Federica Bosco: “Noi donne non abbiamo la marcia nuziale come suoneria del cellulare!”

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Durante la 6° Fiera della piccola e media editoria, Più libri più liberi, Federica Bosco presenta il suo nuovo libro 101 modi per riconoscere il tuo principe azzurro...

Durante la 6° Fiera della piccola e media editoria, Più libri più liberi, Federica Bosco presenta il suo nuovo libro 101 modi per riconoscere il tuo principe azzurro (senza dover baciare tutti i rospi).

Insieme ad Andrea Lucatello di Radio Capital, la scrittrice, già autrice di famosi best seller come Mi piaci da morire, che diventerà anche un film, Cercasi amore disperatamente e L’amore non fa per me, seguito del primo, ci spiega questi 101 punti che vanno dai più assurdi (non è in nessun modo il tuo principe azzurro se… durante le notti di luna piena ulula) a quelli più frequenti e reali (se non ha ancora capito cosa vuol fare da grande e ha già 50 anni) raccontati sempre con molta ironia.

Come hai messo in fila questi 101 errori?
È stato facile, esperienza personale! Ho avuto tre storie importanti e ognuno dei tre uomini aveva una trentina di questi difetti. Oltre a ciò ci sono situazioni raccontate dalle amiche e dalle tante ragazze che mi hanno scritto in questi anni per raccontarmi i loro fallimenti e le loro frustrazioni.

Alle donne interessa davvero il principe azzurro?
Lo vorrei capire anche io! Ancora nel 2007 si usa questa espressione: un tizio su un cavallo bianco, con la calzamaglia e la piuma sul cappello davanti a una metropolitana che non è il massimo dell’erotismo. Quando mi dicono “voglio il principe azzurro” la prima considerazione che faccio è che innanzitutto siamo noi a dover essere giuste per qualcuno.
Degli uomini mi hanno scritto: “Voi donne dopo i 35 anni volete sposarvi a tutti i costi”. Non è che noi abbiamo la marcia nuziale come suoneria del cellulare è solo che a 35 anni non c’è più la voglia di avere storie di una settimana. Il problema è che bisogna trovarsi in due a volere una storia tranquilla, serena, alla luce del sole; poi se viene a formarsi una famiglia ben venga.

Un uomo, anche se racchiude molti di questi errori, può cambiare, pentirsi?
Cambiare si cambia tutti nella vita. Solo che per farlo ci vuole una buona dose di umiltà, introspezione. Questi difetti sono lacune che nascondono altro ma noi donne ci sentiamo un po’ mamme e pensiamo “Cambierà, migliorerà” ma in fondo già sappiamo che non succederà.

Comunque tutti questi punti possono essere ribaltati per le donne. Qui si parla di persone profondamente irrispettose.
Il fatto è che ci sono persone che non si vogliono bene, che pensano di meritarsi poco e si accontentano delle briciole.

Stai dicendo alle donne di essere indipendenti perché la fregatura è dietro l’angolo?
No, non la fregatura. Penso che non si può dipendere dal proprio compagno perché altrimenti è come passare da un babbo ad un altro. Le due persone devono stare in piedi da sole ma andare avanti insieme: se sei indipendente ami meglio perché non è una questione di bisogno.

Nel tuo libro scrivi anche del “mammone”, ovvero di quell’uomo troppo attaccato alla famiglia d’origine. È un male?
Secondo me “battere la bocca per terra” più volte aiuta a diventare uomo. Se ti fanno sempre tutto non dico che sei una brutta persona ma comunque prima o poi dovrai fare da solo altrimenti il rischio è, quando non ci saranno più i genitori, di cercare quella figura nel proprio compagno.

Ad ogni punto dedichi un paio di pagine; sul punto 38, “se ti ha lasciato”, ti dilunghi per 4 pagine. Che messaggio vuoi dare?
In linea di massima l’uomo quando lascia non chiude mai definitivamente.
Tu stai male, malissimo, ti umili scendendo a condizioni tremende pur di recuperare, ti annienti, ti annulli, ma quando stai per riprenderti lui si rifà vivo. Ma gli manchi, non è che è cambiato. In quel momento bisognerebbe ascoltare le sirene che ti dicono “non lo fare” perché tu sai che è un’idiota.
Però quando è successo a me io non l’ho fatto e ho passato due anni orrendi.
Se abbiamo qualche problema fisico prendiamo antibiotici, vitamine e quant’altro; lo facciamo perché è necessario. Per il cuore non facciamo niente e invece dovrebbe essere la prima cosa che dovremmo preoccuparci di curare.
Bisogna tenere duro perché poi passa.

Alla fine di ogni punto c’è sempre una postilla, una specie di consiglio per principi e principesse. Il punto 5 si conclude così: “per l’uomo il silenzio vuol dire che va tutto bene; se qualcosa non va, parla.” Come hai avuto questa intuizione?
Me l’ha detto una volta un mio amico. Mi ha detto che gli uomini sono creature semplici, le cose gliele devi dire, non hanno il “retropensiero”. E poi ha aggiunto: “Non vi lamentate se non capiamo dai vostri silenzi”. Noi donne passiamo tre ore davanti ad una vetrina pensando che quel vestito sarebbe un perfetto regalo di Natale ma non vogliamo dirglielo, così tacciamo. Poi non ce lo regalano e mettiamo il broncio! Ho capito che parlare chiaro è una cosa basilare.

Ci sono tanti libri di questo tipo per le donne ma nessuno per gli uomini.
Ne scriverò sicuramente uno! Comunque, per cominciare, alla fine del mio libro c’è il decalogo del principe: a buon intenditor…

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