notizie dai giardini – Giardini veri e sognati
 del 02.04.07]
Il rovello del viaggiatore – dell’isola a poca distanza da casa come di un paese lontano – è quello di non riuscire a penetrare l’essenza del luogo…

Tutto sembra così stratificato, permeato di significati sconosciuti, che si dispera di riuscire; specie nel tempo di un viaggio breve.

Ci si trova a passeggiare per i vicoli del paese e tra le case, si guardano i semplici giardini delle case private e quelli sontuosi delle grandi ville, e si pensa: …Mai! Non riuscirò mai a comprendere il senso di tutto questo! Il lavorìo che nei secoli si è nutrito dell’interazione tra la natura del posto, la gente che ci abitava e tuttora ci vive e i numerosi ospiti illustri che da tutto il mondo quest’isola ha richiamato…

Lo scoramento iniziale è frequente, ma di solito transitorio. Un incontro fortunato, delle informazioni raccolte qua e là, qualche volta un libro, spesso riescono a fornire degli elementi di comprensione, una chiave di accesso; che può essere costituita dall’attenzione al regno vegetale.

Le piante non tradiscono mai… Anche in luoghi diversi o lontani si trovano delle affinità, dei richiami; le informazioni e i ricordi si saldano insieme come le maglie di una catena. C’è che le piante parlano ovunque lo stesso linguaggio, e innumerevoli sono le notizie ad esse legate, oltre che botaniche, antropologiche e medicinali; le leggende e le storie.

Così ci si ritrova con qualcuno del posto a parlare di questa e di quella pianta, delle tradizioni dell’isola; della lotta tra ‘i puristi’ della flora isolana e ‘gli sperimentatori’ che portavano piante estranee, con la speranza di vederle prosperare nel clima dolce dell’isola. E delle fiere tenzoni che ne seguivano. È vero che di piante ‘furastiere’ ce ne sono tante; dall’Echium fastuosum o ‘viperina di Madeira’, alla Strelitzia reginae, originaria del sud Africa e già fiorita alla fine dell’inverno. Per citare solo qualcuna delle più appariscenti…

Qui si ritrovano, selvatiche, delle erbe aromatiche come la ruta: …‘A ruta, c’ogni male stuta… (la ruta, che spegne, fa bene, ad ogni male). E come il rosmarino, i cui fiori celesti quasi scompaiono a confronto del blu intenso della pianta che siamo venuti a cercare…

A sin. la ruta (Ruta graveolens – Fam. Rutaceae) all’inizio della fioritura, a metà febbraio. A dx, il rosmarino (Rosmarinus officinalis – Fam. Labiatae), dai fiori celeste chiaro (nel particolare). Il fiore blu più intenso non è quello del rosmarino…

A dispetto del luogo comune, è a fine inverno, prima ancora dell’inizio ufficiale della primavera, che in climi particolarmente avvantaggiati si può apprezzare la natura nel suo pieno rigoglio…

La fioritura gialla di Euphorbia dendroides (Fam. Euphorbiaceae) in cuscini compatti, insieme all’aloe, anch’essa in fiore, a metà febbraio, nel clima isolano

Ed infine eccola, la pianta che eravamo venuti a cercare, che fiorisce proprio in questo periodo, tra la metà e la fine di febbraio…

La fioritura iniziale di Lithodora rosmarinifolia – Fam. Boraginaceae

Lithodora rosmarinifolia è un’endemica dei terreni rocciosi che si trova, oltre che a Capri, in poche altre zone in Italia (la penisola sorrentina, areali limitati della Sicilia occidentale). La sua presenza è riportata anche in alcune isole dell’Egeo; ma non si ritrova, per esempio, nell’arcipelago delle ponziane. Ha il fiore di un blu intenso, della stessa tonalità della genziana, che spesso le tecniche fotografiche non rendono in modo adeguato. Un colore così particolare da essere conosciuto anche come ‘blu di Capri’.

Due particolari di Lithodora rosmarinfolia. Le foglie sono di un verde più intenso di quelle del rosmarino (tendenti al verde glauco) e se stropicciate non emanano alcun odore
Accanto alla più conosciuta Lithodora a fiori blu, ne esiste una varietà ‘alba’, più rara, dai fiori completamente bianchi (in basso: foto di Luigi Esposito)

Cos’è che rende una pianta ‘preziosa’?

La rarità? L’averla tanto cercata? Averla collegata ad un ricordo particolarmente intenso?

Tutte queste considerazioni e altre ancora… Ma certo non di poco conto, se riescono a segnare l’immaginario e quasi a scandire diversi periodi della vita di una persona: viaggi, interessi, compagnie… [V. su “O”: Piante rare e preziose : Luglio – Agosto 2008].

La fioritura della Lithodora può variare a seconda degli anni e del periodo climatico. Nelle condizioni più favorevoli appare come un cuscino compatto tra il verde e il blu
La fioritura iniziale della Lithodora su rocce a picco sul mare
Anche in questa immagine, la fioritura del rosmarino (a sin. nella foto) è quasi inapparente accanto a quella blu intenso della Lithodora

E per finire, nel florilegio di blu di questo viaggio invernale, una sorpresa in più è stata la scoperta di questa bestiolina, anch’essa rara e pressoché sconosciuta, tranne che a pochi esperti: si tratta della ‘lucertola blu di Capri’…

Quando si dice ‘l’isola blu’..!

La lucertola azzurra di Capri – Podarcis sicula coerulea, con habitat esclusivo sui faraglioni dell’isola tirrenica, per cui è anche (poco) conosciuta come ‘lucertola dei faraglioni’ [Questa foto e la successiva: courtesy of Luigi Esposito]
Identificata a metà-fine ‘800 su segnalazione del naturalista e botanico locale Ignazio Cerio (1870), fu poi contesa tra diversi erpetologi, per l’attribuzione della scoperta. Secondo l’attuale orientamento tassonomico la lucertola azzurra dei faraglioni non costituisce una nuova specie, ma una delle tante varianti di lucertola campestre.


La lucertola azzurra dei faraglioni ha le squame della zona dorsale di colore blu oltremare, anziché verde, e quelle della zona ventrale di colore azzurro con riflessi metallici, invece che verde chiaro

 

“Capri è sacra. L’obiettivo non è vederla,

ma avvertirvi una certa qualità di emozione…”

[Jean-Paul Sartre]

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