Clamorosi ritorni, importanti new entry, misteriose uscite di scena, e poi ancora matrimoni, tradimenti e sorprese. Nella sesta serie di Un Medico in famiglia (domenica, Rai Uno) succede di tutto. Nei ventisei episodi della serie, che si svilupperanno in tredici puntate, saranno le avventure e i problemi di ben quattro generazioni della famiglia Martini a “coabitare” sotto lo stesso tetto. A cominciare dal ritorno, dopo dieci anni di assenza, di Lele, interpretato da Giulio Scarpati, che si presenta con i due gemelli dopo la separazione da Alice (Claudia Pandolifi). Come ha dichiarato l’attore: “all’inizio sembrerà non voglia più avere storie d’amore, ma poi verrà travolto dagli eventi. Come padre invece, lo ritrovo uguale: giocoso con i figli, ma anche molto attento”.
Altro colpo di scena riguarderà l’abbandono di Nonno Libero, che resterà solo per le prime sei puntate lasciando la famiglia Martini nelle mani del figlio Lele. Proprio così. Nonno Libero va in pensione lo ha affermato Lino Banfi senza rimpianti pur mostrando la sua riconoscenza a “Nonno Libero che mi ha dato tanto”.
Paternità, ritorno a casa, ma anche il tema della famiglia moderna e allargata al centro della serie, girata per la prima volta interamente in pellicola e non più in elettronica che, però, è stata per anni la sua cifra stilistica. Una serie caratterizzata da ritmi più veloci e maggiore cura nell’allestimento degli ambienti con un’attenzione particolare alla nuova scuola delle serie americane.
Senza dubbio, la fiction, nata nel 1998, rappresenta uno dei grandi successi della lunga serialità italiana producendo un cambiamento nella produzione seriale italiana. Una medietà molto tranquillizzante caratterizza questo prodotto, facendone un ottimo esempio di quel processo di indigenizzazione, per dirla con la Buonanno, che si ritrova nella maggior parte della fiction italiana degli anni novanta e ne testimonia la trasformazione rispetto ai modelli precedenti. Si pensi alle situazioni raccontate che riflettono da vicino la realtà italiana, a partire dall’ambientazione in una villetta unifamiliare della periferia di una grande città (Roma) e alla descrizione di un ambiente di lavoro (quello medico) fortemente identificabile e riconoscibile dal pubblico televisivo. Il tutto in uno stile semplice e flessibile rispetto ai tempi che cambiano, arrivando ad una linea narrativa decisamente più comica e divertita. Anche se sono evidenti e numerose le contaminazioni con altri generi della fiction seriale rispetto alle “ortodossie” del family drama classico.
“L’intento era di un ritorno alle origini. È chiaro – come ha detto Bixio, produttore della fiction – che questa serie chiude un ciclo, questo non vuol dire che non si possa più fare Un medico in famiglia ma deve essere sempre meglio”. Sebbene gli anni siano passati e la fiction si sia evoluta, questa serie parla soprattutto dei rapporti umani, familiari, sentimentali, che più o meno viviamo.
Altro ritorno da segnalare è quello di Maria (Margot Sikabonyi) e Guido (Pietro Sermonti) che diventano a loro volta genitori di una bimba e per una serie di vicissitudini tornano ad abitare nella villetta Martini.
Questa serie, diretta da Tiziana Aristarco, che firma le puntate dalla prima alla quarta, e da Elisabetta Marchetti, regista dalla quinta alla tredicesima, punta al rilancio e al rinnovamento anche con l’ingresso di nuovi attori, fra cui Francesca Cavallin nel ruolo di Bianca, sorella di Giulio (Ugo Dighero) e Gabriele Cirilli nei panni di Dante Piccione, inquilino scapestrato dell’appartamento in cui vorrebbero andare a vivere Guido e Maria. Fra gli interpreti anche Rosanna Banfi, Emanuela Grimalda e nuovi piccoli attori.
Un’assenza che si farà sentire sarà quella di Cettina (Lunetta Savino), una delle anime della serie. Data per dispersa in un naufragio, ad un certo punto, comparirà nelle vesti di un fantasma riservandoci numerose sorprese.
Un ultima novità riguarda inFiction, nuovo format di telepromozione della Sipra, caratterizzato dagli stessi criteri di intrattenimento e serialità tipici di una vera e propria serie tv. Cast fisso, veste grafica e sigla iniziale richiameranno l’ambientazione della fiction a cui si accompagna. La realizzazione è sempre della Publispei che, in tal modo, garantisce l’omogeneità dello stile narrativo e l’alto valore qualitativo.
A questo punto non ci rimane che dire: bentornata Famiglia!