Il National Geographic quest’anno ha premiato 32 autori per il suo concorso annuale di fotografia. Quattro categorie di foto Persone, Paesaggi, Natura e Reportage in una mostra che sarà a Milano fino al 16 ottobre. Giovanni Barba è uno dei fotografi selezionati per la categoria Reportage.
Il suo lavoro nasce da una ricerca su uno stile di vita che sta ormai scomparendo e che fino a poco tempo fa era ancora molto diffuso nelle campagne dell’Italia meridionale. Il luogo del reportage è la periferia di Teano, in provincia di Caserta, quella parte di territorio detto Terra di lavoro. Dall’intimità della loro casa, il fotografo ritrae una famiglia e la vita semplice e dura che ruota intorno al lavoro della terra.
“Ogni volta che passavo su quel ponte non potevo fare a meno di guardare sotto, dove, da una boscaglia più o meno fitta, si apriva un tratto di terra privo di alberi, trafitto da un rivolo di fiume, da cui spuntava un’antica casa. Sull’uscio della porta, al riparo dal sole o affaccendati in lavoretti di campagna riuscivo a scorgere delle persone di cui percepivo solo i movimenti. E’ cosi che ho conosciuto Salvatore, Cristina e il figlio Peppino. Ho sempre avuto l’impressione che lì sotto si celasse qualcosa di perduto, qualcosa che non apparteneva più ai giorni nostri o comunque destinato a scomparire e, dopo essere entrato in casa, sono stato circondato da quel mondo che pensavo estinto. Ho iniziato a frequentarli con una certa frequenza, fino a che la mia presenza non è diventata quasi un’abitudine, un’abitudine in cui ho potuto rendermi invisibile e poterli seguire senza essere notato”.