Avvertenza: Il ritrovamento del prezioso manoscritto è avvenuto sulla spiaggia di Villafranca in provincia di Pescara. Il giorno dell’arrivo del presidente americano Bush a Roma, infatti, il sottoscritto e Petti abbiamo attraversato gli Appennini e siamo andati a fare il bagno nell’Adriatico, nudi, all’alba. Poche ore dopo siamo tornati in città per partecipare alla manifestazione e, non avendo tempo, abbiamo scannerizzato le preziose pagine e tradotte automaticamente con un programma “babel fish”, un traduttore automatico, che invece di tradurre “bush” con “cespuglio” ha utilizzato “fratta” dando una sfumatura dialettale a queste carte private. Sul modo in cui questo diario sia finito incustodito sulla spiaggia non ci è dato sapere.
Praga, 5 giugno 2007
Caro diario, siamo appena arrivati in Europa. Come già sai siamo venuti quaggiù perché dobbiamo piazzare un po’ di missili diretti verso l’Iran. Che palle: in mezzo devo andare anche al G8 per incontrare tutti i pezzi grossi d’Europa. Una roba inutile, tanto decidiamo tutto noi. Praga è una città veramente bella, non c’è niente di simile in Texas. Oggi devo parlare con un po’ di gente, fare un discorsetto a questi cechi e dirgli che è giusto, che non si devono fidare della Russia, che noi li proteggeremo. Oh yeah! Oggi conoscerò anche un ex-campioni di scacchi, ma non mi fido di lui: i campioni di scacchi sono matti. Stasera ripartiamo subito.
Heiligendamm, 6 giugno 2007
Caro diario, sono sempre io, il tuo Giorgio Camminatore, il presidente Fratta. Siamo arrivati in questo paese molto bello che sta sul Baltico. L’unico problema è che ora devo incontrare tutti capi di stato. Dall’ultima volta molti presidenti sono cambiati. Innanzi tutto non c’è più il bevi-birra, ma c’è una crucca racchia che puzza pure un po’. Meno male che non c’è più quel francese altone che mi metteva sempre in imbarazzo. Al suo posto ce n’è uno bassetto colle orecchie a sventola che mi dà molta più fiducia e sembra un cow-boy. Non ci sono neanche più il giapponese e l’italiano sorridenti. Peccato. Mio padre, Fratta senior, me l’aveva detto che in Europa i presidenti cambiano con le stagioni. Dicono che a Rostock c’è molta gente che è arrabbiata con me, ma io non so proprio che farci.
Varsavia, 8 giugno 2007
Caro diario, finalmente posso scriverti. A questo G8 mi hanno proprio rotto i coglioni soprattutto sul clima, ma alla fine hanno ceduto. Io gli ho detto: “libertà”, “stile di vita” e “libertà” e loro si sono convinti. Questo episodio me lo devo segnare per la mia autobiografia. Poi è successa un’altra cosa in Germania. È arrivato il russo, l’ex agente del KGB, e mi ha detto che vuole mettere un po’ di missili in Azerbaijan. L’ha detto davanti ai giornalisti. Io gli ho risposto: ok. Ma mi ha sorpreso. Pensavo che volesse scegliere i “paesi canaglia” con cui fare affari, ma ha capito che noi, cioè io, siamo più forti. Poi sono stato male. Il fatto è che qui in Germania ci sono degli ottimi hot-dog ma io ne ho mangiati troppi e mi ha fatto molto male la pancia. Ho fatto certe scureggie che a Laura le sembrava di stare sotto i colpi di un tifone. Ora sono in Polonia, dove ci sono due presidente gemelli che si assomigliano come io e Jeb Fratta ci assomigliamo.
Roma, 9 giugno 2007
Caro diario, siamo arrivati in Italia. Ogni volta che veniamo qua c’è un sacco di gente che vuole incontrarci. Tanti servi che vogliono ripeterci la loro fedeltà. Abbiamo conosciuto due presidenti nuovi e tanti altri tipi che volevano parlare con noi. C’è pure un nuovo papa, quell’altro è morto. Magari pure il presidente degli Stati Uniti fosse un titolo a vita. Siamo andati in un sacco di palazzi e in un sacco di bei posti. Ci hanno fatto un sacco di regali. A dire il vero qui ci siamo venuti solo per fare una vacanza e per vedere dei bei posti. L’Italia ci serve solo come base turistica.
L’ambasciatore mi dice che ci sono stati un bel po’ di casini per il nostro arrivo, ma niente di cui preoccuparci. Domani dobbiamo andare in Albania, che sembra un po’ l’Alabama per il nome, ma mi hanno detto che è molto piccola e povera. Poi dobbiamo andare in Bulgaria sempre per questa storia dei missili. Che peccato: il mio viaggio in Europa sta quasi per finire.