…noctes vigilare serenas quaerentem dictis quibus et quo carmine demum clara tuae possim praepandere lumina menti, res quibus occultas penitus convisere possis
…vegliare durante le notti serene, cercando con quali parole e con quale poesia io possa accendere innanzi alla tua mente una chiara luce, con cui scrutare a fondo le cose nascoste
[Lucrezio (Tito Lucrezio Caro 98 a.C. – 55 a.C.): “De rerum natura” Libro 1, vv. 140-145]
Come flussi e reflussi di un’onda alcune abitudini si lasciano e si riprendono nel corso della vita. Così è stato per me stare sveglio, vivere di notte. Fu la scoperta di una libertà straordinaria seguita all’adolescenza e alla prima giovinezza vissute in famiglia. La vita da studente portò a selezionare spontaneamente quel primo, inoffensivo tentativo di ribellione, in anni – della storia personale e di un’intera generazione – densi di cambiamenti e di nuove consapevolezze.
Al ricordo sembra di aver vissuto quel lungo periodo di quasi cinque anni alla Casa dello Studente, in un presente continuo; una allegra superficialità intercalata a depressioni drammatiche, coincidenti di solito con il periodo degli esami. Erano più corte le notti, allora, per le strade di una città tutta da scoprire o ad un tavolo di poker, o anche in discussioni interminabili, musica e cose piacevoli. Di giorno prevalentemente si dormiva, non prima di essere passati alla mensa, alle sette in punto, a fare colazione e per gli sfottò di rito ai ‘regolari’ che andavano a lezione…
Quella consuetudine, o familiarità con la vita della notte e i suoi abitatori, è riaffiorata più volte negli anni, come una rinnovata scoperta. E’ stata di grande aiuto nella vita lavorativa, nei turni notturni di guardia; si è prolungata a dismisura negli sfasamenti del ritmo sonno-veglia dopo un prolungato soggiorno all’estero.
La sensazione più bella dei viaggi è per me il ritorno. Non mi piace partire – mi ci costringo fino a non potermi più tirare indietro – ma adoro tornare. Rivedere le cose di sempre con occhi diversi; confrontarne la memoria, le minuzie del particolare in relazione con il vasto mondo.
La prima notte che segue al ritorno è anch’essa un’avventura…
“Può succedere che mi svegli a notte fonda. Secondo il mio tempo interno sono le sette del mattino; nella realtà sono le due di notte. Ho dormito solo tre ore. La stanza è piacevolmente calda: qualcuno ha avuto la cura di accendere il camino e la stufa; ma è l’esterno che mi chiama.
Gesti noti, antiche abitudini.
Senza disturbare la notte, mi muovo tra muri e su tetti amici, per vie conosciute. Bisogna spostarsi in silenzio, rispettando il silenzio più grande che è intorno; ma anche così gli animali si accorgono di una presenza estranea. Fruscìi di topi e il volo attutito di uccelli notturni. Non mi accorgo nemmeno del tempo che passa, mentre faccio gesti consueti, fermando lo sguardo su profili conosciuti, tagliati dalla luce della luna. Un passo dopo l’altro, mantenendo l’equilibrio tra i sassi; le pupille aperte come i gatti, lasciando entrare la notte dagli occhi, dalle orecchie e dalle narici. Il tronco del pino è ancora caldo sotto le mani, le sue squame sono la pelle di un gigante. L’erba è fresca e profumata, se ci si stende sopra e ci si appoggia il viso: i gatti l’hanno capito che è un gioco…
Mi hanno sorpreso i gatti, con la pelliccia tanto folta che quasi non li riconoscevo, da spelacchiati che li avevo lasciati alla fine dell’estate, alcuni mesi prima.
Ne è passato di tempo… Ed è sorprendente questo ritorno a casa. La notte mi è balzata addosso con i suoi bianchi e i suoi rosa, alla luce della luna. Solo grazie a lei mi accorgo di essere arrivato in tempo, per la fioritura delle camelie. Alla prima luce dell’alba due passi nel giardino, nell’orto e nei campi. Le piante potate, i primi fiori, quelli precoci; ma gli altri sono lì che premono da sotto la terra. L’inverno che sta per finire ha lasciato indietro qualche seme o qualche frutto, in forme astratte, irreali alla luce della luna…”





Dopo una lunga assenza, non solo le persone, anche le cose chiamano; attirano con fili invisibili, annodano segnali e ricordi. Le piante reclamano attenzione: ad occhi che sanno vedere chiedono una potatura, la correzione dell’inclinazione di un ramo; altre vogliono essere sfrondate, liberate dalle erbacce alla base. Come i bambini, gli animali e le piante hanno un loro linguaggio, a volte arduo da comprendere.
Le piante utilizzano i fiori come richiami visivi e olfattivi. Ma i profumi di un giardino notturno rappresentano tracce non solo per gli insetti: essi si infiggono nella memoria con tale risonanza emotiva che non è facile sottrarsi al loro richiamo [Vedi su “O”: Il giardino e gli odori del 30.04.07]. Si prova allora a seguire ‘il filo’ di un odore, come raccontava Suskind del suo personaggio Grenouille ne ‘Il Profumo’. Ma bisognerà aspettare la primavera e l’estate, quando nei nostri climi il giardino diventa un intreccio di scie profumate…








Indipendenti dai destini e dai pensieri degli uomini, le piante combattono la loro propria battaglia per la sopravvivenza adottando, nei confronti degli insetti impollinatori, strategie riproduttive e sistemi di attrazione.
I fiori sono tra questi, da cui deriveranno, a fecondazione avvenuta, i frutti e i semi.
Il colore e il profumo dei fiori sono infatti potenti richiami per gli impollinatori (insetti o sirfidi; a volte anche piccoli uccelli, come pipistrelli e colibrì).


Notare le foglie, molto simili tra le due specie

I fiori non sono profumati



e peonie (Peonia arborea – Fam. Paeoniaceae) che emergono dalla notte

Molti fiori notturni sono bianchi; così come i fiori di molte cactacee del deserto, che fioriscono di notte. Sembra accertato che gli insetti abbiano una visione del colore diversa dalla nostra, verosimilmente in ‘bianco e nero’, e siano sensibili all’ultravioletto, che i nostri occhi non percepiscono. Inoltre il fiore produce odori – profumi o puzze – in relazione ai gusti dell’insetto impollinatore.
Per motivi riproduttivi alcuni fiori si aprono la notte e quasi non si notano di giorno; altri sono sempre aperti, anche se inapparenti, quasi nascosti nella notte. Alla pallida luce della luna, anche senza aspettare la luna piena, i fiori bianchi balzano prepotentemente in evidenza, seguiti dai gialli; i blu e i rossi quasi scompaiono; bisogna andarli a cercare nell’intrico della vegetazione, alla luce di una piccola torcia elettrica, e allora eccoli lì, pronti a restituire i loro colori. E’ la stessa sensazione che si riceve sott’acqua, anche nelle immersioni diurne. Ad una certa profondità (già sui 20-25 metri nei nostri mari; fino a 30-40 m. nei mari tropicali), i colori si spengono; le tinte squillanti delle mute e delle bombole, così come le rocce e la vegetazione sottomarina diventano variazioni della scala dell’indaco. Ma basta illuminare le cose intorno con una torcia subacquea e il mondo riprende vita e colore.


Planting a moongarden. Il giardino romantico, di gusto inglese, utilizza piante e bordure di foglie color verde glauco e grigio, o coperte di lanugine argentea con fiori bianchi, a fruizione soprattutto notturna.
“Shimmering silvery foliage that was hardly noticed in the day light is transformed as if by magic in the shadows of the nightfall”
(Maya-Rose Nash)
[Un fogliame argentato e brillante che a malapena si nota alla luce del giorno, si trasforma come per magia appena cade la notte]
Ci sono notevoli esempi del genere nei ‘giardini che giocano con la luna’; Nell’ormai storico giardino di Vita Sackville-West a Sissinghurst, nel Kent; ma anche nelle ‘stanze’ ideate dall’architetto Russel Page per i Giardini della Landriana, a Tor San Lorenzo vicino Roma. Saranno da andar ad esplorare, alla prima occasione…

Strana entità, la notte… Per come agisce sul cuore dell’uomo.
Da molti temuta come l’inconoscibile, l’aggrumarsi di ogni paura; da sempre, nei miti e nelle leggende, ha simboleggiato il lato misterioso e oscuro dell’uomo. Che tuttavia ne è irresistibilmente attratto, come i fiori bianchi attirano gli insetti, come la luce le falene.
Ma la notte è anche bianca luce tersa da impurità; atmosfera rarefatta in cui gli occhi riescono a vedere con chiarezza maggiore.
“[…] La notte mi piace. Mi piace perché è sempre diversa.
Se uno non ci pensa con attenzione, gli viene da dire che la notte è buia. Un luogo comune. La notte è buia, il sole scalda, quando piove fa umido.
Certo che la notte è buia, ma non è sempre buia allo stesso modo.
Certe volte c’è luna piena, altre volte calante, un piccolo spicchio, oppure niente luna e tante mani di nuvole sovrapposte, e le nuvole che possono essere grigie, nere, solcate di bianco e d’azzurro, ruvide o setose, arricciate o dritte. Dipende.
Non è mai la stessa notte, e io cammino sempre sotto un cielo diverso, sotto un diverso punto di blu. […]”
[Simona Vinci. “Carne”. Da: In tutti i sensi come l’amore – Einaudi tasc. Stile Libero; 1999]
Certo si sta parlando della notte fuori dalle città, immersa nel silenzio – che vero silenzio non è mai – della campagna e dei boschi; di notti vicino al mare, di notti nel deserto. Luoghi dove la notte è in primo piano, protagonista assoluta, che l’uomo prova ad interrogare…
“Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai,
contemplando i deserti; indi ti posi. […]”
(Dal ‘Canto notturno di un pastore errante dell’Asia’, di G. Leopardi)
***
Ricordo una lezione di Enrico Valenzi ad un Corso di Scrittura di qualche anno fa (..ciao Enrico!).
Ci esortava, Enrico, a crearci una cerchia di autori affini per modo di scrivere e per temi trattati, in cui riconoscerci, confrontarci: come se fossero una squadra di amici. Ricorse, in quell’occasione, ad una analogia: “…Come una città che pian piano si accende nella nostra mente, mentre eliminiamo le isole di buio..”
Questa immagine mi ha accompagnato negli anni. Ogni volta che il buio sembra prevalere: pensare che ci siano comunque cose, nell’oscurità, da andare a vedere. Un giardino, piante e fiori che sono lì, a nostra insaputa, a vivere una loro vita separata, ma parallela alla nostra; in cui possiamo illuminare isole di luce e di bellezza.
Specie se pensiamo che sarà lunga, la notte…