Improvvisamente, l’inverno scorso, Luca e Gustav, che si amano da 9 anni, scoprono che quella che per loro è vita, normale e quotidiana, per tanta gente normale non è.
Quando l’8 febbraio 2007 il governo italiano, come da programma, propone la legge sui DICO (Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi), a tutela delle coppie di fatto, si scatena un’ondata di reazioni conservatrici che raggiunge l’acme di visibilità con il Family Day del 12 maggio dello scorso anno.
Luca Ragazzi e Gustav Hofer, che sono giovani e cosmopoliti, allibiti per le ostili e inaspettate quanto generali opposizioni a una proposta di legge che ritenevano una semplice integrazione all’ordinamento giuridico, decidono di prendere una telecamera digitale e di girare per le strade intervistando la gente, così da capire meglio cosa stia succedendo.
Ne nasce un film-documentario ironico e sincero, prodotto con un budget minimo e, a tutela dell’indipendenza del lavoro, senza finanziamenti, che viene presentato con successo al 58esimo Festival del cinema di Berlino nella sezione “Panorama”.
Il film, che nel titolo richiama il discusso Improvvisamente l’estate scorsa di Mankiewicz, si apre sulla routine della vita di coppia dei due registi nella loro casa al Pigneto, a Roma.
Luca e Gustav la mattina fanno colazione, leggono i quotidiani, lavorano (sono giornalisti), litigano, hanno fissazioni e idiosincrasie come tutte le persone che, per matrimonio, amore, legame di sangue o esigenze economiche, convivono sotto lo stesso tetto (sposati, celibi, eterosessuali e gay).
Poi la macchina da presa si rivolge alla legge in questione. La voce narrante di Veronica Pivetti spiega in modo semplice e chiaro i 14 articoli dei DICO, dal diritto di assistenza in caso di malattia alla successione nel contratto di locazione.
Nel frattempo Luca e Gustav, che vogliono capire perché l’estensione di una serie di diritti porti qualcun altro a temere di essere privato dei propri, intervistano le persone che, evidentemente sentendosi minacciate, più forte alzano la voce contro il decreto.
Sentono così i componenti della Militia Christi, assistono alla fiaccolata del movimento di destra Il Trifoglio, chiedono ai manifestanti del Family Day e ai ragazzi che partecipano alla festa di anniversario di Comunione e Liberazione che cosa pensano dei DICO.
I due registi, in partenza ottimisti e fiduciosi, abituati com’erano a vivere in una realtà protetta da amici e familiari, terminano l’esperienza amareggiati da un’Italia che sicuramente non avrebbero voluto scoprire.
Del decreto, che dopo infinite discussioni in Senato e numerose manifestazioni popolari a favore e contrarie, si è prima trasformato in CUS (Contratto di Unione Solidale) per poi definitivamente arenarsi, non si è saputo più nulla.
La rivelazione di un certo tipo di reazioni – forti, allarmate e diffuse (il Family Day ha effettivamente coinvolto tantissime persone) – è forse, non soltanto per i due registi, più dura da digerire di un diritto non riconosciuto ufficialmente dallo Stato.
Il film, in ogni caso, è vero, spiritoso, spontaneo. Da vedere, se lo si riesce a scovare: la cilindrata della macchina distributiva non è certo paragonabile a quella del nuovo Indiana Jones.