Pronto.
Ei sono io.
Perché chiami
Non ho nulla da fare.
Perché pensi che anche io non abbia nulla da fare?
Allora che fai?
E tu perché chiami?
Perché non ho nulla da fare.
Appunto.
Potremmo cominciare a parlare del più e del meno… che hai fatto ieri?
Lo sai che non mi va di parlare con te quando sei in questo stato.
E allora quando dovrei chiamare?
E che ne so… ma non quando stai messo così. Ti prego…
Allora che hai fatto ieri?
Sono andato al cinema con Nicola e gli altri… perché lo vuoi sapere… a te non è mai fregato niente di tutte queste cose… che cavolo.
E che avete visto?
Quel film su Bob Dylan… Io non sono qui… di un tale che si chiama Todd Haynes.
Di dove può essere uno che si chiama Todd Haynes
Che cavolo… sarà americano o finlandese, ma a te che cazzo ti frega… cos’è ti hanno riavvisato al lavoro?
No, no oggi è andato tutto tranquillo fratello. Sono a casa e mi sto facendo una birra guardando i risultati del calcio. Ma parlami del film… se è bello ci vado anche io.
Perché ora vuoi andare al cinema… a te non è mai fregato niente del cinema.
Se è per questo nemmeno a te.
Già brutto figlio di puttana, ma io a differenza tua sono uno scrittore… e ho una reputazione da mantenere.
Tu non sei nessuno fratello. E adesso parlami del benedetto film o riattacco come stamattina.
O dio no, ti prego. Il film era una palla. Ho fatto la notte ieri quindi mi sono addormentato un paio di volte. Sai è la storia di Dylan spezzettata in più persone e in più storie. Comunque un paio di queste storie le ho solo iniziate a vedere poi sono crollato. Bella però la prima parte.
Perché è bella la prima parte?
C’è la storia di questo ragazzino che mi ha fatto pensare assai. È un vero talento della musica e vive come un artista dell’ottocento. Sai vagabonda di città in città e fa una vita a scrocco. Insomma una volta trova ospitalità in una famiglia… pronto ci sei?
Sì, sì ti ascoltavo, mi sto solo rollando una sigaretta… continua.
Allora la sera a cena lo mettono a capotavola e gli servono dei bei piatti. Pieni zeppi di roba… proprio all’americana. E questo ragazzetto che avrà al massimo dieci anni attacca a raccontare le avventure dei suoi pellegrinaggi a destra e a manca.
E perché questo ti ha fatto pensare?
Non è questo… è stata la frase della madre della famiglia che mi ha fatto pensare. Una donnona negra che serviva questi magnifici piatti. A un certo punto dice qualcosa. Non si capisce cosa e il ragazzino diventa serio e fa: ”ripeta quello che ha detto… lo dica.” La signora allora gli dice questa cosa: ”vivi il tuo tempo, vivi la tua vita”.
È una bella frase.
Bella sì. Mi ha dato da ragionare almeno fino a quando non mi sono addormentato.
E a che hai pensato?
Be’ alla vita… come ti sbagli. Ho pensato che quella frase era vera anche per me… ma mi è venuta anche l’ansia dopo poco… e poi anche il sonno.
Pensi di non stare vivendo il tuo tempo?
Be’ alla fine io faccio la mia vita. Però cazzo sento che mi sfugge via… il problema è che parlando un po’ con gli altri, soprattutto con Betta… insomma lei mi ha detto che si sente una disadattata… e questa cosa la provo anche io e chissà quanti poveri cristiani. Mi sembra di non sapere dove sbattere la testa…
Quindi pensi di non vivere il tuo tempo?
Sì… è stata Betta a tirare fuori per prima la faccenda. Però ho pensato che ci aveva preso e che nel cinema, mentre guardavo quella scena, ho avuto i brividi quando la signora diceva quella cosa. Te la immagini la scena… questo ragazzo che è convinto di fare una vita da artista e invece vive in un mondo tutto suo… senza accorgersi di come gira veramente il mondo.
Sai forse hai ragione fratello…
Mi è venuto da pensare a te e a gli altri stronzi che conosco e siamo tutti un po’ messi nello stesso modo. Con ‘sto fatto che ci sentiamo persi è come se fossimo delle ruote che girano a vuoto… insomma a me non pare di vivere per bene dentro questa epoca… Non dico che saltiamo sui treni e giriamo il mondo, ma nemmeno abbiamo qualche idea chiara sul futuro.
Nemmeno a me… sai una cosa?
Cosa?
Forse è proprio per questo che oggi ti ho chiamato.
E forse abbiamo problemi anche col presente. Per Dio eppure ne volevamo fare di cose… Sai Betta mi ha parlato di questa sua amica… una in gamba che tra poco inizierà a lavorare per qualche organizzazione umanitaria. Per ora gira il mondo e va nei Balcani o chissà dove per fare esperienze. Ecco mi ha fatto l’esempio di questa tizia. Laureata in sociologia con un curriculum della miseria in quel campo.
E allora?
Allora niente… mi diceva che con la gente come questa lei non ci si è mai trovata tanto. Dico con la gente che sa quello che vuole fare sin dalla nascita e riesce a realizzarlo senza troppi problemi. Non so se mi capisci…
Sì… ti capisco fratello… vai avanti. Mi sembra che stiamo facendo una buona chiacchierata.
Insomma noi qui non sappiamo dove sbattere la testa e certa gente è ben ingranata e lavora a pieno regime. Cazzo con questo non voglio dire che non facciamo la nostra parte… diavolo tu lavori in quel buco e io faccio il turno di notte in edicola… però sentiamo che non va… c’è qualcosa che c’è sfuggito. Anche per Betta è lo stesso. Ora quel ragazzino era giusto che vivesse nel suo mondo di fate… però cazzo credo di aver provato quello che ha provato lui quando la signora gli ha detto quella frase.
Certo fratello… è così… è proprio così.
Insomma questo…
E il film finisce bene o male?
Bene… fin troppo bene. Però intanto quella prima storia mi ha fatto riflettere quindi forse è stato un buon film no?
Certo fratello… certo.
Forse dovremo partire…
Vivi il tuo tempo, vivi la tua vita.
Già.
Già.