Il tavolino di un bar all’aperto, quattro persone sedute intorno.
Estragone: Hai detto qualcosa?
Vladimiro: Mi stavo coprendo. Ho freddo.
Pozzo: L’ondata di gelo, vero?
Lucky: Però non ci muoviamo!
Estragone: No, no. Lo stare fermi è fondamentale; poi l’ondata di gelo si stanca e se ne va.
Pozzo: E’ sempre così.
Estragone: Avete sentito, ci sarà l’Election day?
Vladimiro: Election che?
Pozzo: E che vuol dire?
Estragone: Voteremo per le politiche, le comunali e le provinciali, per il referendum sul divorzio, quello sull’aborto e quello sulla scelta del nucleare.
Vladimiro: Troppa roba.
Lucky: Il troppo stroppia.
Pozzo: Ma quando voteremo?
Estragone: Ad Aprile.
Lucky: Il più crudele dei mesi.
Vladimiro: Ma Zaccagnini cosa fa?
Estragone: Ha scelto di correre da solo.
Pozzo: Che coraggio!
Lucky: Che slancio!
Estragone: Eh sì, il vecchio cuore partigiano.
Vladimiro: E Fanfani come ha risposto?
Estragone: E’ rimasto spiazzato. Adesso va da solo anche lui, insieme a La Malfa. Al Nord si è federato con Rumor.
Pozzo: E Leone che fa?
Estragone: Vorrebbe stare con Fanfani, ma nessuno lo vuole. Fa troppe corna in pubblico.
Lucky: E Andreotti?
Estragone: Quello sta dappertutto.
Vladimiro: Ma la sinistra come si sta muovendo?
Estragone: Ha scelto il ticket Lucio Magri/Luciana Castellina. Hanno aperto la campagna elettorale a Cortina.
Pozzo: Vicino il triangolo industriale?
Estragone: Esatto.
Lucky: Non saranno troppo radicali?
Vladimiro: E’ il solito problema della sinistra italiana. Poi Cortina è così estremista.
Pozzo: Eh già.
Lucky: Ieri mi ha chiamato Agata. Mi ha detto che non verrà a votare, dice che in Aprile ha un’orgia alle Barbados.
Estragone: Quella donna ti ama proprio.
Lucky: Dite?
Vladimiro: E’ evidente, tutte le donne dicono così. E’ per far ingelosire noi uomini.
Pozzo: E adesso che facciamo?
Estragone: Con l’orgia?
Pozzo: No, con le elezioni.
Vladimiro: Aspettiamo.
Estragone: Tanto sono tutti uguali.
Pozzo: E poi non esistono più le mezze stagioni.
Lucky: E, inoltre, Venezia è bella ma non ci vivrei mai.
Vladimiro: Aspettiamo.