In diversi e suggestivi angoli di Roma, si può ammirare, dal 30 Settembre, una rassegna dedicata allo scrittore e drammaturgo russo Nikolaj Vasil’evič Gogol’, in occasione dei festeggiamenti per il bicentenario della nascita dell’artista. Un’interessante iniziativa ideata per celebrare non solo il grande scrittore, ma anche il suo legame con Roma, da lui definita “patria della sua anima”.
La rassegna si propone di mostrare alcune delle innumerevoli sfaccettature di un autore di grande influenza sull’intera letteratura russa successiva. Considerato in vita un grande talento comico, Gogol’ è stato visto di volta in volta come il capostipite del realismo russo, il precursore del teatro dell’assurdo, un maestro del genere fantastico e, negli ultimi anni, anche un autore religioso.
La mostra “Gogol’ e Roma”, al Pio Sodalizio del Piceni – Musei di San Salvatore in Lauro dal 1 ottobre al 29 novembre, espone più di centocinquanta oggetti, provenienti dal Museo Nazionale della Storia di Mosca per raccontare la figura del grande scrittore attraverso il suo rapporto con la città eterna.
Gogol’ si allontanò dalla sua patria nel 1835 con l’idea di creare una grande opera, che portasse alla luce tutto quello che c’era di buono e di cattivo nell’uomo russo. Dopo un pellegrinaggio in vari paesi europei, nella Pasqua del 1837, arrivò a Roma e se ne innamorò. Da questo soggiorno trasse l’ispirazione per completare una delle sue opere più importanti: “Le anime morte” in cui, con grande realismo, mette alla berlina i vizi e le debolezze della società russa. E sempre a Roma scrisse anche alcuni dei suoi racconti più famosi: fu proprio la lontananza dalla Russia, infatti, che gli permise di vederla e raccontarla con chiarezza.
Accompagnati dalle parole di Gogol’ che ci dipinge la “sua” Roma, la mostra ci trasporta nei luoghi in cui egli visse e da lui amati. Attraverso i suoi manoscritti, i cimeli dell’epoca e la collezione di acquerelli con vedute di Roma, realizzati da pittori russi suoi contemporanei, ci muoviamo come turisti alla scoperta di una città sconosciuta. E il viaggio si conclude in Russia per esplorare le izbe dei contadini ed incontrare i proprietari terrieri spesso al centro delle sue storie.
La rassegna prosegue al Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo dove, sempre dal 1 ottobre al 29 novembre, è allestita l’esposizione “Nikolaj Gogol’ nelle illustrazioni di Sergej Alimov”: una collezione di 42 disegni originali dell’illustratore e scenografo Sergej Aleksandrovič Alimov ispirati alle opere gogoliane.
Con i disegni per “Le anime morte”, Alimov realizza una versione grafica del poema, rappresentando con ironia i personaggi, tragici e insieme grotteschi, che animano il testo di Gogol’. Nella serie di illustrazioni per “Il naso”, l’aspetto fantastico e irreale del racconto è reso abilmente attraverso un gioco sapiente di luci ed ombre. E la mostra si conclude con i bozzetti di alcune marionette per una messa in scena delle “Veglie alla fattoria presso Dikan’ka”, dai cui colori vivi traspare tutta l’allegria gioiosa della prima opera di successo di Gogol’.
Nell’ambito della rassegna, grande spazio viene dato al teatro, che Gogol’ considerava un’arte meravigliosa e di grande utilità sociale. Alla Biblioteca Museo Teatrale del Burcardo, quindi, dal 1 al 29 ottobre, sono ospitate due mostre complementari con opere provenienti dal Museo Nazionale del Teatro di Mosca: “Gogol’ – il Teatro – l’Avanguardia russa” e “Nikolaj Gogol’ nelle fotografie di Šapiro (1840 – 1900)”.
La prima mostra espone disegni di scenografie e costumi, cartelloni, manifesti, manoscritti, fotografie e modellini: tutti legati alla storia del teatro gogoliano. La collezione spazia dalla nascita del teatro realista russo dell’Ottocento, con la messa in scena delle commedie di Gogol’, alle Avanguardie del primo Novecento, caratterizzate dalla riscoperta del grottesco e del caricaturale nei personaggi del mondo gogoliano.
La seconda esposizione, invece, raccoglie le opere fotografiche di Konstantin Aleksandrovič Šapiro. Particolare attenzione viene dedicata all’album delle “Illustrazioni per il Diario di un pazzo di N.V. Gogol’”. Le fotografie ritraggono l’attore Andreev-Burlak che interpreta il protagonista del racconto e sono accompagnate da alcuni versi dell’opera, in una composizione che ricorda il cinema muto. Šapiro cerca, in questo modo, di trovare una nuova forma espressiva che permetta di rappresentare al meglio le idee dell’autore.
La grande attenzione dedicata all’opera teatrale di Gogol’ continua al Teatro Valle dove, il 1 e il 2 ottobre, è andato in scena “Possidenti di Antico Stampo”. La pièce, diretta con originalità da Mindaugas Karbauskis, presenta una serie di personaggi gretti e meschini, in un’atmosfera realista e grottesca al tempo stesso e dipinge un ritratto disincantato della società in cui Gogol’ viveva.
Infine, il programma della rassegna dedica spazio anche al cinema. Alla Cineteca Nazionale, dal 1 al 4 ottobre, infatti, è proposta una retrospettiva dei film dei grandi registi russi e italiani ispirati alle opere di Gogol’: si parte dal cinema muto degli inizi del Novecento fino ad arrivare ai film a colori degli anni Sessanta.