Libri: Lady Oscar e la bambina che non esisteva

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Siba Shakib con un tratto di penna leggero e in compagnia di Samira ritorna tra i popoli, le tradizioni e la cultura delle sue origini.

Siba Shakib con un tratto di penna leggero e in compagnia di Samira ritorna tra i popoli, le tradizioni e la cultura delle sue origini. Samira, protagonista della storia vera “La bambina che non esisteva”, nasce in un piccolo villaggio sulle montagne dell’Hindu Kush in Afganistan e vive all’ombra di leggi e consuetudini che troppo spesso celano storie di violenza e sopraffazione. È un paese quello di Samira dove “Un uomo è un vero uomo quando ha una moglie, una moglie che gli darà subito un maschio, seguito da tanti altri”. Nascere femmina in quei luoghi è un disonore per la madre, per il padre e per il neonato. Daria, la madre di Samira, vive come una vergogna, come una macchia indelebile, una colpa  l’aver messo al mondo una figlia femmina. Nessuno al villaggio deve sapere che il Comandante è diventato padre di una figlia femmina e  che le piccole manine di quella bimba hanno intenerito anche lui. Non c’è posto per una bambina in un paese dove la guerra irrompe prepotente e si trascina dietro qualunque cosa e dove il primogenito del Comandante deve essere un maschio per poterne ereditare il prestigio e il comando. Per questo lo stesso giorno della sua nascita Samira viene chiamata Samir e viene cresciuta ed educata seguendo modelli maschili. Samira come Samir impara a cavalcare, a pescare, ad andare a caccia, a sparare e a lottare come un vero uomo e suo padre, il Comandante, diventa il suo idolo. A Samira piace anche poter andare al villaggio da sola, poter andare a scuola e poter sputare in compagnia degli altri uomini. Tutte cose queste che le sarebbero severamente vietate se al villaggio sapessero che lei è femmina. Samir come Samira non esiste per nessuno. Ma arriva il giorno in cui “Samira tace. Tace perché ha scoperto una cosa che non aveva mai visto bene. Quella cosa che penzola tra le cosce del bambino, ha una forma allungata, con una goccia d’acqua sulla punta, il bambino lo prende in mano, lo tira come se volesse strapparlo, non lo strappa… Quel gesto dà a Samira il tempo di guardare quel coso più da vicino… assomiglia a un dito”. La verità non le viene raccontata ma le si presenta  davanti agli occhi in tutta la sua nudità.

I fatti e le vicende che si susseguono incalzanti nell’opera di Siba Shakib sono  crudelmente duri dal lato della dialettica uomo-donna e Samira capisce che in Afganistan “nemmeno gli uomini sono liberi. Se lo fossero non avrebbero bisogno di prendersi la libertà delle donne”. La prova più dura e difficile che Samira deve affrontare è quella dell’amore che poteva diventare l’unica via di fuga nella rivendicazione di una identità completamente e finalmente al femminile ma “Samira  resta Samir… Bashir continua a chiamare Samira Samir. Samira continua ad andare a caccia, a vendere pesce carne e pollame”. Nel nostro mondo, plasmato sulla certezza dell’esistenza di una teoria universale dell’uguaglianza, il viaggio di Samira diventa quasi surreale e meno duro se durante la lettura ci si riappropria di vecchi ricordi e attraverso un gioco di traslazioni e sovrapposizioni la storia viene spostata indietro nel tempo. Siamo nell’anno 1982 e una delle TV private italiane trasmetteva il cartone animato o manga divenuto anime Lady Oscar, nato con genialità e grande amore per la storia, in particolare per la figura della regina francese Maria Antonietta, dalla fantasia dell’autrice giapponese Riyoko Ikeda. Lady Oscar nasce in Giappone, in una terra e in una età dove nell’immaginario collettivo occidentale la donna è incarnata dalla trilogia moglie, madre e geisha, ma lei facendo dimenticare le sue origini ha la capacità di proiettare il pubblico in una atmosfera di corte settecentesca diventando presto in Italia l’eroina di grandi e bambini. Le tappe della sua storia sono scandite, per le stesse motivazioni originarie, come quelle di Samira da modelli educativi maschili, da un vissuto completamente al maschile e  ancora una volta l’amore sarebbe potuto essere la sua via di fuga.  Ed ecco che la finzione anticipa e collima perfettamente con la realtà. Lady Oscar incontra Samira nella stanza dei ricordi e nel riscrivere un unico racconto che scorre identico sul piano delle identità negate e mai riscattate ci fa pensare a Samira come a una piccola grande donna eroina della sua terra e della sua storia.

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