“La storia che ho voluto raccontare, lo dico subito, è una storia crudele.” Per prendersi una vita, edito da Baldini e Castoldi, è il primo romanzo di Max Pezzali. “Il personaggio più amato dai giovani”, ex 883 e solista dal 2001 racconta la storia di quattro ragazzi che affrontano un viaggio attraverso l’Europa, per festeggiare il superamento dell’esame di maturità. Il pretesto per partire è fornito dal concerto londinese di uno dei loro miti, Joe Strummer, l’ex leader dei Clash. Il viaggio cambia per sempre le vite dei ragazzi e traccia un bivio da cui scaturisce una scelta che impietosamente li fa precipitare nella vita adulta. Max Pezzali sceglie con cura le parole con cui descrive il libro e la voce, l’aspetto, i gesti, sono ben lontani dal mondo finto dei nastrini e delle pailettes.
Com’è nata l’idea di scrivere un romanzo? Quando morì Joe Strummer, nel 2002, ricordo perfettamente il lancio d’agenzia: è deceduto oggi Joe Strummer, dopo aver portato fuori il cane. L’idolo che io avevo avuto era morto, dopo aver portato fuori il cane. Ho avuto quell’effetto deflagrante della giovinezza che finisce nella maniera più borghese possibile. Volevo riportare quel senso strano della memoria corta, un idolo che finisce i suoi giorni così. Ho scritto il libro per questo, volevo raccontare che può esserci ipocrisia dietro il mito della giovinezza. Joe Strummer fa pace con sé stesso e la sua morte, il suo finire così, è un ritorno al normale che non fa creare una mitologia. Oggi, ad esempio, non si può andare sulla sua tomba, non si sa dov’è, perché lui non ha voluto.
Cosa c’è del musicista nel romanziere? Di me c’è molto nell’ambientazione: Pavia, la mia città. Di me c’è la passione per la musica. La musica era il baricentro della vita dei giovani di quel periodo. Il romanzo è ambientato nell’88, un anno adottato in chiave mitologica, in cui la musica aveva quasi lo stesso senso dello scontro da tifo calcistico.
Dagli 883 e la creazione di inni generazionali, al racconto di una generazione che cresce… I protagonisti del romanzo credono che bisogna scendere a compromessi per crescere. Non diventano adulti perché si assumono responsabilità, ma perché accettano compromessi e così non imparano ad affrontare le conseguenze delle azioni. A loro fuori è andata bene, hanno avuto successo, però dentro sono lacerati. Credo che se non fai i conti con un’etica di qualunque tipo potrai avere anche un successo materiale, però hai una sorta di maledizione laica.
Cosa rappresentano i quattro ragazzi? Un modo per dichiarare di fare i conti con il passato e con vari aspetti della personalità. Per dire che, in un certo senso, abbiamo tutti varie personalità. I protagonisti sono quattro persone che fanno tutte parte di me. In uno prevale l’istinto, ed è quello che fa il pilota; in un altro prevale la razionalità e infatti fa il matematico; poi c’è il massimalista del rock, che è quello che ha la meglio; infine, il narratore in cui c’è la somma di tutti. La mediazione di questi quattro elementi è il mio carattere vero e, in base all’età, prevale uno o l’altro. Alla mia età, il segreto è cercare di lasciarli tutti vivi. Crescere vuol dire mantenere attaccamento alle convinzioni etiche e continuare ad avere il coraggio di rischiare.
Sulla copertina del libro c’è la foto di un auto, non sarà un caso per chi è nato con il nome di 883? I mezzi di locomozione sono una fissa per la provincia. Rappresentano quell’esibizionismo provinciale, per cui sei quello che guidi. La tua casa, il posto dove abiti è fuori mano e probabilmente nessuno lo conoscerà mai, per cui il motorino o l’auto ti rappresentano. Quando andiamo dai miei, infatti, mia moglie mi dice sempre – come mai qui avete tutti le auto così pulite?- .
Il libro diventerà un film? È il mio sogno nel cassetto. Il libro è curioso, infatti l’ho scritto per immagini. Non ho la preparazione tecnica per la timeline del romanziere e l’ho pensato proprio per immagini.
Sono in cantiere anche nuovi progetti musicali? Il prossimo disco sarò diverso, ripartirò in un’altra direzione.