Le piccole vacanze (parte prima)

di

Data

La valigia è pronta… lo spazzolino, lo shampoo, il doccia-schiuma, il dentifricio… pronti… i cd sono nella borsa… ora mancano i libri… scelta difficile… quasi impossibile… puntare sui miei amori?

La valigia è pronta… lo spazzolino, lo shampoo, il doccia-schiuma, il dentifricio… pronti… i cd sono nella borsa… ora mancano i libri… scelta difficile… quasi impossibile… puntare sui miei amori?… un Thomas Bernhard?… la sua autobiografia?… no, questa volta ho bisogno di un po’ di distrazione… di novità… sulla Bachmann sto riscrivendo un mio racconto… mi sembrerebbe di esagerare… però la Mitteleuropa è sempre nel cuore… Sandor Marai?… ma sì, Sandor può andar bene… La donna giusta… chissà se leggendolo riuscirò a capire un po’ meglio il torpido rapporto uomo-donna… Marai è un genio in questo… poi magari manca un po’ di sintesi… comunque… ci vuole un secondo libro… Philip Roth?… no basta, per un po’ non voglio sentir parlare né di lui, né di Saul Bellow… sembra che la letteratura americana passi soltanto per la premiata ditta Roth/Bellow… Faulkner?… troppo sperimentale per una vacanza di una settimana… i contemporanei italiani?… mamma mia bella… perché farsi il fegato grosso?… e se invece riscoprissi i classici della nostra letteratura?… Verga ad esempio… Mastro Don Gesualdo… sto dando i numeri, è evidente… dispongo i libri sul tavolo… mi bendo come se fossi il ragazzino che fa le estrazioni del lotto… Prendo il volume… Ginger man di J.P. Donleavy… un romanzo accusato di pornografia negli anni Cinquanta… una cavalcata alcolica nell’Irlanda bigotta del secondo dopoguerra… abbiamo anche il secondo libro… ce ne vuole un terzo, per ogni evenienza… è da tanto che volevo farlo… sento che sono pronto per il grande passo… eccola qua, la copertina gialla dell’Adelphi… Al di là del bene e del male… Friedrich Nietzsche… minchia, che coraggio!… Faccio esercizi di rilassamento… questa scelta mi ha stressato molto… guardo l’orologio… è tempo di andare… le vacanze mi aspettano… Merano mi aspetta… altro che Formentera… altro che Maldive… altro che Bali… Merano…
… Stazione Termini… Ore 9,00… l’Eurostar per Bolzano/Bozen… io faccio il biglietto sempre alle macchinette self-service… non voglio essere alla mercè degli impiegati delle ferrovie che ti mettono in quei bei posti a 4, dove devi per forza dialogare con gli altri… altrimenti ti scambiano per il mostro di Firenze… no, io voglio stare da solo… nessun scocciatore, please… solo musica (la mia) in cuffia e il libro da leggere… e basta… Questa volta però non è andata come previsto… la macchina self-service mi ha schiaffato nella danger zone… sono questi i momenti in cui vorrei avere a disposizione del materiale radioattivo… saprei io che farne… mi siedo… la situazione è peggiore di come me l’ero immaginata… il vagone sembra il distaccamento di un reparto geriatrico… vicino a me tre donne… tre ultra-sessantenni… una barla un bò così… un bò giogiara… andiamo bene… dall’altra parte del corridoio una coppia sui settanta… l’uomo è ormai alla deriva della coscienza… la moglie gli parla continuamente… lui non capisce… sgrana gli occhi… sembra un bambino… alla fine il flusso di comunicazione va a buon fine… la moglie, modi e portamento da borghese, voleva solo scambiarsi di posto… poteva dirlo prima, sbotta lui… penso alle sei ore che mi aspettano sul treno… la mia ex-fidanzata mi diceva sempre che dovevo credere di più in Dio… come aveva ragione… aiuto la ciociara ad infilare la sua valigia tra i sedili… mi ringrazia e si lamenta del poco spazio a disposizione per i bagagli… le sorrido amabilmente… spero che possa bastare per tutto il viaggio… metto le cuffiette… la musica… Pearl Jam… il loro primo album… Ten… comincio a leggere Ginger man… i miei vicini fanno amicizia tra loro… si accorgono di andare tutti nella stessa località… Ortisei… io no (per fortuna)… le “tre sorelle” vanno in un albergo… Statleter… o giù di lì… loro comunque non riescono a pronunciarlo… Stattetecaca… Stattizzatta… Stattenalla… sembra il Grammelot di Dario Fo… non ce n’é una che riesca a dirlo correttamente… per fortuna la coppia di settantenni va in visita ai nipoti… niente esame di lingua tedesca per loro… Io mi defilo nella lettura di Ginger man… annoto questa frase dal libro… “Il gusto delle frasi fatte. Bisognerebbe incoraggiarne l’uso. C’è troppa gente che cerca di passare per originale. Si sforza d’inventare frasi nuove quando un sano e solido luogo comune funziona sempre e ti risparmi lo stress”… Stia tranquillo Donleavy… I miei vicini non sono per niente stressati… Anzi sono i baluardi, la linea Maginot, la linea Gotica delle frasi fatte… il settantenne ha cominciato a filosofeggiare con una delle “tre sorelle”… vuole condividere con lei una grande verità sui suoi nipoti… tendo le orecchie… non spero certo nella Sibilla Cumana, ma qualche volta può scapparci pure il miracolo di una verità inaudita e splendida… Niente… il settantenne dice che vede nei nipoti la continuazione della vita… la sua… per questo danno tanta speranza… eh, ma qui abbiamo proprio fior fiori di luoghi comuni… cerco, a questo punto, di fingere di dormire… l’uomo insieme alla moglie adesso discetta del curriculum scolastico dei suoi pargoli adorati… avrei dovuto scommetterci… una va benissimo… ma l’altro… il maschio… in famiglia d’altronde c’è sempre bisogno di un capro espiatorio… arriva il servizio catering… chiedo un caffé… il settantenne si confonde… vorrebbe pure lui un caffé… chiede alla moglie e alle “tre sorelle” se lo vogliono pure loro… domanda allo steward, in maniera confusa, come fanno il caffé sul treno… lo steward lo guarda affranto… sa già che sarà una dura prova… io mi accascio sotto il sedile… lo steward porge il tovagliolo di carta e lo stecchino per girare il caffé… il settantenne si confonde ancora di più… che ci faccio con questi?… domanda… la moglie lo implora di soprassedere… lo steward prepara i caffé e declama il “Padre Nostro”… io chiedo pure un panino… lo steward mi guarda affranto… tu quoque… dopo la distribuzione dei caffé c’è la questione dei soldi… io ormai mi tengo la pancia… la truppa dei teen-ager si mette a fare la conta… lo steward comincia a scrivere su un foglio “Il mattino ha l’oro in bocca”… il settantenne porge la somma richiesta… lo steward mi da il panino… si asciuga la fronte sudata… augura buona giornata a tutti e scappa via… cambio cd… De Andrè… l’antologia In direzione ostinata e contraria… le “tre sorelle” e la coppia continuano a parlare… a parlare… dopo Firenze… Bologna… e poi Verona… io mi addormento sul serio… a Rovereto mi sveglio… Mi alzo per sgranchirmi le gambe… una delle “tre sorelle” mi chiede se scendo lì… no, rispondo… allora è più tranquilla… così la posso aiutare per il bagaglio quando scenderà a Bolzano… di bene in meglio… Trento… tra poco ci sarà il rompete le righe… non vedo l’ora di tagliare la corda… i ragazzi del Coro dell’Antoniano continuano a parlare che è una meraviglia… il settantenne giura e spergiura che tutti loro si ritroveranno lì, nella piazzetta di Ortisei a prendere il fresco la sera… ecco bravi, andate andate… Bolzano/Bozen… dò il bagaglio ad una delle tre sorelle… lo dò pure alla ciociara… e all’altra ancora… mi scusi ragazzo… è il settantenne che parla… visto che è in piedi e che ha più forza di me, me lo prenderebbe anche a me il bagaglio?… si mettono tutti a ridere… mica poi tanto scemo st’imbalsamato… sì certo anche alla sua signora… ma quanto è educato questo ragazzo, sento dire… il mio regno per un facchino, un serial killer e una partita di polonio radioattivo… ecco qua, ho sbrigato tutte le operazioni… le pantere grigie scendono dal treno soddisfatte per andare a prendere il pullman per Ortisei… non si voltano a salutarmi… corrono dietro alle loro frasi fatte…

Altri racconti
in archivio

Sfoglia
MagO'