Senza Passare Dal Via (È Un Giallo!), il suo esordio per Wizarts, era un Noir scattante ed originale. Narrava, sullo sfondo di grotteschi intrecci politici, le vicende di un fotografo coinvolto suo malgrado in una serie di rapimenti ad opera di un’oscura setta di incappucciati.
La sua seconda prova, Il Gatto Interrogativo (È Un Altro Giallo!), di prossima pubblicazione, riproporrà lo stesso protagonista, lo svagato Lux Lumen, e la medesima ambientazione (“ Mi piace l’idea di una serialità”), un’asfittica città-quartiere ispirata al Monopoli. Sì, il Monopoli, proprio il gioco da tavolo.
Quando però lo chiamo al telefono per fargli alcune domande sulla sua seconda fatica letteraria, è il cane di Simone Palucci ( “È un cane particolare, possiede il Dna di miliardi di razze canine”), e non il fantomatico gatto, ad interromperlo con un abbaiare realmente interrogativo, mentre Simone, paziente, mi spiega quanto ama Pennac e Tarantino, e che razza di farmaco è il Politican…
Ciao Simone, come scrivi i tuoi romanzi, sei un nostalgico della penna o ti affidi alla tecnologia?
Col Pc. Ho un Notebook. Scrivo solo in casa ma le idee mi vengono ovunque. Per fermarle però, mi basta un pezzo di carta..
C’è un particolare momento della giornata nel quale preferisci scrivere?
Beh, diciamo che quando mi gira ogni momento è buono, per questo ho un portatile! L’orario che prediligo è il mattino, magari dopo un’abbondante tazza di caffè. Se ho delle idee, però, scrivo anche di notte…
Una cosa che mi ha molto colpito del tuo esordio è l’ambientazione… L’idea della città-Monopoli è molto divertente ma da alcune descrizioni trapela una sensazione angosciante. Ti sei ispirato alla città in cui vivi? (Gli chiedo con un vago presentimento e dopo aver appena fatto tardi all’appuntamento telefonico a causa di un ingorgo sulla Prenestina… nda)
La città che descrivo è un prodotto della mia fantasia. No, non mi sono ispirato alla città in cui vivo, casomai a Roma (…e ti pareva!-nda), dove ho vissuto un anno. Roma è splendidamente caotica… Però nel mio romanzo ho preferito non descrivere ambienti tipicamente caotici come la metropolitana ma altri dal gusto retrò, come il Tram… Mi piacciono le atmosfere nostalgiche…
Un altra particolarità del tuo stile e che pur usando molto i dialoghi brillanti, riesci con delle descrizioni essenziali, scarne, quasi ripetitive, a rendere l’atmosfera di scene anche truci…
È una scelta, sono appassionato di cinema e non amo le descrizioni troppo accurate. Preferisco descrivere la azioni dei miei personaggi o dilungarmi sui loro pensieri, come con Lumen, che nell’incipit di Senza Passare Dal Via parla unicamente attraverso le proprie elucubrazioni mentali.
Sei molto critico nei confronti della Tv.
Sì, la televisione, se è usata male, può causare dei danni seri. Non a caso nel mio esordio alcune donne venivano ipnotizzate e rapite tramite la Tv. In Tv riesco malapena a guardare i telegiornali. Ogni tanto guardo qualche documentario (non a caso il genere di programma preferito da Lumen, nda). Non mi fido del tubo catodico!
Quali sono i termi-cardine de Il gatto Interrogativo?
Mah, è un giallo, i temi sono vari ma restano sullo sfondo. Nel primo criticavo la Tv e la politica, qui parlerò dell’adozione e dell’immigrazione.
C’è un film che ti ha influenzato in particolar modo?
Rispetto al primo romanzo, che era denso di citazioni, questo ne contiene di meno. Mi hanno ispirato film come Blow Up, La comunidad di Alex De La iglesia, oppure La Setta e magari in alcune scene potevi trovare qualcosa della violenza ostentata di Tarantino od Oliver Stone. Ad ispirarmi è spesso anche la musica come la canzone The Future di Leonard Cohen. Musicalmente cito anche De Andrè o Claudio Baglioni che però non è fra i miei preferiti… Ultimamente sto ascoltando musica balcanica, Goran Bregovic, che nella sua follia potrebbe essere la colonna sonora dei miei personaggi all’eccesso. Comunque, tornando al cinema posso dirti che lo amo molto, ho anche fatto dei corsi di regia e dei corti. Un corto che vorrei realizzare è su un racconto di Dino Buzzati (I 7 Piani – nda) che vorrei chiamare Il Sanatorio Sociale. La riflessione che vorrei fare è sul fatto che le persone che pensano sono considerate, nella nostra società, dei veri e propri malati. Al mio personaggio verrà diagnosticata la Cogitite e per curarlo vorrei fargli somministrare il Politican. (Ride di gusto-nda).
Il tuo stile vive di un doppio registro, uno tipico della commedia e un altro drammatico, continuerai ad utilizzare questo contrasto?
Sì continuerò con questa via intermedia. Il Gatto Interrogativo ha gli stessi personaggi e la stessa ambientazione di Senza Passare Dal Via ma la storia è molto diversa…
A quale scrittore ti ispiri?
Benni, Pennac, Lansdale. Da Pennac ho preso l‘idea di un personaggio come capro espiatorio, di Lansdale mi piace la vena grottesca e ironica e il senso della violenza che sfocia nella comicità. Inoltre da lui ho preso l’idea della coppia di investigatori improvvisati. Poi però, ci sono anch’io col mio stile.
È stato difficile, per un esordiente come te, farsi leggere?
Sì, non è stato semplice. Partiamo dal presupposto che solo una percentuale infima di italiani legge molti romanzi. Personalmente ho fatto molti giri col mio materiale, ma non dobbiamo scordarci che il personale che seleziona le cose da pubblicare riceve molti libri. So di essere il signor Nessuno e so anche che non sarò mai il nuovo Moccia (Ride… – nda)
Hai dei consigli per gli aspiranti scrittori?
La lettura. Ci vuole molta gavetta, scrivo da quando ho tredici anni e non ho mai smesso. Quando parti non ti fermi più, ho anche scritto molti racconti in cui sfogo la mia voglia di avere delle giuste contaminazioni…
Quali sono gli scrittori italiani che leggi con piacere?
Ammaniti, Lucarelli… fra i giovani mi piacciono Alcide Pierantozzi e Betti Galanti. Alcide ha una scrittura che definirei emozionale, Betti è come un mix musicale fra Punk e New Metal!!!