Bagnoli senza futuro (foto di Giovanni Barba)

di

Data

© Giovanni Barba
Ma che – che – che occasione, ma che affare. Vendo Bagnoli, chi la vuol comprare? Colline verdi, mare blu. Avanti chi offre di più!

Ma che – che – che occasione, ma che affare. Vendo Bagnoli, chi la vuol comprare? Colline verdi, mare blu. Avanti chi offre di più! Ma che – che – che occasione, ma che affare. Vendo Bagnoli con le ciminiere, però sbrigatevi perché è un’asta e conto fino a tre. La cantava Bennato, nel 1989, e l’asta, ad oggi, non è ancora terminata. Ma, stavolta, non è una questione di soldi. Per Bagnoli, l’area occidentale di Napoli, una volta occupata dall’Italsider e dalla Cementir, coinvolta dal 1994 da un’infinita opera di bonifica, i finanziamenti ci sono, eccome: quasi 260 milioni di euro, di cui ad oggi ne sono stati spesi più o meno 77, ovvero il 30% circa della disponibilità totale. Per la Corte dei Conti, la colpa è da ricercare altrove. Sicuramente negli organi istituzionali coinvolti (ministero dell’Ambiente, Comune di Napoli, Regione Campania) «che si sono appalesati del tutto inadeguati per i compiti loro assegnati e che nel corso di più di un decennio, non sono stati in grado di trovare soluzione alle problematiche». Così, come nei cari commissari di governo istituiti ad hoc, al punto da spingere la Corte dei Conti a sostenere che «è lecito interrogarsi sull’opportunità di conferire poteri straordinari ad organi che, per il loro status politico locale, hanno difficoltà ad esercitarli». È di questi giorni la redazione di un rapporto, da parte della Corte dei Conti: sessantasei pagine, il più duro atto di accusa finora redatto su Bagnoli. Incrementi di costi a dismisura e fondi non spesi, superficialità nell´affidamento degli appalti e disinvoltura nella gestione della bonifica. «I lavori di bonifica non sono stati completati – accusa la magistratura contabile – e la balneabilità delle spiagge non è stata ancora ripristinata perché i fondali e i litorali non sono stati bonificati a causa della colmata, fonte di continuo inquinamento, che non è stata rimossa». Colmata che «apprendiamo diventerà la piazzetta del Forum internazionale delle culture 2013». Una serie di progetti per riqualificare l’area ex industriale di Napoli: Bagnoli Studios prima, una sorta di Cinecittà partenopea, e un enorme centro polisportivo dopo. Progetti caduti uno dopo l’altro, ma, secondo i patti, da realizzare comunque per il 2004. Invece, niente, niente e niente. Nemmeno la bonifica delle acque, per ripristinare la balneazione. Nessuna colpa, nessuna responsabilità, nessuna competenza. Nemmeno quella di Bagnoli Futura, la società appaltante per il risanamento. Tra i rottami delle fabbriche dismesse, non si può fare altro che buttarsi a mare, dimenticando tutto, anche l’inquinamento.

© Giovanni Barba
© Giovanni Barba
© Giovanni Barba
© Giovanni Barba
© Giovanni Barba
© Giovanni Barba
© Giovanni Barba
© Giovanni Barba
© Giovanni Barba
© Giovanni Barba
© Giovanni Barba
© Giovanni Barba
© Giovanni Barba

Altri racconti
in archivio

Sfoglia
MagO'