Il nome Giua ha qualcosa di enigmatico. Si ricorda facilmente, ma al tempo stesso sfugge, e non si inquadra in schemi verbali per così dire “Sanremesi”. Eppure Maria Pierantoni Giua, venticinquenne di Rapallo, a Sanremo quest’anno ci arriva lo stesso. Voce raffinata, chitarra sempre in braccio, Maria vanta quello che può definirsi un “fantastico curriculum” per una giovane cantautrice. Dal premio “Voci e volti nuovi” a Castrocaro nel 2003, alla vittoria nel Mantova Musica Festival due anni dopo, passando per il trofeo “Lunezia” e il prestigioso “Premio Recanati”, sono davvero tante le occasioni in cui Giua ha mostrato il suo talento musicale. E almeno altrettante, le persone e le influenze che ha incontrato sulla sua strada. All’attivo, già numerose esibizioni dal vivo, ma anche collaborazioni teatrali e una parallela carriera da pittrice in corso. In poche parole, tantissima carne al fuoco, ma Giua parla di tutto con naturalezza e disinvoltura. Sarà questo, oltre all’abilità, il segreto per sedurre la critica?
Maria, una carriera giovane ma già piena di successi. Da Castrocaro a Recanati, parte dell’Italia si è già accorta di te. Merito solo del talento o dei buoni maestri che hai avuto?
La mia strada è partita da poco, e prende forma innanzitutto da varie influenze. Parlo dei ritmi latini e mediterranei, ma soprattutto del mondo della musica popolare, che nelle sue varie forme ha influenzato il mio modo di scrivere. A partire dal 2003, poi, ho avuto la fortuna di incontrare artisti molto validi che hanno creduto in me, e ancora oggi condividono i miei progetti anche recentissimi; in particolare Beppe Quirici, il produttore del mio disco, e Fausto Mesolella, il chitarrista degli Avion travel, mi hanno supportato in Generazione X, all’auditorium di Roma. (Concerto del 10.02.2008, n.d.r.).
Da Castrocaro nel 2003, a… Sanremo giovani nel 2008. In passato, il Festival dei Fiori era l’unica vetrina possibile. Oggi, comunque, resta una tappa importante per chi fa musica in Italia. Come stai vivendo l’avvicinamento al Festival?
Sono consapevole che sarà una grandissima occasione. Penso che il Festival faccia parte del mio percorso ideale, e che sia un momento importantissimo per tanti motivi. Spero, comunque, che non finisca qui la mia carriera… La mia sfida sarà prendere il meglio da questa esperienza, cercando di divertirmi il più possibile, senza essere solamente “stressata” dalla portata dell’avvenimento, e dalle emozioni, che immagino forti e che ovviamente non ho mai affrontato prima.
Hai aspettative particolari dalla tua canzone “Tanto non vengo”, o cerchi di vivere serenamente il gran giorno?
Ho l’obiettivo di affrontare serenamente i giorni di gara. Ovviamente farò del mio meglio, che nel mio mestiere vuol dire per lo più cantare e suonare in modo che alla gente arrivi quello che voglio trasmettere. Il resto, poi, credo che andrà da sé…
Nel tuo sito web inviti i fans a votare per la scelta del singolo. Come vivi il rapporto con il pubblico, e qual è il modo migliore di interagire, per un artista, con chi ascolta?
Personalmente, tengo tantissimo ai rapporti personali. La musica arriva, secondo me, perché c’è un rapporto tra qualcuno che la fa e qualcuno che la sente. E io penso che un artista senza un pubblico non è un vero artista, altrimenti basterebbe scrivere le canzoni per cantarsele a casa. In realtà, con la tecnologia e internet non ho un ottimo rapporto, forse per pigrizia. Per contro, sono molto legata a mantenere i rapporti con singole persone e cerco, nel limite del possibile, di rispondere a tutte le mail che mi arrivano. Comunque, la migliore comunicazione possibile resta l’incontro con le persone ai concerti, dove faccio del mio meglio per creare contatto attraverso la musica.
L’anno scorso sei stata protagonista di uno spettacolo teatrale di Tonino Conte, “Poeti vs cantautori”. La produzione era del Teatro della Tosse, compagnia genovese nota in tutta Italia. Come giudichi quell’esperienza?
È stato uno spettacolo singolare, perché Tonino Conte, il regista, è una persona molto eclettica e ama improvvisare mentre conduce la regia dello spettacolo: in teoria doveva essere una sorta di sfida tra musica e poesia, ma è stato piuttosto un incontro tra la poesia ligure con i cantautori per vedere che attinenza c’era tra i testi poetici e i testi musicali: la cosa bella per me è che mi sono misurata anche un po’ nel teatro, che è stata un’esperienza unica perché il rapporto con il pubblico è totalmente diverso. Noi recitavamo in mezzo alle persone, io dovevo per lo più cantare e suonare insieme a un altro artista, Max Manfredi, però mi sono trovata anche a dover recitare qualche piccolissima parte in mezzo al pubblico, ed è stato molto emozionante.
Attrice, dunque, oltre che cantante. E con la pittura come va? L’anno scorso hai esposto al Palazzo Ducale di Genova. Ci sarà seguito o è solo una finestra nella tua carriera musicale?
No, questa è un’altra passione, parallela, anche se più recente della musica, a cui dedico tempo da anni. Cerco di valorizzare allo stesso modo le due cose, e ho avuto la fortuna di incontrare Tiziana Leopizzi, la gallerista di Palazzo Ducale. Oltre all’esposizione a Genova, grazie a Tiziana ho potuto portare le mie tele anche a Shangai lo scorso settembre, a esporre con altri artisti, dentro una collettiva che si chiama Arturo. Anche quella è stata una esperienza fantastica che mi auguro di poter ripetere presto.
Tra tutte queste suggestioni artistiche, si preannuncia un 2008 molto impegnativo e denso di eventi. Come l’hai programmato? Quali sono le tue priorità?
Per prima cosa, c’è Sanremo, che scandirà ovviamente i tempi del resto dell’anno. Con il Festival riuscirà il mio album dell’anno scorso con 4 pezzi in più che completano veramente il lavoro, e mi auguro di avere il trampolino per fare tanti concerti. Ho anche in programma diverse serate per la radio svizzera a Lugano, dove sono stata invitata la scorsa estate. In ogni caso, spero di avere al più presto notizie, e che siano le migliori possibili.