Abbiamo incontrato lo scrittore francese Dominique Lapierre (un autore impegnato da molti anni nella lotta contro la povertà nel mondo, recentemente insignito del premio “Humanitas Prize”), a Roma in occasione della presentazione del suo ultimo libro, L’arcobaleno nella notte.
Come per tutti i suoi libri, anche questo nasce da una profonda ed attenta ricerca storica; com’è nato l’interesse per l’Africa?
Per caso, come succede spesso. Un amico mi ha presentato Helen Liebermann, una donna che lavora da moltissimi anni a Città del Capo aiutando i bambini dei ghetti, mettendo spesso a rischio la sua stessa vita. Ho pensato che la sua fosse una storia che dovesse essere raccontata, così sono andato in Africa a trovarla.
E poi cosa è successo?
Un giorno, durante una passeggiata nella città, ci siamo imbattuti nella statua di Jan Van Riebeek, un olandese arrivato lì a metà del XVII secolo con l’incarico di coltivare verdure e poter rifornire le navi olandesi che andavano in Oriente di ortaggi e cibi ad alto contenuto vitaminico, per evitare che l’ equipaggio prendesse lo scorbuto. Dopo gli olandesi arrivarono in Africa anche tedeschi e francesi. Ho capito che la storia di questo continente doveva essere raccontata dal suo inizio per far si che si possano oggi capire i tanti problemi che affliggono la sua popolazione,primo fra tutti l’apartheid.
Anche in questo suo racconto spiccano dei personaggi importanti, per esempio Christian Barnard. Quanto è importante l’aiuto di persone come lui per le popolazioni meno abbienti?
Tantissimo. Basti pensare al fatto che in pieno apartheid non aveva paura di curare persone non bianche, e stiamo parlando della prima persona che ha effettuato un trapianto di cuore umano, un luminare.
Quanto è importante una figura come quella di Nelson Mandela?
Direi che è unica. Descrivere in poche parole quello che Nelson Mandela ha fatto e continua a fare per il popolo africano è impossibile; un uomo unico, un leader, come lo è stato Gandhi.
Ha avuto la possibilità di incontrarlo?
Purtroppo no perché quando ero in Sud Africa lui si stava curando in ospedale. Mi sono ripromesso di incontrarlo per Natale e portargli le copie del mio libro in più lingue: francese, inglese, italiano e spagnolo. In fondo il libro narra la sua storia.
Senza dimenticare poi che i proventi della vendita andranno a favore della fondazione che si occupa dei bambini lebbrosi di Calcutta, fondata e gestita da lei e sua moglie. Quanto incide la vendita di un singolo libro sui vostri proventi?
In realtà come quella indiana i diritti di autore sulla vendita di un singolo libro permettono di poter dare da mangiare ad un bambino per una intera settimana. C’è ancora molto da fare; per fortuna ricevo ogni anno l’aiuto di molti amici scrittori e non. E posso dire che la generosità degli italiani non è seconda a nessuno.