Il tempo del crimine: Countdown

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Un buon anno a tutti gli appassionati di fiction. E non solo. Mi piace iniziare l’anno raccontandovi dell’esordio di un interessante prodotto narrativo. Si tratta di Countdown

Un buon anno a tutti gli appassionati di fiction. E non solo. Mi piace iniziare l’anno raccontandovi dell’esordio di un interessante prodotto narrativo. Si tratta di Countdown (in originale “Cuenta Atràs”) telefilm spagnolo che ha debuttato mercoledì scorso su Fox.
La fiction è incentrata sulle indagini di cinque agenti della Settima Unità della polizia giudiziaria spagnola, specializzata in casi che per la loro estrema gravità devono essere risolti entro una scadenza. Per tutta la durata del telefilm un orologio batte inesorabilmente le ore e i minuti che passano.
Protagonista della serie spagnola è Corso, interpretato da Dani Martin, apparso in “Hospital Center” e leader del gruppo musicale “El canto del loco”. Il personaggio, impulsivo e temerario, è spesso tormentato dal suo passato che, al tempo stesso, gli dà la carica per affrontare al meglio il suo lavoro. A compensare l’impulsività di Corso c’è il suo collega e migliore amico Mario Arteta (Alex Gonzalez) riflessivo e metodico sul lavoro, timido e introverso nella vita. Leonor Marin (Barbara Lennie), soprannominata Leo, è un’altra componente della squadra. Una donna decisa, ottima poliziotta, onesta e amante della giustizia, in passato ha avuto una breve storia con Corso. Rocio Oleguer (Teresa Hurtado de Ory)  è un’altra agente: la sua capacità di comunicare la rende perfetta nelle negoziazioni. Infine, troviamo Juan Molina, il veterano della squadra, che mette la sua esperienza al servizio di Corso e dei compagni. Tutti i personaggi sono raccontati in modo attento e dettagliato; ognuno ha la sua storia e nulla viene lasciato al caso.
L’originalità della serie è rappresentata proprio dalla sua modalità narrativa. Infatti, ogni puntata parte dalla conclusione dell’inchiesta o da un loro punto di svolta per poi condurre lo spettatore indietro nel tempo e seguire passo dopo passo le indagini degli investigatori. Il tempo non offre solo il ritmo della narrazione ma appare necessario per comprendere le storie. Una tecnica narrativa che si ritrova in un altro telefilm, ormai classico, 24 con Kiefer Sutherland. In questo caso, la narrazione è suddivisa in ventiquattro puntate da 45 minuti ciascuna – che diventano 60 con gli spazi pubblicitari – ognuna delle quali copre un’ora della giornata. In questa serie l’uso del tempo è spinto all’estremo: l’intervallo dell’azione è spesso scandito da un orologio digitale che appare sullo schermo. Altra particolarità tecnica del telefilm è la suddivisione dello schermo in vari riquadri per seguire la contemporaneità di molteplici piani narrativi, fino a confluire su quello principale. Inoltre, ogni giorno della vita di Jack Bauer presenta più sottotrame, che hanno inizio e si dipanano quando quella che sembrava la trama principale va a esaurirsi.
In un panorama televisivo costellato da serie americane o fiction “made in Italy” appare intrigante ritrovare un crime fiction che si svolge in un’altra realtà. La serie, poi, è caratterizzata da una spettacolare scenografia, con numerose scene che si svolgono in esterna, con inseguimenti ed effetti speciali.
I dialoghi e le relazioni personali dei membri delle unità di polizia danno alla serie un ritmo veloce, offrendo un racconto forte ed intenso che, senza dubbio, sarà in grado di appassionare e coinvolgere anche il pubblico italiano.

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