Sogni e incubi popolano tutta la realtà: quella diurna e quella della notte. L’augurio è che il nuovo anno ci regali soprattutto sogni nuovi, sorprendenti, creativi. E che i primi a cambiare siano le ombre e i mostri del quotidiano. Orchi e mostri che restano in agguato, si ripropongono nel tempo, malauguratamente uguali a sé stessi, cristallizzati. Un esempio? Ce lo illustra bene la favola satirica Dinosauro eccellentissimo di José Cardoso Pires (Editore Vertigo, pp. 102, 12 euro) che rappresenta un ritratto in chiave surreale del dittatore Salazar e una efficace allegoria di ogni regime autoritario e dei suoi sistemi di controllo del consenso. L’autore narra alla figlia minore, Ritinha, la storia, ambientata in una fiabesca e imprecisata epoca, di un fin troppo realistico Dinosauro alla conquista del potere attraverso la manipolazione dell’ informazione e l’uso sistematico della menzogna. I suoi dignitari lo ammirano per la prodigiosa capacità di mistificare i fatti, trasformarli e negarli attraverso un sapiente uso delle parole e della loro ipnotica ripetizione. Basta sostituire certe parole con altre, certe immagini con altre per ricondurre persone e fatti alla propria volontà. Il re astuto, diabolico e ladro, conquista il potere sul popolo delle cozze che, in fuga dalla povertà, giunge fino al mare per aggrapparsi alle rocce e, lì, tentare di sopravvivere. Il Dinosauro continua a parlare e parlare. Vuole circondare l’intero popolo con la voce. Tutti i suoi dignitari, incantati, non fanno che imitare i toni, le inflessioni e le parole dei suoi discorsi. Nel frattempo, crescono l’isolamento e la follia del Dinosauro uniti ad una totale indifferenza verso le esigenze e la vita dei propri sudditi. “finché dichiarò di fregarsene di loro e del paese. Prescindeva. E prescindendo dagli uomini – pessimo segno – si rivolse (…) alla STORIA”.
“I consiglieri si convinsero che stavano compiendo una grande missione STORICA. Guadagnavano come consiglieri, si vestivano come consiglieri, avevano i loro bei fascicoli (…) che dubbio poteva esserci? Anzi potevano considerarsi indispensabili”.
L’imperatore della favola, sebbene invecchi e ingobbisca, continua a godere di immagine eternamente giovane, ottenuta giovandosi, tra l’altro, di sapienti trucchi televisivi. Il Dinosauro, abbarbicato al potere, mette a tacere e nega ogni dissenso, falsifica sistematicamente la realtà, guardandosi dal popolo delle cozze che non smette di ostacolare il suo cammino. Il governo del Dinosauro continua fino al sopraggiungere di un grave problema di salute. I dignitari, al capezzale del Sovrano, continueranno tuttavia a simulare Consigli dei Ministri fittizi, pur di non turbare il Dinosauro. Le manie e le caratteristiche caricaturali e pittoresche di Salazar offrono solo uno spunto a Cardoso Pires per elaborare, con intuizione e lucidità questo racconto esemplare, quasi un apologo sul potere. Con stile asciutto ed essenziale e leggerezza artistica mette in guardia il suo amato Portogallo e la anziana Europa da fantasmi del passato mai abbastanza debellati. In che anno è stato scritto? Nel 1970, quando il dittatore Salazar è morto ma il suo successore Marcelo Caetano gestisce il potere con uno spirito di essenziale continuità, dissimulata dietro una vernice di fittizia apertura democratica.
Questa eccellente opera di José Cardoso Pires, grande scrittore portoghese più volte nominato per il Nobel, è stata solo di recente pubblicata in italiano da Vertigo. Uno splendido libro da leggere in attesa di risvegliarci, con l’anno nuovo, in un altro sogno, in una diversa fiaba. Possibilmente senza più orchi.