Gentile signor Mauri

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Gentile signor Mauri, Sono stragonfio di piacere nel sapere che ha trovato il libro che le ho mandato un buon libro. John Dos Pasos è uno degli autori migliori della letteratura americana.

Gentile signor Mauri,

Sono stragonfio di piacere nel sapere che ha trovato il libro che le ho mandato un buon libro. John Dos Pasos è uno degli autori migliori della letteratura americana. Lei mi chiedeva qualcosa di forte e non i soliti romanzi che girano nella biblioteca del carcere. Be’ questo è uno di questi. Forse l’avrebbe potuto trovare anche lì, ma sono felice di averglielo indicato.
Lei mi chiede anche perché mi sia piaciuto tanto. Perché questo libro e non un altro. Anche a lei è piaciuto da quanto mi ha scritto, però ora lo vuole sapere da me. Perchè mi è piaciuto il 42 parallelo di John Dos Passos.
La mattina quando prendo il treno per andare al lavoro vedo le persone giuste che Dos Passos voleva descrivere. Le vedo da quando sono nato e nascendo in posti come Prima Porta, Labaro, Riano Flaminio alla fine le vedi tutti i giorni. Le facce dei lavoratori e a volte dei ladri che prendono il treno con te. Tengono il viso a terra per tutta la durata del viaggio e non parlano di niente. Ma vedo anche le signore con le meches e i cappottini graziosi che prendono il treno per comodità essere disgustate da quelle persone. E’ vero, molto spesso sono rom che vivono in baracche sotto i ponti e quindi puzzano di prima mattina. Puzzano da far schifo per quanto mi riguarda. Nemmeno tirando giù tutti i finestrini se ne va quell’odore. Altre volte sono operai invece che parlano di pallone o fica. Tutti sono come consapevoli di quello che li aspetta e a quelle signore tutta questa roba non va bene. Ma non hanno il coraggio di dire niente. Dicessero: ”Ehi bastardo fai schifo e sei un figlio di puttana.” Lo dicessero a qualche rom o a qualche operaio che parla di qualche ventenne arrapato. La verità è che non dicono niente, storcono un po’ le labbra o cambiano di posto nei loro graziosi cappotini. E se magari qualcuno glielo chiedesse risponderebbero con queste parole: ”Sono una persona civile e certe cose le devono capire da soli.” Questo mi sembra già in buon motivo… forse il solo. La gente che descrive Dos Passos la si vede ogni giorno.
Lei dice che nelle docce non succede niente come nei film americani. Nessuno ti sceglie come fidanzatina o roba simile, però devi portare il rispetto ai capifamiglia che sono in carcere. Ecco questo lo troverà nel libro, così come tanta altra gente, ma sempre gente onesta e povera, gente che è disposta a ficcarsi nel culo le proprie aspirazioni e io sono venuto su con queste persone.
Lei ha stuprato una dodicenne, l’ha aspettata fuori da scuola e se l’è portata via per un paio d’ore con la scusa di una passeggiata. Una cosa che fa inorridire, ma stia pur tranquillo che nel romanzo avrà trovato posto anche per le persone come lei. E stia altrettanto tranquillo che le persone qui fuori sono fin troppo flosce per dirle qualcosa. Male che vada chinano la testa, come le donne con la pelliccia che prendono il treno con me.
La scorsa settimana hanno ritrovato nel bosco dietro la mia casa un uomo. Era in macchina e scomparso da casa da circa sei giorni. L’hanno ritrovato col mento spappolato e la nuca fracassata da un fucile a pompa e il corpo gonfiato dalla putrefazione. A questo tizio gli hanno fatto il funerale nella piazza di Prima Porta e poi tanti saluti. Nessuno che si sia spaventato o abbia temuto per la propria vita. Nessuno che abbia alzato la voce. Forse in città sarebbe accaduto, ma qui siamo in provincia e tutti pensano al proprio orto. Il tizio morto era un muratore e pare si sia sparato per un brutto affare di strozzinaggio. Ma nessuna fiaccolata ho visto per le strade. Niente, i rom puzzano e si china la testa.
Poi però un mese fa hanno cercato di mettere un ripetitore per cellulari, sa dove sono non c’è mai campo, e sono scese in piazza tutte le associazioni di questo mondo dicendo che quel ripetitore avrebbe portato tutti a morire di cancro. C’è stata anche una scena assurda tra un uomo e una donna, lei malata di cancro con una cuffia in testa a bloccare il traffico, lui invece voleva a tutti i costi passare, un gran bisteccone avrà pesato sui cento chili.
“Questi ripetitori portano al tumore…” Gli fa lei
“Mi facci passare per favore che devo andare a lavoro.” Gli risponde lui.
“Lei non ha mai visto sua figlia morire che farà quando le diagnosticheranno un cancro? Lei non ha mai perso un figlio.” Insiste lei.
“Come si permette, mia figlia è morta.” Gli risponde lui tremando.
Roba da non crederci. Per me comunque il tipo ha mentito per andare a lavoro, perché la donna dopo tutto questo si è spostata e l’ha fatto passare. La donna con la cuffia e il tumore al seno. Si vedeva dalla maglietta che una tetta era meno dell’altra. Le dico tutto questo perchè certi meccanismi seno ben lontani dall’essere incomprensibili. Si capiscono e come e hanno anche un nome. L’uomo si svuota e perde tutto quello che si porta nel dna. Coraggio, gioia, rancore… si disumanizza e qualcuna che si spara in testa non è un problema se non ti fa venire il cancro, cioè se non ti pesta il giardino di casa, il tuo orto. Dos Passos queste cose le sapeva bene e si è messo a raccontarle. Bel libro… un gran libro.
Quando ero sotto le armi c’era questo Delfino. Uno smilzo foruncoloso che era stato messo alle trasmissioni radio. Stava tutto il giorno dentro una stanza a smistare telefonate. Noi andavamo a trovarlo per un solo motivo… aveva il cesso privato. Così sul controsofitto avevamo nascosto alcol e porno. A turno si andava da Delfino e ci si faceva una sega. Oppure di notte si apriva l’intercapedine e si tirava giù il whisky. Lui era un povero inetto, ma alla fine gli volevamo bene e ci siamo affezionati. Contando anche tutti gli scherzi che gli abbiamo fatto in dieci mesi. Lo chiamavamo alle tre di mattina dicendogli che doveva fare i bagagli in trenta minuti, era stato trasferito. Ora è finito a dirigere la piccola ferramente del padre in un paesino a sud di Cagliari. Lavora nove ore al giorno e ancora non ha una donna e vive con suoi. Ecco prenda questa storia, sono certo che nel libro ne troverà più di una. E’ un libro importante e pieno di verità sostanziali sulla vita e tutto quello che vuole. L’importante è che non si fissi sui dettagli, guardi in generale certe situazioni e vedrà che sono le stesse da sempre. Ma sono certo che tutte queste storie lei le ha già capite.
A risentirci alla prossima settimana, sperando che la Lazio abbia vinto sulla Fiorentina. C’ho scommesso bei soldi malgrado i suoi consigli.

Renato Mauri è condannato in primo grado per aver stuprato nel duemilatre una dodicenne. Oggi sconta la pena nel carcere di San Vittore. Uscirà nel duemilaquindici.

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